Il valore del turismo in Italia al top del Country Brand

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Cultura e paesaggi, tradizione e gastronomia hanno reso il Belpaese una meta ambita dai viaggiatori di tutto il mondo. La maggior parte di loro sono europei

Con 60 milioni di visitatori all’anno per 350 milioni di pernottamenti, il turismo italiano incide per poco meno del 10% del Pil e occupa circa due milioni di persone, oltre il 10% della forza lavoro. Negli anni, la grande offerta turistica delle vacanze italiane ha avuto un ruolo di base nella costruzione del Country Brand. Città d’arte e cultura, ricca gastronomia, bellezze paesaggistiche, dalle spiagge alle località montane, sono sicuramente tra le ragioni dell’enorme afflusso di viaggiatori da tutto il mondo, accolti (perlopiù) da un clima mite. A tutto questo, certamente, devono corrispondere un’organizzazione e una valorizzazione adeguate.

Il valore del turismo in Italia al top del Country BrandCosa che non si verificò immediatamente nel dopoguerra, quando le amministrazioni non seppero leggere l’espansione del fenomeno turismo. Mancavano ancora razionalizzazione e coordinamento dei vari enti, le cui funzioni erano gerarchizzate in maniera piramidale, che poco teneva conto delle esigenze di decentramento, soprattutto nel settore, soddisfatte solo a partire dagli anni ’70.

Il turismo si stava sempre più massificando, perdendo quei caratteri elitari dei decenni e secoli precedenti, le vacanze italiane stavano assumendo i caratteri riconoscibili che avrebbero portato il turismo ad essere un vero e proprio valore del Country Brand. In questo fu fondamentale lo sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti, dalle reti autostradali e ferroviarie per gli spostamenti più brevi, agli aeroporti, con voli charter per abbattere tempi e costi. A ciò corrispose un ampliamento delle strutture ricettive, anche economicamente più accessibili.

Il valore del turismo in Italia al top del Country Brand Per ottimizzare le risorse, l’Italia ha cercato di richiamare l’attenzione delle forze politiche e sociali con la I Conferenza Nazionale del Turismo, svoltasi a Roma nel maggio 1966. Già dal secondo dopoguerra si era avviata la ricostruzione del patrimonio turistico, per buona parte distrutto dal conflitto, ma con il crescere del potenziale aumentò la dimensione e l’organicità degli interventi.

La storia del turismo in Italia ha radici lontane nel tempo. La tradizione religiosa, artistica e culturale così variegata ha sempre attirato, da ogni parte d’Europa, prima pellegrini, poi visitatori, quindi artisti in cerca di ispirazione. Nel XVIII secolo cominciò a destare interesse anche la realtà più popolare e rurale, quasi in contrasto con la grandezza del passato. Per le ragioni prima esposte, fu solo nella seconda metà del Novecento che il turismo si è massificato. Di grande moda fra tedeschi e austriaci erano le vacanze balneari nella riviera adriatica, primo grande boom a livello quantitativo.

Il valore del turismo in Italia al top del Country Brand L’ingresso nell’Unione europea ha permesso al turismo, come a tutti gli altri settori, di godere di una rete di protezione e sviluppo, particolarmente importante in questi anni di recessione economica. Il Fondo europeo di sviluppo regionale è stato creato dalle istituzioni continentali per sostenere la qualità del turismo e dei beni naturali, storici e culturali, l’attività di città e regioni da visitare, l’innovazione dei servizi fruibili collegati. Per il periodo 2014-2020, i regolamenti del Fesr invitano agli investimenti in un turismo intelligente, alla valorizzazione delle risorse, del patrimonio e delle eccellenze, anche imprenditoriali. Perché la sola bellezza non può bastare per vivere di rendita.

Il valore del turismo in Italia al top del Country Brand La forza del turismo italiano è confermata dai numeri. Un sondaggio del 2011 ha visto l’Italia meta preferita per il 14% dei lussemburghesi, l’11% degli austriaci e degli olandesi, il 10% dei tedeschi, che sono stati i maggiori visitatori del Belpaese nel 2013, con più di 10 milioni di presenze. A seguire 4,5 milioni di statunitensi, poco meno di 4 milioni di francesi e 3 di inglesi, un paio di milioni di svizzeri, austriaci, russi, olandesi e cinesi. Ottimi numeri e crescita costante, che hanno confermato il quinto posto come destinazione mondiale, alle spalle di Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina, mentre sugli incassi anche Thailandia e Gran Bretagna hanno fatto meglio.

Il valore del turismo in Italia al top del Country Brand A fare la parte del leone sono le città d’arte e culturali, che con le loro specificità nell’immaginario collettivo – dalla Roma dei papi e dei gladiatori alle shakespeariane Verona e Venezia, dalla Firenze rinascimentale alla musicalità di Napoli – attirano il 44% dei turisti stranieri. Le spiagge richiamano il 17% dei viaggiatori, laghi e montagne rispettivamente il 9%, le località termali il 3%. Il restante è mosso da “interessi vari”, ricordando che anche il più minuscolo dei borghi, da nord a sud, ha una storia da raccontate, feste patronali, sagre di prodotti tipici.

fontana-di-treviIl sistema alberghiero italiano è tra i leader nel mondo per la disponibilità di posti, in rapporto ovviamente al numero di abitanti. Siamo in quarta posizione con 1,1 milioni di camere, dietro a Stati Uniti (4,9 milioni), Cina e Giappone (intorno a 1,5 milioni), davanti anche alla Germania (meno di un milione). I posti letto sono 2,2 milioni, il 17% del totale dell’Unione europea, davanti a Spagna, Germania, Regno Unito e Francia. La permanenza media è di 3,7 notti, in calo soprattutto per quanto riguarda il turismo domestico, mentre è praticamente stabile (-0,2%) tra gli stranieri, con una spesa di circa 100 euro per notte.

L’impatto recente di airbnb, il network per la ricezione nato a San Francisco, è stimato di circa 3,4 miliardi di euro per l’Italia (0,22% del Pil). Nel 2015 3,6 milioni di persone hanno usato questo mezzo per trovare casa in Italia, dando lavoro a più di 80 mila host. Sempre più la popolazione è coinvolta nel creare una rete di accoglienza riconoscibile, rafforzando il turismo come elemento fondamentale per il Country Brand di questo Paese.

Raisa Ambros

Foto © WebEconomia; Marco Polo News; keyword-suggestions.com; Viaggi; Agaptour

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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