Giornata mondiale della salute: “My health, my right”

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“La mia salute è un mio diritto”. Una giornata internazionale per celebrarla come diritto umano fondamentale

 

Si celebra oggi la Giornata Mondiale della Salute istituita dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) nel 1949 anche per ricordare la propria fondazione avvenuta il 7 aprile 1948. Da allora ogni anno viene scelto un tema specifico di particolare interesse per migliorare le condizioni di salute in tutto il Mondo.

Propositi della Giornata della Salute

Infatti l’obiettivo dell’Oms, come precisato nella sua Costituzione, è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute. Essa è definita come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo come assenza di malattia.

La Giornata Mondiale è un’occasione che si ripete ormai da 75 anni per promuovere a livello globale la sensibilizzazione su argomenti di salute pubblica che siano di interesse della comunità internazionale e lanciare programmi a lungo termine sugli argomenti di volta in volta valutati.

Salute come diritto

Citando le parole dell’Organizzazione il tema proposto quest’anno ha l’obiettivo di “sostenere il diritto di tutti, ovunque, ad avere accesso a servizi sanitari, istruzione e informazione di qualità, nonché ad acqua potabile, aria pulita, buona alimentazione, alloggi di qualità, condizioni lavorative e ambientali dignitose e libertà dalla discriminazione chiusa”. Inoltre ribadisce che il primo passo per far rispettare i propri diritti è conoscerli. Quello alla salute è riconosciuto nelle Costituzioni di ben 140 Stati, evidenzia l’Oms, ma secondo un’indagine condotta nel 2021 ancora 4,5 miliardi di persone non hanno avuto pieno accesso all’assistenza sanitaria di base.

In Italia il diritto alla salute è un diritto fondamentale, garantito dalla Costituzione. Esso racchiude una molteplicità di diritti come quello all’integrità fisica e psichica, a vivere in un ambiente salubre, a ottenere prestazioni sanitarie necessarie tempestivamente, a ricevere cure sicure ossia senza danni da errori medici o danni da un funzionamento inadeguato dei servizi sanitari.

I cosiddetti Lea

La legislazione italiana prevede anche i cosiddetti Lea (Livelli essenziali di assistenza) che devono essere individuati dallo Stato e garantiti a tutti sul territorio nazionale. Spetta invece alle Regioni l’organizzazione e l’erogazione dell’assistenza sanitaria nei rispettivi territori. In particolare per quanto riguarda il livello essenziale che devono garantire, quattro sono gli elementi chiave:

  • le attività di prevenzione individuale e collettiva (sicurezza alimentare, tutela della salute negli ambienti aperti e confinati e nei luoghi di lavoro, sanità veterinaria, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce, medicina legale);
  • l’assistenza distrettuale cioè i servizi sanitari e sociosanitari diffusi sul territorio (medicina di base, assistenza farmaceutica, specialistica e diagnostica ambulatoriale, servizi domiciliari, fornitura di protesi e ausili, servizi per la salute mentale, consultori familiari, servizi di riabilitazione);
  • l’assistenza ospedaliera;
  • l’assistenza sociosanitaria per particolari categorie.

Intorno alla Giornata mondiale della salute sono state programmate molte iniziative di sensibilizzazione e di divulgazione di attività di sanità pubblica. Da domenica 7 per tutta la settimana gli enti dei sistemi sanitari regionali organizzano su tutto il loro territorio iniziative dedicate alla salute in tutti i suoi aspetti: prevenzione, vaccinazione, promozione della salute, ambiente, malattie professionali eccetera

Allarme giovani in Europa

La Giornata è anche un’occasione per evidenziare criticità relative alla salute. Nonostante dal 1948 siano stati fatti molti passi avanti nella promozione del benessere psico-fisico delle persone, negli ultimi anni sono continui i mutamenti a livello mondiale. Le guerre, le crisi economiche, la pandemia, sono cambiamenti che hanno accentuato le disuguaglianze sociali. Oggi è ancora più critico l’accesso ai servizi sanitari e hanno anche avuto un importante riflesso sull’equilibrio psicologico ed emotivo delle persone.

Nei Paesi ad alto reddito la depressione sarà, entro il 2030, la principale causa di disabilità. In particolare in Europa sono stati

Salutelanciati diversi appelli perché siano attuati interventi a favore della salute mentale dei ragazzi nei contesti vulnerabili (conflitti, situazioni di violenza, sfollamenti forzati, disastri ed emergenze sanitarie). In base a recenti dati solo nell’Unione europea più di 11 milioni di bambini e giovani hanno problemi legati alla salute mentale con maggiori probabilità di essere esposti ad ansia e depressione.
Dovrebbe essere la priorità di ogni società investire maggiormente e a lungo termine sui servizi di prevenzione e sostegno psicologico per i ragazzi che ne hanno bisogno.

Movimenti critici nei confronti dell’Oms

Non mancano movimenti, sia italiani che europei, che evidenziano come l’obiettivo sostenuto alla nascita dall’Oms ”Salute per tutti” è oggi influenzato dai cambiamenti della stessa Organizzazione. Attualmente infatti essa riceve finanziamenti anche da strutture private. Perdippiù la sua azione è influenzata dalle politiche sui farmaci dell’Organizzazione mondiale del commercio. E certamente risente anche delle pressioni di fondazioni private come per esempio Big Pharma. L’obiettivo “Salute per tutti” forse oggi più che nel passato continua ad essere perseguito da associazioni e movimenti indipendentemente dalle politiche dell’Oms.

Infatti varie realtà italiane, tra cui Medicina democratica, aderiscono alla Rete europea La salute non è in vendita” e alla “Rete contro la commercializzazione della salute” che insieme a EPSU, (European Public Service Union) e alla sezione europea del People’s Health Movement hanno organizzato una manifestazione a Bruxelles e per l’8 mattina un incontro pubblico nel Parlamento europeo.

Intenti da sottoporre all’iniziativa europea

Sono sette gli obiettivi che verranno presentati in occasione della Giornata della Salute al Parlamento europeo:

1. Un finanziamento pubblico adeguato per sostenere Servizi sanitari efficienti;
2. Stop alle privatizzazione della sanità;
3. accessibilità alle cure: per tutti indipendentemente dalle disponibilità economiche;
4. democrazia sanitaria attraverso il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali;
5. inserimento delle clausole sociali, ambientali e sanitarie in tutte le decisioni dell’Ue che coinvolgono la salute;
6. nuove politiche sui farmaci: priorità a quelli generici, costruzione di un’industria farmaceutica pubblica europea finanziata con una cifra pari a quella destinata ogni anno dall’Ue all’agenzia spaziale europea;
7. aumento degli stipendi di coloro che lavorano in sanità per fronteggiare la carenza di personale;

8. stop al reclutamento di operatori sanitari nel sud del Mondo, per evitare tra l’altro che quei Paesi siano privati delle competenze necessarie per costruire un proprio futuro.

Il diritto alla salute in Africa

Per quanto riguarda il Continente africano, Amref Health Africa, la più grande organizzazione sanitaria nazionale senza fini di lucro, ha presentato la situazione del Continente. Questo conta circa 2 milioni di professionisti sanitari qualificati tra medici infermieri e ostetriche che si occupano di una popolazione di 1,2 miliardi di persone. Inoltre nella sola Africa Subsahariana si trova il 20% di tutti i malati del mondo e si verifica il 50% delle morti infantili a livello globale. Il vero significato della copertura sanitaria universale è che quando qualcuno si ammala dovrebbe poter accedere ai servizi di cui ha bisogno indipendentemente dal reddito. E avrebbe, altresì, diritto a ricevere le cure necessarie senza coprire distanze di anche 50 km da percorrere a piedi.

Per di più in alcune zone del continente la situazione sanitaria è aggravata da conflitti incessanti e dai cambiamenti climatici. Anche questo mette a dura prova i sistemi sanitari già molto vulnerabili. Il lavoro di Amref negli ultimi anni è stato soprattutto quello di formare operatori sanitari di comunità. Essi prestano assistenza nelle zone remote in cui vivono. Per la loro formazione è stato fondamentale l’utilizzo di piattaforme online.

 

Veronica Tulli

Foto© ASST FBF SACCO, Ministero della Salute, PosteMyWall, WHO Regional Office for Africa

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Appassionata della vita mi sono dedicata negli anni ai temi della crescita personale, della salute e della sostenibilità, donandomi ai miei cinque figli. Giornalista pubblicista, laureata in Giurisprudenza e in Scienze Religiose, non ho mai tralasciato la mia predilezione per la letteratura, l’inglese e lo spagnolo. E scrivo di tutto ciò per chi, preso da mille incombenze, non ci si può dedicare.

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