Scontri in Place de la République per una manifestazione non autorizzata. Lancio di oggetti, cariche e lacrimogeni. 174 persone in stato di fermo
Si apre oggi a Parigi COP21, la conferenza organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), che vedrà riunirsi nella capitale francese oltre 150 capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo. Il summit inizia tuttavia sotto il segno della tensione: la giornata di ieri, infatti, è stata segnata da scontri violenti fra polizia e manifestanti.
Nonostante il divieto di manifestazione e assembramento emanato dal governo francese in seguito ai tragici fatti del 13 novembre, un gruppo di facinorosi autodefinitisi “AntiCOP21” ha infatti iniziato a sfilare in Place de la République sfidando il divieto. Ne sono seguiti degli scontri fra polizia e manifestanti, molti dei quali a volto coperto, che hanno iniziato a tirare contro la forze dell’ordine pietre e oggetti.
La polizia ha risposto con cariche e lancio di lacrimogeni. Sono state ore di tensione, in cui Place de la République, fino a qualche giorno fa simbolo di solidarietà e luogo dedicato alla memoria delle vittime degli attacchi terroristici, è stata travolta dalla violenza. Alcuni dei manifestanti hanno addirittura utilizzato gli oggetti lasciati attorno alla statua della Marianne come “armi” da lanciare contro le forze dell’ordine. Sono 208, secondo quanto reso noto dalla prefettura, le persone interrogate in seguito agli scontri, mentre 174 in stato di fermo.
Fortemente turbato da questi avvenimenti il presidente Hollande che non ha esitato a definire i fatti «scandalosi», tanto più perché hanno avuto luogo in Place de la République, «proprio dove c’erano candele, fiori e altri ricordi».
E pensare che la mattina di domenica era stata caratterizzata da una protesta pacifica e di grande impatto che aveva visto quella stessa piazza riempirsi di migliaia di scarpe. Questa la “trovata” dell’ong Avaaz che, per non contravvenire al divieto di assembramento ha organizzato questa enorme installazione, invitando a lasciare le proprie scarpe come segno di protesta contro il surriscaldamento climatico e come monito verso i leader mondiali per impegnarsi concretamente per il futuro nel nostro Pianeta.
Insieme a tantissime scarpe di gente comune, anche quelle di Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, e quelle di Papa Francesco.
Valentina Ferraro
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