Telecomunicazioni, 5g e Ue: il futuro passa dal settore spaziale

0
2003

È un testa a testa USA-Cina per la leadership. Eppure il Vecchio Continente ha ancora qualche carta da giocare in un settore troppo a lungo trascurato, lo spazio extra-atmosferico

È l’alba della quinta generazione nel settore delle telecomunicazioni. I blocchi di frequenze dedicati al 5g sconvolgeranno l’ambito della smart city – pubblica sicurezza, trasporti, monitoraggio ambientale – della sanità, del turismo e della cultura in generale, permettendo di scambiare a distanza e in tempi velocissimi enormi quantità di informazioni. È una rivoluzione che coinvolge velocità e capacità delle connessioni in ogni ambito della vita, civile e politica e che che da qui al 2025 dovrebbe generare introiti per più di 200 miliardi di euro a livello mondiale.

In un contesto simile è evidente l’interesse di Usa e Cina a diversificare le proprie strategie di azione sul mercato, mentre l’Unione europea gioca il solito ruolo di attore anziano e stanco, poco propositivo. Mentre ci si aspetta che Bruxelles detti linee guida coerenti e un piano uniforme d’azione per accogliere la rivoluzione, permangono dati reali che evidenziano un panorama europeoa due velocità” con Stati che ancora non hanno realizzato l’asta per l’assegnazione delle frequenze agli operatori.

Così, prevale la linea – sicuramente fondata – della preoccupazione sul fronte della sicurezza del ground segment e delle apparecchiature: la Commissione europea illustra pacchetti di raccomandazioni per stimolare piani di aggiornamento dei requisiti controllo, gli Stati membri singhiozzano riserve nei confronti degli operatori extra-comunitari.
I problemi dell’Ue sono di natura politica, di concertazione e indirizzo di una politica uniforme a livello economico.

Una possibile via europea: il satellite

Senza rischiare di sminuire il tema della sicurezza, cruciale sul piano etico tanto quanto su quello strategico ed economico, non va trascurato un elemento importante: la TLC è in continua evoluzione e la quinta generazione, che utilizza perlopiù connessioni in fibra ottica, è sicuramente in grado di offrire prestazioni superiori, ma ha tempi e costi di distribuzione molto alti per poter raggiungere ogni area del globo. Ed ecco affacciarsi il tema della sostenibilità. Ecco entrare in gioco la comunicazione satellitare, l’unica soluzione a banda larga per coloro che vivono in aree scoperte dalla fibra. È facile intuire che la copertura Internet globale costituirebbe un catalizzatore economico e sociale per le aree più isolate, in ogni ambito della telecomunicazione: programmi di apprendimento in distance learning, servizi di telemedicina, monitoraggio e prevenzione di disastri naturali.

Il punto è che l’Europa ha una tradizione spaziale antica e invidiabile, basti pensare a ELDO (European Launcher Development Organization) e ESRO (European Space Research Organization), due organizzazioni internazionali risalenti agli anni sessanta che cercavano di catalizzare l’impegno degli Stati europei nelle tecnologie spaziali dei lanciatori e dei satelliti. E ancora, i progetti Galileo ed EGNOS (navigazione satellitare) e GMES, ora Copernicus (osservazione della Terra), frutto della collaborazione tra ESA (Agenzia spaziale europea) e CE (Commissione europea). Nonostante l’impegno ad avviare una strategia spaziale nel 2000 e un documento sulla politica spaziale nel 2003, il settore spaziale è rimasto ai margini – se non addirittura escluso – dai Trattati fino al 2007.

Non stiamo parlando di fantaeconomia, ci sono dati reali e strategie in corso di attuazione a dimostrare la centralità del satellite nel futuro delle telecomunicazioni: la Repubblica popolare cinese vuole, e probabilmente riuscirà, a imporre il primato nello spazio della sua industria attraverso un piano, Made in China 2025, che mira ad assicurare la pole position delle connessioni internet satellitari, battezzando una nuova industria delle telecomunicazioni che punta al sorpasso gli Stati Uniti, raggiungendo l’indipendenza dai brevetti altrui.
Anche Amazon ha sfidato il 5g: il Progetto Kuiper prevede di lanciare all’interno dell’orbita terrestre bassa più di 3.000 piccoli satelliti per fornire connessione internet a banda larga. E ancora Oneweb, società americana con sede a Londra, ha raccolto 1,25 miliardi di dollari di finanziamenti per il proprio progetto di internet satellitare.

Il progetto ‘Broadband for all’Risultati immagini per broadband for all

Ad oggi, non si può dire che l’Europa sia immobile sul fronte dell’implementazione della connessione interet satellitare. Il progetto “Broadband for all” cerca di assicurare una connessione internet in ogni zona europea, anche quelle scoperte dalla fibra. L’obiettivo del progetto è di massimizzare la connettività a banda larga per tutti i cittadini Ue, indipendentemente dalla loro ubicazione. In poche parole, lo Stato fornisce un finanziamento agli utenti idonei che potranno scegliere un fornitore di servizi registrato che procederà all’installazione e all’attivazione di apparecchiature adatte a colmare il gap di connettività.

Insomma, una “Broadband for all europeans” che, per lanciare il guanto della sfida alla connessione 5g, dovrebbe ambire a un “Broadband for all the world”.

 

Simone Di Gregorio

Foto © Università di Padova (apertura), Micron

Articolo precedenteIl 35° Festival dell’Umorismo incorona il mago ventriloquo
Articolo successivoHalldór Laxness custode della cultura islandese

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui