Quella volta che la Russia salvò Roma da un attentato…

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Undici anni fa i servizi segreti di Mosca impedirono che il terrorismo islamico colpisse l’Italia. Ma è solo la trama di un film d’azione

Nell’estate 2004 terroristi islamici facenti capo ad Al-Qaeda avevano pianificato di compiere una strage a Roma mentre era in corso il G8, ma la stretta collaborazione delle varie intelligence, ben guidate da quella russa che aveva scoperto il complotto, fece sì che il misfatto venisse sventato e che i Grandi della Terra tornassero felicemente alle proprie case. Ma… un momento: il G8 nel 2004 non si tenne a Roma, e di questo fallito attentato non se n’è mai avuta la minima notizia. Rivelazioni dell’ultim’ora provenienti dagli archivi del Cremlino? Niente di tutto questo: è solo la trama di un film d’azione russo uscito undici anni or sono, che oggi, vista la reale minaccia terroristica che incombe sul Bel Paese, torna terribilmente d’attualità.

La pellicola è Lichnyj nomer (letteralmente “Numero personale”) e porta la firma del regista russo Evgenij Lavrentiev, nome sconosciuto qui da noi, ma famosissimo in patria: campione d’incassi 2004, se fosse stata prodotta negli Usa sarebbe stata il tipico Blockbuster (termine oggi un po’ desueto) che dopo l’11 settembre Hollywood ci ha propinato decine di volte, fatto di complotti orditi da terroristi mediorientali e da miliardari dalla ricchezza di dubbia origine. Trattandosi invece di una pellicola made in Russia, Lichnyj nomer si arricchisce di alcune peculiarità, come i guerriglieri ceceni in combutta con Al-Qaeda e sovvenzionati da un mafioso russo che ricorda molto l’oligarca Boris Berezovskij (morto in esilio nel 2013, ma all’epoca potente rivale di Putin).

La trama segue il classico canovaccio del genere action-movie: dopo aver mietuto vittime innocenti in Russia, i terroristi arabo-ceceni decidono di compiere un terribile attentato nella Città Eterna durante il G8, presieduto dal premier italiano (interpretato da Orso Maria Guerrini, ma il riferimento a Silvio Berlusconi è evidente) che finisce così nel mirino dei terroristi. Ma un’azione congiunta tra le forze speciali russe e quelle occidentali eviterà il peggio ed assicurerà il giusto castigo ai cattivi di turno.

Per nulla diverso dai tanti B-movies statunitensi interpretati dai vari Chuck Norris, Steven Seagal e affini (senza scomodare mostri sacri degli anni Ottanta come Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger e Bruce Willis, del quale la pellicola ricorda vagamente Die Hard), il film si caratterizza per il fatto che stavolta i russi fanno la parte dei protagonisti buoni, belli e animati da sano amor patrio.

Guarda il trailer (da YouTube)

Al di là del sempre attuale concetto che il fronte anti-terrorismo dovrebbe essere il più ampio possibile, Lichnyj nomer è un classico film di propaganda, realizzato da due case di produzione attive su cinema e fiction dal sapore patriottico (qualcuno sospetta che sia proprio il governo russo a finanziarne le attività). Qualche anno dopo ebbe anche una distribuzione internazionale con il titolo di Countdown, e ciò ha lasciato intendere che a Mosca qualcuno abbia compreso l’importanza del cinema “propagandistico” d’esportazione: ovviamente nessuno dei produttori pensava di farne una pellicola da Oscar, bensì solo di mostrare all’estero un volto della Russia diverso da quello da decenni mostrato da Hollywood.

Per la verità, i russi ci avevano già provato senza successo nel 1986, per tentare di arginare il messaggio filo-Usa del reaganiano Rambo 2 che ormai imperversava in tutto il mondo: il film di allora si chiamava Odinochnoe Plavanije (“Viaggio a senso unico”), e narrava la storia di un commando delle forze speciali russe che smascherava un complotto per far scoppiare una guerra tra Usa e l’allora Urss, ordito dalla CIA in combutta con fabbricanti di armi. Un film di cui non è rimasto che uno sbiadito ricordo.

In realtà, quando si parla di film russi girati in risposta a quelli americani, l’unico esempio degno di essere ricordato è Solaris di Andreij Tarkovskij, film del 1972 unanimemente riconosciuto come un capolavoro della fantascienza e considerato appunto la risposta russa a 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, altro capolavoro della storia del cinema mondiale, uscito nelle sale nel 1968.

Alessandro Ronga

Foto © Film Master / Top Line Production 2004

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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