Massimo Cicatiello, esistenza da Fair Play

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Massimo Cicatiello

Il background lavorativo da giornalista e imprenditore racconta di duro impegno, preparazione sul campo e una variegata gavetta

Giornalista, imprenditore, top manager, Massimo Cicatiello a Roma in occasione del riconoscimentoFair play for Life” assegnatogli dal Comitato nazionale italiano Fair Play (Cnifp). Un premio etico meritato, per un professionista di comprovato successo.

Il background lavorativo di Massimo Cicatiello racconta di duro impegno, preparazione sul campo, una variegata gavetta. Soprattutto, delle sue molteplici imprese internazionali. La sua vita scorre tra l’America, dove ha famiglia (a Miami ha messo in piedi un’attività imprenditoriale nel campo del settore food), e l’Italia. Si divide poi nelle sue specificità professionali, che ne fanno non solo un top manager di eccellenza, ma anche un imprenditore e un giornalista di lungo corso, con tanta esperienza da trasmettere ai giovani.

Ha ricevuto, dalle mani del presidente del Cnifp, Ruggero Alcanterini, il riconoscimento per il talento come giornalista, manager e imprenditore, presso il salone d’Onore del Coni. Buona parte della sua carriera è stata dedicata al Gruppo editoriale Adnkronos, dove ha ricoperto molte cariche, anche quella di vice presidente del Gruppo GMC e dell’Agenzia di stampa nazionale. La sua esperienza nel settore della comunicazione sportiva e nell’organizzazione dei grandi eventi è sempre stata molto attiva. Qualche esempio tra i tanti: in qualità di direttore generale Communication di FG Group ha gestito tre edizioni del Campionato mondiale superbike, il Campionato europeo di basket di Roma, i Columbus Games.

Una intera esistenza nel management e nell’informazione in ruoli apicali, con incarichi importanti anche in ambito EXPO. Dal 2013 al 2015 è stato vice presidente del Comitato organizzatore e Communication Manager della MilleMiglia, la più importante gara di auto d’epoca del Mondo. Attualmente ne è il responsabile della comunicazione internazionale ed “event manager” per la prossima edizione 2024 negli Stati Uniti. E ancora: da circa due anni è componente dello staff di presidenza di Atac Spa con delega alla comunicazione. Un curriculum lungo, vario e invidiabile.

Tante le anime professionali che la animano nello svolgimento della professione. Quale la principale che tiene unito l’insieme?

«Il mio fil rouge professionale nasce all’interno di un mondo specifico: ho ormai compiuto quasi 31 anni di Adnkronos, in cui ovviamente ho avuto la grande fortuna iniziale di inserirmi, e poi di essere coinvolto in mondi completamente diversi l’uno dall’altro. Ho potuto incontrare tantissime persone e individuare sia comparti di grandi interesse, sia altri meno interessanti. Probabilmente la mia capacità sul campo è stata proprio quella di saper cogliere le tante occasioni che il sistema relazionale della mia azienda mi metteva a disposizione. Poi, la curiosità personale sicuramente ha fatto la differenza. Sono stato messo in grado nel corso degli anni di individuare quei comparti risultati più affascinanti per me, e su cui ho costruito anche attività parallele».

Con il tempo, lei è stato convolto sempre più nel mondo Unindustria

«In realtà, in Unindustria ci sono entrato sempre grazie ad Adnkronos, delegato dal mondo dell’editoria. È chiaro che, frequentando il mondo imprenditoriale, ho acquisito un insieme di tecniche che invece non facevano parte del mio background professionale. Oggi sono il presidente della sezione editoria informazione e audiovisivo di Unindustria e componente del comitato tecnico per la ricerca e l’innovazione».

Giornalista, ma oggi soprattutto professionista impegnato nell’ambito imprenditoriale. Alla fine lei si è orientato nel Food

«Il Food è sempre stata la mia passione personale. In Florida ho la mia famiglia, e mio figlio è uno chef e ha contribuito a intensificare questo amore per la cucina. Si chiama Emanuele e vive a Miami già da svariati anni. Mi ha spinto a coltivare sempre di più quella che, da passione, si è trasformata in un’attività imprenditoriale».

Che tipo di ristorazione ha scelto nel suo modello di business?

«Una ristorazione indubbiamente di qualità: abbiamo deciso di mantenere l’originalità dei nostri piatti italiani, rendendoli protagonisti del mio locale che si chiama “Vero Italian”. È un ristoranteMassimo Cicatiello destinato a rimarcare l’aspetto tipicamente italiano del cibo che vi viene servito. Non è ancora il momento, ma diventerà un progetto franchising. Desideriamo evitare l’americanizzazione dei piatti e dei prodotti italiani. Su questo filone abbiamo costruito tutto il percorso imprenditoriale. Attualmente stiamo facendo operazioni “parallele” che si stanno sviluppando proprio in questi giorni, comunque legate sempre al concetto di “italianità vera”».

Dove è ubicato il ristorante?

«Per chi conosce Miami, praticamente è al centro, nel quartiere della Città ancora tutto da sviluppare (Downtown Miami) e su cui si stanno concentrando tutti i più grossi investimenti immobiliari. Miami è una città che del resto sta esplodendo. Chiunque la conosce, lo può confermare».

Come pensa che la sua attività giornalistica abbia influenzato quella imprenditoriale, e viceversa?

«Io ho semplicemente colto le occasioni che mi si sono presentate davanti in carriera. È evidente che la mia attività giornalistica mi ha consentito di conoscere persone, di sentire storie, di poter essere messo in grado di selezionare segmenti e settori, che poi ho filtrato in funzione di quello che è stato il mio interesse personale».

Ha appena ritirato un riconoscimento sul Fair Play. Come imprenditore, come giornalista, come professionista: che cosa pensa riguardo l’etica professionale?

«Ritengo sia fondamentale, e tra l’altro la correttezza fa parte del mio carattere. Devo dire che questo mio modo di essere non mi ha, almeno in Italia, particolarmente facilitato in alcune circostanze, ma poi alla fine i risultati sono arrivati in America, dove la correttezza è molto sentita. Ho seguito le regole nella maniera più leale possibile e ho avuto rispetto per l’attività degli altri: caratteristiche personali che mi hanno aiutato molto nella mia attività imprenditoriale negli Stati Uniti».

Quale è il segreto professionale di Massimo Cicatiello?

«Non lo so se ci sia un segreto. Sono sincero. Credo semplicemente che abbiano funzionato curiosità, passione e naturalmente determinazione nel voler fare. Il fatto di avere tante conoscenze e moltissimi amici, probabilmente, è un segreto di successo».

Tra le sue tante attività, di che cosa è principalmente fiero?

«Io sono stato fiero di aver lavorato creativamente in generale. Non mi riferisco a un’attività in particolare. Sono fiero soprattutto di non avere nemici, e questo è collegato al concetto del premio appena assegnatomi al Coni: quella che io ritengo sia sempre stata una personale correttezza che non mi ha facilitato in determinati momenti di vita, con il tempo è risultata utile».

Attualmente, Massimo Cicatiello è anche membro del Gruppo Tecnico Grandi Eventi di Unindustria e, per concludere una descrizione – non esaustiva – delle sue tante anime, accenniamo alla vice presidenza Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Umbria e al suo essere editore del giornale americano ItaliaReportUsa.

 

 

Lisa Bernardini

Foto © Ufficio stampa Cnifp, Kayak

Video © Eurocomunicazione

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Lisa Bernardini
Toscana, classe 1970, Lisa Bernardini è giornalista pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio e alla Stampa Estera in Italia, Presidente dell’Associazione Culturale “Occhio dell’Arte APS”, art director. Si occupa di Organizzazione Eventi, Informazione, Pubbliche Relazioni e Comunicazione. Fine Art Photography. Segue professionalmente per lo più personaggi legati alla cultura, all'arte e alla musica

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