Vertice Italia-Africa, verso nuovi orizzonti

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Vertice Italia-Africa

Il Piano Mattei al centro del Summit voluto dalla premier Meloni ad aprire il semestre in cui l’Italia ha la presidenza del G7

 

Con una cena al Quirinale è ufficialmente iniziato il vertice ItaliaAfrica, un passo fondamentale della strategia politica internazionale. Uno dei punti principali di questo evento è il “Piano Mattei“. Si tratta di un progetto estremamente ambizioso che punta a stringere legami sul fronte degli approvvigionamenti energetici (l’Eni è in prima fila).

Il Governo italiano, che presiede il G7 nel primo semestre dell’anno, si è impegnata a fare dello sviluppo africano un tema centrale del suo mandato. È la prima volta che la conferenza Italia-Africa, che finora si è svolta sempre a livello ministeriale, viene elevata a rango di vertice di capi di Stato e di Governo. Inoltre è il primo appuntamento internazionale che si svolge in Italia dall’avvio presidenza del G7, utile a sottolineare l’importanza che dà al partenariato con le Nazioni africane.

Mattarella durante il brindisi di ieri sera ha citato un proverbio africano

«Un proverbio africano di grande saggezza recita: “Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno“. Affinché il nostro sia un cammino comune, verso gli obiettivi del benessere e della pace in Africa, in Europa e nel Mondo, occorre mettere in campo congiuntamente le nostre rispettive volontà», ha affermato il presidente Mattarella nel corso del brindisi in onore dei capi di Stato e di Governo partecipanti al vertice Italia–Africa, al Quirinale.

Via al vertice

Venticinque capi di Stato e di Governo e decine di delegazioni ministeriali, i vertici delle istituzioni europee, la presidenza di turno dell’Unione africana e il vicesegretario delle Vertice Italia-AfricaNazioni Unite. I partecipanti al vertice “Italia-Africa, un ponte per una crescita comune”, sono arrivati a Palazzo Madama dove ha luogo la conferenza. Gli ospiti sono stati accolti dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani all’ingresso della sede del Senato e all’interno dal premier Giorgia Meloni. All’incontro partecipano anche i rappresentanti del Fondo monetario internazionale e delle Banche multilaterali di sviluppo. Dopo gli arrivi e la “foto di famiglia”, la giornata è aperta con il saluto istituzionale del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e poi con l’avvio della sessione plenaria.

Molti gli interventi che si susseguiranno: la stessa Meloni, Tajani, il presidente di turno dell’Unione africana Azali Assoumani, il presidente della Commissione dell’Ua Moussa Faki, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il vicesegretario generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed. Tra i presenti i presidenti della Repubblica del Congo, del Ghana, della Guinea Bissau, Kenya, Mauritania, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Senegal, Somalia, Tunisia e Zimbabwe. Al Senato anche i vicepresidenti di Costa d’Avorio, Gambia e Guinea Equatoriale, Benin e Burundi, i primi ministri di Capo Verde, Etiopia, Gibuti, Libia, Marocco e Uganda. Presenti i ministri degli Esteri di Algeria, Angola, Congo, Ciad, Egitto, Malawi, Madagascar, Ruanda, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Togo, Zambia e Sudafrica.

Cinque le sessioni di lavoro. La prima, incentrata su “Cooperazione in campo economico e infrastrutturale”. La seconda è sulla “Sicurezza alimentare”. La terza sessione è sulla “Sicurezza e transizione energetica”. La quarta sarà “Formazione professionale e cultura”. Infine i lavori saranno chiusi dalla quinta sessione su “Migrazioni, mobilità e questioni di sicurezza”.

La Russa: «Oggi nuovo capitolo per l’Italia e per le relazioni dell’intera Europa»

Il primo a intervenire è il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Vi accolgo nell’Aula legislativa del Senato, luogo della rappresentanza, del confronto, del dialogo, della democrazia e della storia della nostra Nazione. Una storia antica e sempre nuova, che segna oggi con la vostra partecipazione l’inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni non solo dell’Italia, ma dell’intera Europa verso il continente africano. In quest’Aula oggi si realizza l’incontro di culture e pensieri, di Istituzioni ed esperienze, di visioni e speranze, certi che dal reciproco rispetto e dall’amicizia possano svilupparsi coerenti e solidi rapporti. Siamo accomunati dalla volontà di comprendere: capire in profondità i bisogni e le attese dei nostri popoli e capirci tra noi superando ogni superficiale approssimazione. Capire e capirci, perché non ci sia più indifferenza per le sorti dell’altro».

Meloni: «L’Africa ha grandi risorse ed enormi potenzialità»

«Avrà un posto d’onore nell’agenda italiana di presidenza del G7, questa è una scelta di politica estera precisa, Siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri Continenti sia interconnesso e che è possibile immaginare e scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da ogni tentazione predatoria e approccio caritatevole. Dobbiamo smontare alcune narrazioni sbagliate, come quella che vorrebbe l’Africa un continente povero», ha affermato Meloni. «Non è così, ha grandi risorse ed è il Continente più giovane, con enormi potenzialità. Italia, Europa e il Mondo intero non possono ragionare sul futuro senza tenere conto dell’Africa. L’Unione europea e altri Stati donatori hanno già dichiarato la loro disponibilità a sostenere progetti comuni».

Piano Mattei

«Il Piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, dei quali circa 3 miliardi provengono dal Fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo». Così il premier italiano. «Certo» – ha ammesso Meloni – «non basta, per questo vogliamo coinvolgere le istituzioni internazionali a altri donatori».

Un grande centro di formazione professionale sull’energia rinnovabile in Marocco, progetti sull’istruzione in Tunisia, altri per l’accessibilità alla sanità in Costa d’Avorio: sono «alcuni dei progetti pilota. La condivisione è uno dei principi cardine del Piano, i lavori di questo vertice saranno determinanti per arricchire il percorso», ha spiegato il premier indicando progetti anche in Algeria, Mozambico, Egitto, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya.

«Un piano così ambizioso non potrà funzionare senza il coinvolgimento di tutto il sistema-Paese nel suo complesso, a partire dalla cooperazione allo sviluppo e dal settore privato che è fondamentale coinvolgere nella nostra strategia. Usare l’energia come chiave di sviluppo significa aiutare le Nazioni africane interessate a ridurre l’energia necessaria per le proprie esigenze e esportare in Europa la parte in eccesso. Mettere insieme due esigenze: quella africana di sviluppare questa produzione e generare ricchezza quella europea di garantirsi nuove rotte di fornitura energetica».

La premier ha ricordato il progetto del Kenya per lo sviluppo dei biocarburanti «che punta a coinvolgere circa 400mila agricoltori entro il 2027. Ma lo scambio funziona se ci sono infrastrutture di connessione fra i due Continenti. Lavoriamo da tempo insieme all’Ue, penso all’interconnessione elettrica Elmed con la Tunisia o al nuovo corridoio H2Sud per il trasporto dell’idrogeno all’Europa centrale passando per l’Italia».

Migrazioni

«Bisogna garantire il diritto a non dover essere costretti a emigrare e a recidere le proprie radici in cerca di una vita migliore, che è sempre più difficile da raggiungere in Europa” ha affermato Meloni. «L’impegno, anche grazie a iniziative come il Vertice di oggi e come il Piano Mattei, è affrontare a monte le cause. Questo lo vogliamo fare combattendo una guerra contro gli scafisti e allo stesso tempo offrendo alternative in Africa, con la formazione, il lavoro e percorsi di migrazione legale».

Tajani: «Più lavoro in Africa per colpire i trafficanti»

Il vicepremier e ministro degli esteri spiega che l’Italia intende «creare più lavoro in Africa, per esempio con joint-venture che permettano collaborazioni reciprocamente vantaggiose tra le imprese italiane e quelle africane. Penso alla trasformazione in loco delle materie prime e a un uso di quelle critiche più efficiente e vantaggioso per tutti. Favorendo la creazione di lavoro, daremo un colpo decisivo ai trafficanti di morte. Sono i nostri comuni nemici e insieme li sconfiggeremo. Se loro investono sulla disperazione, noi vogliamo investire sulle opportunità!. Abbiamo rafforzato i canali di migrazione legale; portato a oltre 450.000 il numero dei permessi di lavoro in tre anni; messo al centro la formazione, nella consapevolezza che in tutto questo ha un ruolo cruciale».

«Abbiamo messo l’accento sull’istruzione anche attraverso le scuole italiane in Africa. Penso alle borse di studio, strumento chiave, che il ministero degli Esteri ha voluto potenziare, con l’Africa come principale destinazione», ha aggiunto il titolare della Farnesina. «Le stiamo aumentando per favorire la mobilità di studenti e ricercatori. Tutto questo possiamo e vogliamo farlo insieme».

Von der Leyen: «Unire le forze per reprimere trafficanti»

«Vogliamo tutti fermare questa tragica perdita di vite lungo le rotte migratorie. E tutti noi vogliamo dare ai giovani migliori opportunità. Non è solo la geografia che ci unisce, ma anche l’impegno a portare benefici reciproci a tutta la nostra gente», ha spiegato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «Dobbiamo reprimere i trafficanti che commerciano sulla vita degli esseri umani. I trafficanti mettono in pericolo centinaia di migliaia di vite. Ammassano i giovani nel retro dei camion attraverso il deserto. Abusano di giovani donne lungo il percorso. E li caricarono tutti su barche traballanti che semplicemente non sono fatte per l’alto mare. Vogliamo tutti fermare la loro insensibile attività».

«Sono molto grata all’Italia per aver messo la cooperazione con l’Africa al centro della sua Vertice Italia-Africapolitica estera e della presidenza del G7», ha proseguito von der Leyen. «Il nuovo Piano Mattei rappresenta un importante contributo a questa nuova fase della nostra partnership con l’Africa e si integra con il nostro European Global Gateway, 150 miliardi di euro dall’Ue. Gli interessi e i destini tra Africa ed Europa sono allineati più che mai».

Michel: «Grazie all’impegno di Meloni e all’esperienza di Tajani»

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel nel suo intervento al summit afferma: «Vorrei innanzitutto ringraziarla, presidente del Consiglio, per questa iniziativa, per questa ospitalità e per il vostro costante coinvolgimento nel portare in primo piano all’agenda il rapporto non solo tra l’Italia, ma anche tra l’Unione europea e il continente africano. Rendo omaggio anche allo sforzo instancabile e all’esperienza del ministro Tajani in questo contesto».

Metsola: «L’Africa è la prossima potenza economica»

«L’Africa ha tutte le carte in regola per diventare la prossima potenza economica globale, pioniera nelle destinazioni turistiche emergenti e green-tech e leader nella transizione digitale. Quasi mezzo miliardo di consumatori in Africa pagano già su piattaforme di telefonia mobile lanciate da talenti locali. Nel settore energetico è un continente senza rivali. L’Europa deve affrontare una sfida in termini di approvvigionamento energetico e l’Africa ha il potenziale per essere un enorme fornitore di energia rinnovabile e verde. Ciò vale anche per le materie prime e le terre rare. Possiamo crescere insieme, in modo sostenibile, non a scapito l’uno dell’altro», ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

«I continenti europeo e africano hanno un anche interesse comune quando si tratta di questioni di sicurezza. I recenti sviluppi hanno sottolineato quelli relativi alle nostre reti commerciali. Quindi, quando affermiamo che l’Africa deve prendere il posto che le spetta al tavolo come partner – da pari a pari – questo non deve essere confuso con una sorta di mal interpretata filantropia europea. Non si tratta del tentativo degli europei di riscrivere la storia», ha aggiunto la presidente.

«Si tratta piuttosto della consapevolezza che i nostri Continenti, i nostri Paesi e i nostri popoli hanno bisogno gli uni degli altri per emergere più forti dalle sfide globali e per favorire la crescita economica. una vittoria per tutti. L’Africa ha tutto ciò di cui ha bisogno per realizzare il suo vasto potenziale e l’Europa può essere un partner. Prendiamo ad esempio la Regione del Mediterraneo. Il potenziale che ha per tornare al suo antico splendore come hub per affari, scambio di beni, servizi, turismo e idee è illimitato».

Faki: «Non siamo dei mendicanti, cambio di paradigma per un nuovo tipo di partnership»

«L’Africa non vuole tendere la mano, non siamo dei mendicanti. L’Africa vuole perorare un cambiamento di paradigma per un nuovo modello di partenariato, per aprire la strada verso un Mondo più giusto e coerente e per costruire la pace attraverso l’amicizia e non attraverso barriere. Questa è l’unica strada possibile», ha affermato il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki. «L’auspicio è che l’Italia sia sempre più coinvolta insieme a noi in questa operazione. L’Italia è il principale punto di arrivo dei flussi migratori. Con l’Africa, condivide la preoccupazione di contenere i flussi migratori, la fuga di forza lavoro giovane. Per fermare le migrazioni di massa c’è una via sola: trasformare in prosperità le aree economicamente depresse dell’Africa».

Assoumani: «Puntiamo sulla presidenza italiana del G7, bene il Piano Mattei, pronti a lavorare in sinergia»

«Riponiamo molta speranza nella presidenza italiana nel G7, per la riduzione delle diseguaglianze, la risoluzione dei conflitti, lo sviluppo dell’imprenditoria, con l’obiettivo di stimolare gli investimenti e migliorare l’offerta di infrastrutture nei Paesi a basso reddito e reddito medio», ha dichiarato il presidente dell’Unione africana, Azali Assoumani accogliendo il Piano Mattei, e sottolineando che con l’Italia si lavorerà in sinergia. Ha anche parlato di «una cooperazione franca e sincera, su interessi comuni che l’Italia con una leadership illuminata mantiene con l’Unione africana. E ha ricordato che «i legami che ci uniscono sono storici, grazie agli investimenti italiani in Africa che contribuiscono alla creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di infrastrutture».

 

Ginevra Larosa

Foto © Africa rivista, Rai News, Quotidiano, Primato nazionale, La Stampa, Yahoo

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