«Con grande lucidità già nel 1995 Putin disse che in dieci anni la Francia sarebbe diventata una colonia delle sue ex colonie» riporta Marine Le Pen leader del Front National, partito della destra francese. Una base comune c’è, dunque. Ed è la lotta all’immigrazione.
I punti in comune tra il Front National ed il governo di Vladimir Putin sono più di uno, e le vedute talmente simili da permettere che il Presidente russo conceda un prestito di nove milioni di euro al partito francese. A concedere il prestito un piccolo istituto bancario, la First Czech Russian Bank di proprietà di Roman Popov, molto vicino alle alte sfere russe per aver precedentemente lavorato per la Gazprom.
Il supporto russo non rappresenterà un problema per gli elettori del FN, date le dichiarazioni della Le Pen, che non ha mai nascosto di provare ammirazione per Putin, per il suo «modello economico patriottico», per la difesa della tradizione cristiana in Europa e per la resistenza contro la globalizzazione attuata dagli statunitensi. Il presidente del partito francese afferma che i fondi sono stati richiesti a molti Paesi e che solo la Russia ha acconsentito a concedere la somma.
«E’ scandaloso» afferma la Le Pen «che nessuna banca francese abbia concesso il prestito al FN dopo il successo nelle scorse elezioni». Anche il tesoriere Wallerand de Saint-Just aveva affermato «Avrei preferito una banca francese, o anche una europea per una questione di vicinanza e di lingua, ma nessuna è più disposta a darci un centesimo». Intanto, in Francia è partita un’inchiesta per verificare che il finanziamento del Front National sia del tutto legale.
Amicizie personali legano inoltre Le Pen a la Russia, dato che, come scrivono alcuni giornali francesi, sia Marine che sua nipote Marion sono spesso fotografate e viste all’Ambasciata Russa a Parigi, in compagnia dell’ambasciatore Orlov.
Il finanziamento concesso potrà essere decisivo in vista delle elezioni presidenziali che si terranno nel 2017, che già vedono in Marine Le Pen una delle favorite. Le conseguenze di questa alleanza con Mosca potrebbero dunque essere pregnanti, considerando che proprio la Le Pen parlava di un’uscita della Francia dalla Nato e una collaborazione militare con la Russia.
La vicinanza a Mosca non è vista positivamente da molti politici francesi: Jean-Christophe Cambadélis, leader del Partito Socialista, ha definito la Le Pen una pedina nelle mani del Presidente russo il cui obbiettivo sarebbe di indebolire l’Europa. Di certo avranno giovato le affermazioni contro le sanzioni europee applicate alla Russia nei riguardi della crisi Ucraina, definite dalla Le Pen «stupide» proprio all’interno del Parlamento Europeo.
Il finanziamento al Front National si inserisce nel quadro di aiuti che Mosca sta effettuando verso le destre populiste europee in Belgio, Ungheria, Bulgaria e Grecia: un aiuto che sembrerebbe paradossale se si considera l’accusa di «nazismo» rivolta verso le autorità ucraine, ma che in realtà si inserisce in un preciso disegno, ossia una ricerca di alleanze in una Europa sempre più ostile. L’ammirazione dei partiti di destra europei verso la Russia di Putin è in forte crescita. La grandezza di questo fenomeno è tale da far parlare di un «Fattore Russia» nei movimenti liberali e conservatori d’Europa. L’obiettivo di questi Paesi è quello di indebolire l’Unione Europea e rafforzare il nazionalismo. L’anno prossimo, anche Salvini, Segretario Federale della Lega, si recherà a Mosca in cerca di una più forte alleanza con il leader russo.
Ilenia Maria Calafiore
Foto © 2014 European Parliament