Parlamento Ue contro il presidente dell’Eurogruppo

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Dijsselbloem non va al dibattito in plenaria sulla Grecia, reprimenda di Tajani. Lettera formale di protesta, per i capigruppo di Ppe e S&D Weber e Pittella deve andare via

Non è proprio un gran periodo per l’olandese Jeroen Dijsselbloem. Dopo la recente sconfitta elettorale, la tristissima uscita (con polemiche a non finire) sui Paesi del Sud Europa, troppo attenti a sprecar denari in donne e alcool, il presidente dell’Eurogruppo incassa l’attacco frontale del Parlamento europeo.

Decisivo la sua nuova presa di posizione, anzi la sua mancata presenza, che ha causato malumori: invitato dal presidente Antonio Tajani a parlare nella seduta plenaria di Strasburgo del debito greco, Dijsselbloem ha declinato per la terza volta. Questioni di agenda, spiega il ministro olandese uscente delle Finanze, ma il rifiuto incendia gli animi a 360 gradi nell’Europarlamento snobbato.

Rispondere ai rappresentanti dei cittadini «è una questione anche di elementare cortesia», ha chiosato un Tajani che si tratteneva a stento. «Anche se non c’è un obbligo giuridico» – ha dichiarato il presidente del Pe in apertura di seduta – «comunque ci sarebbe da aspettarsi che quando qualcuno chiede ai cittadini di fare enormi sacrifici senta anche il dovere di rispondere ai suoi rappresentanti».

Frasi che danno il via a una serie lunghissima di interventi da parte di tutti i gruppi parlamentari, unanimi nel condannare quello che è considerato un falco del rigore: arroganza, supponenza, disprezzo sono i termini che ricorrono di più per stigmatizzare l’atteggiamento del presidente dell’Eurogruppo verso la monocamera comunitaria.

Il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, e quello socialista, Gianni Pittella, ribadiscono nell’occasione la loro richiesta di dimissioni, già formulata dopo la sua criticata intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz). Il capogruppo dei liberali dell’Alde Guy Verhofstadt coglie l’occasione per insistere sulle riforme da apportare a suo parere ai meccanismi delle istituzioni europee e chiede che si crei un posto di “presidente permanente dell’Eurogruppo”, sottoposto al controllo politico del Parlamento Ue.

Interpellato sugli attacchi arrivati da Strasburgo, lo staff di Dijsselbloem si limita a rimandare alla lettera inviata la settimana scorsa in risposta all’invito di Tajani. L’olandese spiegava di volere discutere con il Parlamento della Grecia e precisava di avere già parlato del salvataggio greco appena una settimana prima davanti alla commissione economica dell’eurocamera, dove peraltro usa presentarsi regolarmente.

I parlamentari, però, vogliono Dijsselbloem in aula in plenaria a Strasburgo e ora è in arrivo una lettera formale di protesta da parte del presidente Tajani. Un nuovo colpo a una poltrona già in bilico (il mandato scadrebbe a gennaio 2018) dopo le critiche e le richieste di dimissioni arrivate da esponenti delle istituzioni e delle forze politiche europee e da governi nazionali.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © Faz, Financial Times, European Union

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