Bocuse d’Or e Coupe du monde de la patisserie per la prima volta in Italia

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Dal 10 al 12 giugno si svolgeranno a Torino le selezioni europee delle Olimpiadi della gastronomia. A presiedere la giuria l’italiano Carlo Cracco e l’ungherese Tamas Szell

24 giovani chef selezionati in tutto il mondo. 5 ore e 35 minuti per creare i piatti migliori che abbiano mai realizzato. Un pubblico entusiasta e una giuria composta da alcuni dei più autorevoli chef a livello mondiale. È questo il Bocuse d’Or, concorso di alta gastronomia ideato nel 1987 da Paul Bocuse e nato da un’intuizione geniale: creare un evento che avesse le caratteristiche di una gara sportiva ma, nello stesso tempo, fosse anche un vero e proprio spettacolo tutto incentrato sulle abilità degli chef partecipanti.

Delle vere e proprie Olimpiadi di alta cucina che coniugassero lo spirito fortemente competitivo dei giovani talenti in gara con una grande partecipazione di pubblico. Dopo oltre trent’anni, il successo dell’evento dimostra quanto fosse rivoluzionaria l’idea di Bocuse.

Quest’anno, per la prima volta, le selezioni continentali delle Olimpiadi d’alta cucina si svolgeranno in Italia, e più precisamente a Torino. Si inizierà il 10 giugno all’Oval Lingotto con la selezione europea della Coupe du Monde de la Pâtisserie, fondata a Lione nel 1989 dal grande maestro pasticciere Gabriel Paillasson. Lunedì 11 e martedì 12 giugno, invece, sempre all’Oval si terranno le selezioni europee del Bocuse d’Or.

Saranno 20 i team europei che si contenderanno la qualificazione per la finale mondiale, che avrà luogo il prossimo gennaio a Lione. Quattordici gli chef in giuria, presieduta dall’ungherese Tamás Széll, vincitore della selezione europea di Budapest nel 2016 e quarto all’ultima finale mondiale del Bocuse d’Or, e dall’italiano Carlo Cracco, allievo del maestro Gualtiero Marchesi e presidente d’Onore, insieme a Jérôme Bocuse (presidente del Bocuse d’Or e figlio del fondatore) e Enrico Crippa, presidente del Bocuse d’Or Europe 2018.

Il candidato del team Italia è lo chef Martino Ruggieri, che dallo scorso aprile è impegnato ad allenarsi ad Alba, presso l’Accademia Bocuse d’Or Italia presieduta da Enrico Crippa e diretta da Luciano Tona. Per il giovane chef italiano, concentrazione massima e un unico obiettivo: qualificarsi alla finale di Lione, dove il team Italia non è ancora mai riuscito a vincere.

Durante i giorni delle selezioni la città di Torino sarà animata da un ricco programma culturale, il Bocuse d’Or Europe OFF 2018, all’interno del quale spicca la mostra dedicata a Gualtiero Marchesi, che sarà presentata domani.

 

 

«La Francia e l’Italia sono universalmente riconosciute come le nazioni dove l’enogastronomia è cultura, il cibo uno stile di vita, la cucina un’arte» ha dichiarato Florent Suplisson, direttore gastronomico del Bocuse d’Or e della Coupe du Monde de la Pâtisserie. «Nell’anno del cibo italiano nel mondo – ha aggiunto – portare a Torino il Bocuse d’Or significa celebrare il genio e la semplicità di Paul Bocuse in un Paese che amava e che è sempre stato di grande ispirazione per lui.

Alla finale europea, celebreremo Paul Bocuse e Gualtiero Marchesi, due grandi rivoluzionari della cucina, la cui eredità ci auguriamo che continui a influenzare gli chef italiani e francesi, di oggi e del futuro». Le selezioni europee di queste prestigiose competizioni rappresentano senza dubbio un’importante occasione per la città di Torino per valorizzare la tradizione enogastronomica italiana rendendola sempre più competitiva a livello internazionale.

 

«Per Torino il 2018 è sicuramente l’anno del cibo» ha dichiarato Alberto Sacco, assessore al Commercio e Turismo della Città. «Quest’anno – ha spiegato – in città si concentrano molti eventi grandi e piccoli, tutti incentrati sul cibo non solo in quanto nutrimento, ma anche godimento. La finale europea del Bocuse d’Or e della Coppa del Mondo della Pasticceria è certamente uno degli eventi più prestigiosi; per questa ragione Torino ha deciso di partecipare attivamente alla sua organizzazione e promozione».

 

Valentina Ferraro

 

 

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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