La competizione elettorale si svolgerà per la prima volta seguendo le nuove regole del Trattato di Lisbona. Un primo passo verso un importante processo di cambiamento
«Questa volta è diverso». Questo il messaggio che Bruxelles lancia a gran voce in vista delle imminenti elezioni europee. La parola chiave della competizione elettorale che si svolgerà il mese prossimo sembra essere proprio questa: cambiamento. E poi, partecipazione, altro termine fondamentale in queste elezioni. Parole che ricorrono nei dibattiti fra candidati, campeggiano sui manifesti pubblicitari, ma che sono anche al centro dei confronti, ormai sempre più serrati, che si svolgono a Bruxelles fra “gli addetti ai lavori”. Il cambiamento in effetti è di portata storica e passa proprio attraverso i cittadini europei e il loro voto.
Quelle che si svolgeranno dal 22 al 25 maggio saranno infatti le prime elezioni dopo il trattato di Lisbona del 2009. Trattato che ha sancito, con l’articolo 17.7, un passaggio fondamentale nella nomina del presidente della Commissione europea che, per la prima volta nella storia dell’Ue, verrà eletto dal Parlamento stesso, su proposta del Consiglio europeo. Proposta che dovrà tener conto dei risultati elettorali e delle consultazioni con il Parlamento che si terranno in seguito ad essi. È proprio questo l’elemento decisivo che rende queste elezioni europee “diverse”: per la prima volta, l’esecutivo (la Commissione) si carica di una valenza politica, che passa attraverso i cittadini e il loro voto. Questo cambiamento rappresenta dunque un primo passo verso un importante percorso che ci si augura possa portare alla formazione di un vero sistema politico europeo, con un riequilibro delle istituzione all’interno dell’Ue.
Dei tredici partiti politici europei, cinque hanno proposto un proprio candidato per la nomina a presidente della Commissione. Per la prima volta, dunque, i cittadini europei potranno scegliere direttamente fra i candidati dei diversi schieramenti politici. Si tratta di personalità che, nella maggior parte dei casi, spiccano per la loro formazione politica “europea”: basti pensare ai due principali top candidate : Jean-Claude Juncker (PPE), ex primo ministro del Lussemburgo ed ex presidente dell’Eurogruppo, e Martin Schulz (PSE) attuale presidente del Parlamento europeo. Anche questo fenomeno può essere collocato all’interno di una volontà di cambiamento che sembra caratterizzare in modo forte le elezione europee del prossimo maggio.
Valentina Ferraro
Foto © European Community, 2014