Occhi al cielo. Dal cosmo un aiuto per (salva)guardare la vista

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La tecnologia ad ottica adattiva é una tecnica di diagnosi delle patologie oculari. Alla Fondazione Bietti di Roma progetti di livello internazionale

Uno sguardo nel cosmo. Letteralmente. “The eye and the sky” ( l’occhio e il cielo) in due parole, semplici ma infinite, rappresenta il nucleo della tecnologia ad ottica adattiva. É una tecnica rivoluzionaria sviluppata in Europa per studiare lo spazio e attualmente usata per diagnosticare in maniera precoce le patologie che colpiscono gli occhi e sono causa di cecità come il diabete, il glaucoma, la degenerazione maculare legata all’invecchiamento e le distrofie retiniche. E così riuscire a salvare la vista a moltissime persone a rischio.

Ne parla a Roma l’astrofisico irlandese Nicholas Devaney ospite della Fondazione G. B. Bietti per lo studio e la ricerca in oftalmologia che con il dottor Marco Lombardo usa questa tecnologia. Devaney ha partecipato in Spagna allo sviluppo del Gran Telescopio Canarias, il più grande telescopio terrestre del mondo, ed é stato responsabile del suo sistema di ottica adattiva. Si tratta di una tecnica dalle potenzialità davvero infinite, come il cosmo, utilizzata originariamente nell’ambiente militare per rendere più nitide le immagini di oggetti spaziali acquisite dai telescopi terrestri. Quando viene applicata, adattata, per l’appunto, all’oftalmologia permette di esaminare a 360 gradi, fin nei minimi particolari, i tessuti oculari. Con una risoluzione che si può paragonare a quella finora possibile solo nelle indagini istologiche. Ovvero una risoluzione spaziale fino a 2 micrometri (2 millesimi di millimetro) che può attivare a mostrare le singole cellule, i capillari e le fibre nervose retiniche che gli strumenti usati normalmente non riescono a vedere.

La Fondazione Bietti è all’avanguardia nell’applicazione clinica di questo metodo di diagnosi rivoluzionario. E il responsabile scientifico e clinico dei progetti, il dottor Marco Lombardo uno dei primi al mondo a impegnarsi nello studio di questa tecnologia applicata all’Oftalmologia, ha puntato all’unione scientifica europea e non solo tra ricercatori e scienziati esperti di ottica applicata e informatica di diversi Paesi. E per questo ha stretto collaborazioni con i più importanti centri di ricerca nazionali e internazionali, come l’Istituto di Processi Fisico-Chimici del Cnr in Italia, il Gruppo di Fisica Applicata dell’Università Nazionale di Irlanda (Europe Nuig con l’astrofisico ospite dell’incontro alla Fondazione, Nicholas Devaney) e il Gruppo di Ottica Avanzata del Medical College of Wisconsin negli Usa.

Luisa Mosello

 

 

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Luisa Mosello
Giornalista professionista, appassionata di comunicazione senza frontiere. Dal Messaggero a Repubblica, da Donna Moderna a Metro, viaggia nella notizia a 360 gradi e considera il suo lavoro una miniera di vita. Non vissuta, ma da vivere.

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