A Ilenia Maria Calafiore la XIV Edizione del Caffè letterario Moak

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Una delle firme di Eurocomunicazione vince il primo premio a Modica. Musica, parole e fotografie durante la serata di premiazione

Sabato 10 ottobre si è svolta a Modica la premiazione della XIV edizione del concorso letterario Moak. La sede direzionale della celebre marca di caffè si è trasformata per l’occasione con palchi e luci e ha accolto personaggi di spessore del panorama culturale italiano. A condurre, per la seconda volta consecutiva, la giornalista televisiva Paola Maugeri, a suo agio nel palco tra fotografie, parole e musica.

La giuria, presieduta dallo scrittore Mauro Covacich, secondo classificato al premio Strega 2015 e composta dagli altri scrittori Guido Corti, Elena Stancarelli, Gianluca Morozzi ed Enza Campino (“Premio Mauri” come libraia dell’anno) ha consegnato il primo premio alla nostra collega di Eurocomunicazione Ilenia Maria Calafiore, con il racconto “Come nascono gli imperi”; al secondo posto Daniela Grandinetti, mentre terzo il giovanissimo Roberto Gerace. L’attore Alessandro Romano ha preceduto la premiazione vera e propria interpretando alcuni brani tratti dai racconti vincitori.foto2

La musica ricercata della band siciliana Veivecura, ha movimentato la serata scandendo la premiazione.

Per la fotografia, ad aggiudicarsi il primo premio del contest “Fuori Fuoco” è stato Edoardo Seminara con il trittico “Immobile”, premiato dalla giuria di Denis Curti composta da Massimo Siragusa (Contrasto) e Tony Gentile (Reuters), Ginette Caron (designer grafico e membro di Aiap) e Marco Lentini (grafico Moak). Secondo Gianluca Bevacqua con i suoi fondi di caffè mentre il terzo premio è andato a Lorenzo Cicconi Massi.

A consegnare i premi Giovanni e Livia Spadola, fondatori della Moak, da sempre attenti alla cultura e a dare spazio ai giovani.foto 3

Durante la serata sono intervenuti anche Andrea Bartoli e Florinda Saieva creatori del progetto Farm Cultural Park, progetto che ha trasformato il centro di Favara, piccolo paesino siciliano quasi in abbandono, in un’opera d’arte a cielo aperto.

 

Nicola Del Vecchio

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