Disturbi alimentari, multe e carcere per chi li istiga

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Disturbi alimentari

In Italia rappresentano una grave minaccia con 3,5 milioni di persone, pari al 5% della popolazione, che ne soffre

 

I disturbi alimentari sono, da sempre, un problema molto sottovalutato da persone e politici. Anche il Governo Meloni non è da meno e infatti nella legge di bilancio varata poco prima della chiusura del 2023 la materia in questione ha visto dei tagli netti. Ma il ministero della Salute sta ora lavorando al reperimento dei fondi per il rifinanziamento del Fondo nazionale. Inoltre, cerca di correre ai ripari con un ddl che punisce chi instiga i giovani a comportamenti che possono indurre a gravi problemi come anoressia e bulimia.

In commissione Sanità al Senato inizierà, infatti, oggi, 17 Gennaio 2024, l’esame di un disegno di legge di maggioranza che introduce pene severe, dalle multe fino al carcere. L’obiettivo è un contrasto deciso al fenomeno, che colpisce circa 3 milioni di persone solo in Italia. Infatti il ddl parte da una premessa allarmante legata ai numeri: si calcola che attualmente solo nel Belpaese sia, appunto, circa il 5% della popolazione, di cui il 96,4% donne a soffrirne. E ogni anno i disturbi alimentari provocano la morte di 4.000 giovani, sotto i 25 anni, collocandosi come seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali e, dopo la pandemia da covid-19, si è registrato un aumento del 40% dei casi. L’obiettivo, oltre che puntare alla prevenzione, vuole colpire chi istiga i giovani.

Novità

  • Riconoscere tali disturbi come malattie sociali.
  • Articolo 2: prevede che “chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, determina o rafforza l’altrui proposito di ricorrere a condotte alimentari idonee a provocare o a rafforzare i disturbi del comportamento alimentare, e ne agevola l’esecuzione, è punito con la reclusione fino a due anni e la sanzione amministrativa da 20.000 euro a 60.000”.
  • Se il reato è commesso nei confronti di una persona indifesa minorata o di ragazzi under 14, “si applica la pena della reclusione fino a quattro anni e la sanzione amministrativa da euro 40.000 a 150.000 euro”.
  • Istituzione di una Giornata nazionale, il 15 marzo
  • Piano di interventi da parte del Sistema sanitario nazionale (Ssn).
  • Controllo dei social: il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, stabilirà i criteri e le modalità per impedire l’accesso ai siti che diffondono tra i minori messaggi suscettibili di istigazione a condotte alimentari inidonee, reindirizzando in forma anonima l’utente automaticamente al portale digitale www.disturbialimentarionline.it.

Il portavoce di Fratelli d’Italia, Raffaele Nevi, ha assicurato che il ministro Orazio Schillaci «è molto sensibile e attento a questo grave problema e siamo certi che individuerà una soluzione percorribile per trovare le risorse necessarie».

Manifestazioni

La decisione di non rifinanziare il Fondo per il contrasto dei disturbi dell’alimentazione, istituito nel 2021, causerà una serie di problematiche. Dotato di 25 milioni di euro in due anni, ha permesso la creazione e il potenziamento di servizi specializzati. La sua assenza ne pone a rischio la continuità e la mancanza di finanziamenti ne implica la chiusura e ciò comporterebbe ingenti ritardi per diagnosi e trattamento. Questo non solo aggrava la condizione dei pazienti, ma implica anche un incremento dei costi sanitari e sociali.

Il 19 gennaio, si svolgeranno manifestazioni in varie Città italiane, organizzate da diverse associazioni e attivisti. L’obiettivo è richiamare l’attenzione sulla gravità dei disturbi Disturbi alimentarie sull’importanza di trattamenti e supporti adeguati. La richiesta è un intervento immediato da parte del Governo per garantire la tutela della salute di queste persone. Le associazioni impegnate reclamano un’immediata attuazione della legge sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) per garantire una rete di servizi capillare e adeguata in ogni Regione. È fondamentale una progettualità di lungo periodo che consideri i disturbi dell’alimentazione non solo come malattie psichiatriche, ma come condizioni che richiedono un approccio multidisciplinare e specializzato.

Un problema da combattere

«Finché non vedremo approvato l’emendamento al Milleproroghe con il rifinanziamento al fondo» – spiega Camilla Piredda dell’Unione degli Universitari – «non saremo soddisfatti. Venerdì a Roma consegneremo una lettera al ministro Schillaci, speriamo voglia riceverci e affrontare subito il problema. Qualsiasi ritardo può comportare danni irreparabili ai percorsi assistenziali che aiutano chi ha un disturbo alimentare. Ricordiamo al Governo che, nel nostro Paese, in 4 milioni soffrono di questi disturbi, con 4mila morti ogni anno. Non c’è tempo da perdere», ha aggiunto.

«Credo che il Governo abbia capito che è una questione importante, anche a livello di immagine. Al di là dei finanziamenti speriamo che sia però anche l’occasione per discutere più a fondo il problema e trovare una soluzione strutturale», dichiara Giovanni Abbate Daga, direttore del Centro disturbi alimentari della Città della Salute di Torino.

Anche Camilla Velotta della Rete degli studenti medi ha ribadito le richieste del movimento e invitato alla partecipazione collettiva per il 19: «Vogliamo il ripristino del fondo Dca, per poter permettere un accesso immediato e universale alle cure: serve investire sul sistema nazionale pubblico, per non lasciare indietro nessuno. Le piazze di venerdì sono aperte a tutta la cittadinanza, le associazioni, le parti sociali e politiche che vogliono sostenere la battaglia». Spiegando i rischi corsi soprattutto dalla fascia adolescenziale: «Noi studenti siamo in prima fila perché attraversiamo l’età a maggiore rischio. Infatti, i disturbi alimentari si manifestano soprattutto nelle ragazze tra i 15 e i 25 anni, con circa il 10% dei soggetti in età a rischio. Sono numeri drammatici e ci sentiamo abbandonati dal Governo».

Dove si svolgeranno

Le manifestazioni di venerdì 19 gennaio si terranno in tutta Italia, da Vicenza a Catanzaro, da Torino a Bari. La mobilitazione è promossa da Chiedimi Come Sto (UDU e Rete degli Studenti Medi), Fondazione Fiocchetto Lilla, Maruska Albertazzi e Silvia Persico e da Animenta Dca. Da anni si battono affinché l’approccio sanitario diventi strutturale. Dal 2017 i disturbi alimentari sono riconosciuti tra i Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma solo con il fondo introdotto nel 2021 erano stati avviati interventi efficaci per il loro contrasto.

  • Ancona, Piazza Roma, ore 15:00
  • Bari, Piazza del Ferrarese, ore 15:30
  • Bologna, Piazza Scaravilli, ore 18:00
  • Cagliari, Piazza Garibaldi, ore 16:00
  • Catania, Prefettura, ore 15:00
  • Catanzaro, Piazza Matteotti, ore 15:30
  • Cosenza, rettorato Università della Calabria, ore 14:00
  • Crema, Piazza Duomo, ore 18:30
  • Cremona, Piazza Roma, ore 18:30
  • Firenze, Piazza SS. Annunziata, ore 14:00
  • Genova, Prefettura, ore 15:30
  • Grosseto, Piazza Dante, ore 15:00
  • Latina, Piazza del Popolo, ore 17:30
  • Lecce, Porta Napoli, ore 15:00
  • Martina Franca, Piazza Roma, ore 15:00
  • Milano, Piazza Duca d’Aosta, ore 15:00
  • Modena, Piazza Torre, ore 15:00
  • Napoli, sede centrale Federico II, corso Umberto I, ore 11:30
  • Padova, Piazza Moroni, ore 18:00
  • Palermo, cittadella universitaria, ore 16:00
  • Perugia, Piazza Italia, ore 18:00
  • Rimini, Piazza Tre Martiri, ore 15:30
  • Roma, ministero della Salute, ore 15:30
  • Torino, Piazza Castello, ore 15:00
  • Trieste, Piazza Hortis, ore 15:30
  • Verona, Piazza Dante, ore 15:00
  • Vicenza, Piazza Matteotti, ore 15:00
  • Venezia, Stazione Venezia S. Lucia, ore 16:30.

 

Ginevra Larosa

Foto © Cnn, MDPI, Entertainment Sa, Marvelous Minds

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