Juncker a Renzi: «Non sono il capo di una banda di burocrati, ma il presidente di un’istituzione da rispettare»

0
223

Il premier italiano: «Non vado a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare»

«Cerchiamo di non sabotare la Commissione prima che inizi a lavorare». A dichiararlo è il nuovo presidente dell’esecutivo Ue, Jean Claude Juncker. Destinatario del monito è l’Italia, o meglio, il suo presidente del Consiglio. Renzi, infatti, a margine dell’ultimo Consiglio europeo, non aveva risparmiato critiche ai «tecnocrati di Bruxelles».

Da parte sua il presidente della Commissione non ha aspettato molto a replicare in modo quanto mai fermo e determinato. Proprio durante la  prima conferenza stampa dal suo insediamento, Juncker ha voluto subito chiarire: «Ho la ferma intenzione di reagire con energia alle critiche ingiustificate da qualunque parte vengano. Dire che la Commissione è fatta da burocrati o dire che non si accettano lezioni dai burocrati non è una cosa che mi piace, sono capo di 27 commissari politici e non siamo burocrati, siamo politici». Immediata è poi arrivata la stoccata diretta proprio all’Italia: «Se Barroso avesse ascoltato solo i burocrati, il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso».

Parole che si fanno ancora più brucianti dopo che la Commisione ha reso note le stime sulla condizione economica del Belpaese, con un debito crescente (si prevede nel 2015 il raggiungimento del 133,8%) e drammatici livelli di disoccupazione.

Juncker ha poi precisato: «Non mi è piaciuto il comportamento dei leader di governo dopo il Consiglio, una riunione che è stata creata per risolvere i problemi, non per amplificarli o crearli». E   al premier italiano: «Devo dire al mio caro amico Renzi che non sono il capo di una banda di burocrati, ma il presidente della Commissione, un’istituzione da rispettare».

Renzi, da parte sua sceglie il salotto di Ballarò per replicare a Juncker: «È   cambiato il clima per l’Italia, in Europa non vado a dire “per favore ascoltateci”, non vado con il cappello in mano. Non vado a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare e l’ho spiegato anche a Barroso e Juncker». E ancora: «In Italia ce la stiamo giocando, la partita non è vinta né persa ma stiamo segnando dei gol».

A precisare le posizioni dell’Italia è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi che, ai microfoni di Radio24 ha spiegato: «Abbiamo ribadito che chiediamo che la Commissione ritrovi il ruolo politico che ha perso e valuti questioni gravi non in base ad astrusi parametri finanziari prodotti da comitati. La tecnocrazia – ha ribadito Gozi – è utile, i funzionari a Bruxelles sono di notevole competenza ma le decisioni non devono essere prese in base ad una logica aritmetica».

Fiasha Van Dijk

Foto © European Community, 2014

Articolo precedenteLa Crimea è in Russia, gaffe geografica della FIFA
Articolo successivoLa Corte di giustizia dell’Ue conferma: l’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie allo smaltimento dei rifiuti
Fiasha Van Dijk
Fondamentalmente apolide, proveniente solo "per caso" dai Paesi Bassi, figlia di immigrati di due continenti diversi da quello in cui vivo, spero di portare i resoconti dei pregi delle politiche dell'integrazione, della salute e della medicina dal resto d'Europa...

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui