Marsilio-D’Amico, all’Aquila le chiusure delle campagne elettorali

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Abruzzo al voto domenica con la solita incognita del numero di votanti. Non saranno permessi voti disgiunti

 

Dopo la Sardegna nuovo scossone o conferma della linea governativa. Fra un paio di giorni sapremo se l’opposizione compatta, campo largo che va da Bonelli e Fratoianni a Calenda e Renzi, passando per Schlein e Conte, sia pronta a scalzare nuovamente la maggioranza nazionale, con l’auspicio che domenica possa ripetersi l’impresa di due settimane fa. Due comizi, un chilometro o poco più a separarli, ma sembrano cento. All’Aquila sono andati in scena le chiusure delle campagne elettorali dei due candidati di centrodestra e centrosinistra in vista delle elezioni regionali abruzzesi.

Sono due mondi opposti i palchi dei due candidati: all’aperto e sotto una fredda pioggerellina quello di Luciano D’Amico, al caldo e all’asciutto, comodamente seduti su una fila di sedute disposte in fila ordinata quello di Marco Marsilio. Ad ospitare il suo discorso finale infatti, una confortevole tensostruttura. Agli antipodi anche le “atmosfere”. Quello di D’Amico è un tipico comizio di piazza di centrosinistra: musica, bandiere, ombrelli e chioschi che spillavano pinte di birra e grigliavano salsicce. Più ordinato l’evento targato Marsilio: security, composizioni floreali tricolori e militanti pronti a scandire il tempo degli applausi e degli sporadici cori da stadio (tipo “c’è solo un presidente”).

Gli endorsement per i candidati

Entrambi, invece, hanno offerto panini e bibite ai presenti. Quindi gli esponenti delle due coalizioni a sostegno dei candidati: la “sola” Alessandra Todde neogovernatrice (salvo ricorsi) per D’Amico; ministri, sottosegretari, quattro governatori e big di partito per Marsilio. Tra questi, il titolare ai Beni culturali, Gennaro Sangiuliano, il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e quello delle Marche, Francesco Acquaroli. Ma veniamo alla musica. La colonna sonora del centrosinistra spazia da “La canzone popolare” capolavoro di Ivano Fossati, a “Viva la vida” dei Coldplay. Si punta sul classico nel centrodestra con Andrea Bocelli e la sua “Con te partirò” e l’immancabile in ogni comizio di centrodestra che si rispetti, “A mano a mano” di Rino Gaetano. Uniche similitudini musicali, l’inno d’Italia, intonato però in tempi diversi: all’inizio da D’Amico e in conclusione da Marsilio. La chiusura di D’Amico manco a dirlo, non può che essere affidata a “Bella ciao”.

Marsilio: «Domenica li mandiamo a letto presto»

«Non abbiamo paura della sarda del’ultima ora, l’unica sarda che festeggia domenica notte è mia moglie», ha scherzato il presidente uscente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nel comizio di chiusura della campagna elettorale all’Aquila. «E siccome “Nu sem nu, vincemm nu», ha aggiunto il candidato del centrodestra in dialetto abruzzese. Sottolineando durante il comizio una previsione: «Li manderemo a letto presto, all’una di notte saremo già con dieci punti di vantaggio, non ci recupereranno mai».

«Dicono che il Governo sta qui in campagna elettorale. Ma chi l’aveva mai vista Elly Schlein in Abruzzo? Si è fatta qui otto giorni», attacca Marsilio, nel capoluogo. «Conte viene a promettere il Tribunale di Avezzano e Sulmona, sta qui da giorni perché ha l’imbarazzo del suo elettorato cresciuto negli anni contro il Pd, contro D’Alfonso, contro tutti quelli con cui si stanno alleando. Perfino contro D’Amico quando era presidente dell’azienda dei trasporti». Quindi l’appello agli elettori: «Abbiamo interrotto una stagione di irrilevanza, guai se dovesse vincere l’Abruzzo del no, della protesta sterile. La Regione verrebbe usata sul tavolo della politica nazionale e accadrebbe come fa De Luca che va in piazza a insultare Giorgia Meloni».

E ancora il candidato del centrodestra polemizza: «Campo largo? Per me è un campo abnorme, non ne ho paura io ma ne deve aver paura l’Abruzzo. Non possono fare il comizio tutti insieme perché non possono salire sullo stesso palco. Ma se non possono salire sullo stesso palco insieme, non possono fare la Giunta insieme». Per rispondere agli attacchi dei giorni scorsi: «Nessuno mi ha mai spedito né paracadutato. Appartengo a una storia comune: non c’è un abruzzese che non abbia un parente in giro per il Mondo». Nel centrosinistra «sono dei balordi perché non conoscono la parola amicizia», mentre nel centrodestra «c’è un amicizia profonda, siamo cresciuti sognando quel futuro che stiamo costruendo. Siamo una comunità umana prima di essere una coalizione, siamo un gruppo che travalica i partiti. Rimangono meravigliati quando lo scoprono».

D’Amico: «Vento cambiamento si è alzato»

«Due mesi fa mi si chiedeva chi me l’avesse fatto fare, ora mi chiedono “cosa farò nei primi cento giorni”. Il vento del cambiamento ormai si è alzato e noi lo asseconderemo. Vinceremo le elezioni e cambieremo insieme l’Abruzzo», asserisce il candidato del centrosinistra Luciano D’Amico, all’evento di chiusura della campagna elettorale per le campagne elettoraliregionali all’Aquila. Dopo aver parlato per una trentina di minuti, si è concesso un bagno di folla con i presenti. In una piazza piccola ma gremita, nel centro del capoluogo abruzzese, D’Amico ha distribuito decine di copie della Costituzione «che questa maggioranza di Governo vuole distruggere tra autonomie e premierato». Pochi gli altri esponenti della coalizione presenti, oltre alla già citata Todde. Tra questi, il capogruppo M5s alla Camera Francesco Silvestri e qualche rappresentante del territorio, tra cui la democratica Stefania Pezzopane e Giovanni Legnini.

«Noi tuteleremo tutte le famiglie e non permetteremo alla destra di fare della loro famiglia un baluardo dell’affettività», continua il possibile outsider alla testa dell’opposizione regionale. «Ho voluto iniziare questo comizio con l’inno nazionale perché il concetto di patria lo abbiamo difeso noi da quel signore che travestito da soldato tedesco stava fuggendo in Svizzera. Quindi, da quei signori nostalgici di quel signore non accettiamo lezioni sulla patria», spiega alla fine D’Amico all’evento di chiusura della sua campagna elettorale all’Aquila. Per finire col dedicare al capoluogo l’ultima stoccata al centrodestra: «Dobbiamo completare quella ricostruzione che noi abbiamo avviato, lo dobbiamo fare perché siamo stati noi che abbiamo immaginato una rinascita non solo fisica ma che comprende anche il tessuto sociale. L’Aquila sta tornando più bella di prima».

 

Ludovico Stella

Foto © Rete 8, Ministero dell’Interno, Agenzia Dire

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