Papa Francesco: l’Europa rimetta al centro diritti e dignità della persona

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In una Strasburgo blindata per il suo arrivo, Papa Francesco è arrivato al Parlamento europeo a oltre 25 anni dal discorso pronunciato da Papa Giovanni Paolo II, in un mondo profondamente cambiato, ma tutt’ora in difficoltà. In un’aula gremita, che ha interrotto tredici volte la sua allocuzione con applausi convinti che hanno scandito parole come diritti, dignità, lavoro, emarginazione e migrazione, il Santo Padre ha pronunciato un discorso da vero statista globale, toccando tutti i punti sensibili di come intende la sua missione. La centralità dei diritti e la dignità della persona, l’importanza del ruolo educativo e sociale della famiglia, in particolare in questo momento di difficoltà economica, la necessità di voltare pagina rispetto alla «società dell’esasperazione individualistica e dell’opulenza» del consumismo, che ha creato una «cultura dello scarto», e la necessità di costruire un futuro di speranza che rompa la solitudine dell’individuo, in particolare pensando ai giovani e alle persone più deboli, in primis gli anziani, i senza lavoro, i poveri e i migranti, tutti accomunati dalla ricerca di un futuro degno e sereno.

Definendo l’Europa “invecchiata” e non più al centro del mondo, dopo anche la recente crisi economica, Papa Bergoglio ha invitato gli eurodeputati affinché il Vecchio Continente ritrovi i suoi valori e dia speranza e incoraggiamento per affrontare il futuro, lavorando assieme per superare le divisioni, ripartendo dalla dignità della persona e dai diritti inalienabili dell’uomo. Un’Europa «attenta anche alla sua sponda balcanica», che chiede di essere accolta «dopo anni di sofferenza» e ai Paesi del Nord del Mediterraneo per un coinvolgimento. «L’Europa nonna non più fertile» superi la crisi che ha colpito anche le sue Istituzioni europee, «sentite come distanti dai suoi cittadini», ha ammonito Bergoglio, e vinca la solitudine del mondo moderno ripartendo dal lavoro che dà dignità alla persona. E poi, «gli eurodeputati si prendano cura della fragilità dei popoli» e «si facciano carico del presente, tenendo viva la democrazia in Europa», senza sconfinare in una sua «diluizione».

Dunque un’Europa più inclusiva e sostenibile per Papa Francesco, che curi la fragilità del pianeta anche “sfruttando fonti  energetiche alternative”, e che non guardi ai poteri finanziari oscuri ma si occupi di allargare il benessere, quando nel mondo ogni giorno si gettano milioni di tonnellate di derrate alimentari.

Rivolgendosi poi direttamente agli eurodeputati, li ha spronati a mettere in campo misure ad hoc per reperire nuovi modi per coniugare flessibilità e sostenibilità, e ad affrontare la questione migratoria. «Non si può tollerare che il Mediterraneo diventi il cimitero dell’Europa», ha tuonato Bergoglio, che ha poi chiesto un «approccio europeo» al tema, con una legislazione a beneficio sia dei suoi cittadini e che delle popolazioni migranti che fuggono dalla guerra. «Basta con le politiche dell’interesse, è necessario agire sulle cause e non sugli effetti delle migrazioni», ha sottolineato. Poi ancora sul valore della vita sin dalla nascita e il fatto dell’importanza della vita sin dall’inizio, quando ha detto che «un essere umano non è un prodotto di consumo da scartare a piacimento quando non serve più, come i malati terminali, gli anziani o i bambini uccisi prima di nascere».

Bergoglio ha terminato ricordando l’importanza del legame e del dialogo bimillenario fra cristianesimo ed Europa, esortandola a «riscoprire la sua anima buona» e a far screscere l’identità europea,  «facendo uso delle proprie radici religiose che non minano la sua laicità», ma sono un aiuto «contro i fondamentalismi», che massacrano minoranze cristiane nel mondo «sotto un silenzio vergognoso e complice». L’Europa, in quanto “famiglia di popoli”, riparta dunque dal suo motto inclusivo “uniti nella diversità” e abbandoni l’idea di «un’Europa impaurita e piegata su sé stessa», e «promuova valori umani e anche di fede». Un’Europa di nuovo in cammino sulla terra sicura, quale «prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità!».

 

Andriko Mouapesi

© 2014 European Parliament

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Andriko Mouapesi
Economista di formazione e giornalista iscritto dal 2005 all'elenco pubblicisti. Freelance per diversi media collabora attualmente con diverse testate online in particolare su EU affairs.

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