Priscilla, la forza di un amore e la tenacia di una donna

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Priscilla

Sofia Coppola ci accompagna nel suo elegante racconto cinematografico

 

Elvis Presley è l’icona per eccellenza del rock, un mito entrato nella storia raccontata in film, documentari e attraverso la sua musica, ispirazione per generazioni. Questa volta la sua figura passa in seconda linea. Il cinema ci regala la possibilità di avere una visione diversa, attraverso la storia della donna che più di chiunque altra è entrata nel cuore di Elvis Presley, Priscilla.

Priscilla di Sofia Coppola uscirà nei cinema il 27 marzo, distribuito da Vision Distribution. Un film delicato che fa percepire emozioni e sensazioni della protagonista immergendoci in un sogno narrativo coinvolgente e magnetico. Assistiamo a un racconto intimo, elegante e senza veli.

Priscilla

Osserviamo la figura leggendaria di Elvis attraverso gli occhi di una giovanissima 14enne che resta intrappolata nella gabbia dorata di Graceland in una vita vissuta ai limiti, tra pillole, un armadio vistoso con abiti glamour abbinati alle pistole e la costante solitudine che l’accompagnava.

Scritto e diretto da Sofia Coppola, Priscilla è un film tratto dal libro Elvis and Me di Priscilla Presley che vede protagonisti Cailee Spaeny, vincitrice della Coppa Volpi come miglior attrice all’80esima edizione della Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, e Jacob Elordi.

La storia

Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra a una festa Elvis Presley, l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso. Da quell’incontro nasce un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile.

Attraverso gli occhi di Priscilla osserviamo un racconto molto particolare del lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis.

Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama.

Attraverso gli occhi di Priscilla

«Sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley sugli anni che ha vissuto da giovane donna, a Graceland. Ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui. Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significa e ha significato essere donna per lei e per le generazioni successive. Ha vissuto esperienze comuni a molte giovani donne, con la differenza che le ha affrontate in un contesto inusuale. Ed è per questo che nella storia di Priscilla, pur essendo unica, ci possiamo identificare tutte», spiega la regista Sofia Coppola.

I protagonisti

«Cailee ha un volto molto espressivo e una grande capacità di interpretare diverse fasi della vita», racconta la regista. Per il suo ruolo Spaeny si è immersa nelle ricerche, ha guardato filmati, ascoltato musica, letto testi del periodo. «Ci ha messo tutta se stessa. Trovo che Cailee sia capace di farti entrare in sintonia con le sue emozioni in un modo misteriosamente bello», racconta Sofia Coppola.

Priscilla

Per il ruolo di Elvis in Priscilla, Coppola cercava qualcuno che fosse disposto ad avventurarsi fuori dal calco degli infiniti Elvis del cinema, della televisione e della letteratura. «Poiché questo è l’Elvis visto dalla prospettiva di Priscilla, il suo personaggio è costruito interamente in base a come lei ne parla. È un lato privato di Elvis, il lato dietro le quinte che nessuno ha mai visto. Il personaggio racconta soprattutto di com’era a casa, da solo con Priscilla e delle vulnerabilità, dei dubbi e dei difetti che lei vedeva» rivela Coppola. Elordi ha un forte carisma e ha incarnato non solo la fisicità del personaggio ma anche il lato emotivo così come l’ha conosciuto Priscilla. «Si è ispirato alla descrizione di Priscilla di un Elvis sempre in cerca di qualcosa di inafferrabile, facilmente frustrato», aggiunge la regista.

Tra eccessi, innocenza e amore totalizzante

Priscilla è un film che, attraverso la cura dei dettagli, un racconto senza sovrastrutture né veli, raggiunge l’obiettivo di mostrarci ciò che ancora non conoscevamo. La vita di Elvis Presley è stata vissuta agli eccessi di ciò che per noi è immaginabile.

Sin dal primo incontro l’impressione che abbiamo è che la figura di Priscilla sembra sia l’unica a portare quella luce di calma e distacco da una realtà eccentrica e in qualche maniera vissuta sempre al limite. È proprio così che viviamo Priscilla per tutta la durata del film. Percepiamo la sua innocenza e la sua crescita, l’impatto con una realtà sognata ma forse lontana da quella che poi effettivamente si è trovata a vivere, assistiamo all’evoluzione del suo carattere fino all’immagine di una donna forte, indipendente, sicura di sé che prende le decisioni più importanti e drastiche non solo per se stessa ma anche per la figlia.

Ma Priscilla è anche la storia di un amore puro, un amore diverso da qualsiasi altra storia che possa aver vissuto Elvis Presley. È la presa di coscienza di un sentimento rivoluzionario, forte e accecante ma forse non abbastanza da curare le ferite dell’animo di Elvis.

Priscilla, la forza di una donna

La storia di Priscilla è stata a lungo eclissata dal calore travolgente e dalla luce dei riflettori puntati solo su di lui, ma al suo interno si cela un racconto alternativo e privato.

La storia rispecchia la società di allora ma anche quella di una ragazza piena di sogni che desidera crescere all’interno di una fiaba splendidamente costruita e che alla fine si risveglia con desideri personali molto reali e con le stratificazioni e le complessità del potere.

Priscilla

La narrazione si svolge come un ricordo intimo, da un punto di vista infantile e sognatore, che si espande, a mano a mano che Priscilla realizza un sogno al contempo seducente, soffocante e mutevole, raggiungendo la maggiore età in un modo straordinario tipicamente americano.

Con l’evolversi della narrazione avvertiamo una sensazione crescente di inquietudine e isolamento ma anche di amore che non può essere espresso. «Priscilla ed Elvis erano profondamente e significativamente legati, un legame che è perdurato in tutta la vita di lui e perdura in quella di lei», conclude Coppola.

Fascino ed evocazione di una storia unica

Sofia Coppola ci regala la visione di un’esistenza immersiva, deliziosamente affascinate, ma anche una visione delicata e dettagliata di una giovane donna che scalpita per definire se stessa in un mondo dove è costantemente definita da altri.

Sofia Coppola si è ispirata principalmente al bestseller di Priscilla Presley del 1985, Elvis e io, un’autobiografia candida eppure disperata, che ha catturato l’immaginazione della regista.

Priscilla

«Mi è parsa una storia di Alice nel Paese delle meraviglie, il viaggio di una bambina in una fantasia inimmaginabile, che arriva alla fine del percorso vedendo le cose con più chiarezza. C’era qualcosa di così affascinante e commovente nella sua storia. Cosa si prova a entrare a Graceland da ragazza e uscirne da adulta? Ho cominciato a pensare come potevo descriverlo, sotto forma di ricordo impressionistico», sottolinea Coppola.

Quando Priscilla si trasferì a Graceland aveva soltanto diciassette anni. Sebbene dormissero nello stesso letto Priscilla riferisce che Elvis avesse insistito perché non facessero sesso durante il loro fidanzamento, durato più di sette anni, fino alla prima notte di nozze nel 1967. Nove mesi dopo nacque la loro unica figlia Lisa Marie Presley. Cinque anni dopo, Priscilla decide di lasciare Elvis, entrambi erano coinvolti in relazioni extraconiugali.

L’intensità di un brano che accompagna le immagini

Divorziarono nel 1973, anche se furono visti uscire dall’aula di tribunale mano nella mano e Priscilla racconta che Elvis cantò I Will Always Love You di Dolly Parton, mentre lei si allontanava. Nelle scene finali del film sentiamo il grande successo di Dolly Parton, Priscilla ed Elvis erano molto legati a questo brano, il testo rispecchia anche ciò che lei sperava di trasmettere: quel connubio di tristezza e di eccitazione che ha accompagnato la scelta di Priscilla di lasciare Graceland e di ripartire da zero.

Priscilla

«Un motivo per cui ho voluto questo brano è che per me era importante che alla fine del film ci fosse una voce femminile. Inoltre, l’emozione del brano di Dolly coglie il punto in cui è arrivata Priscilla, determinata a lasciare Elvis, sebbene ancora innamorata di lui. Era giunto il momento di lasciarsi alle spalle il sogno di Graceland e farsi una vita tutta sua» chiarisce la regista.

 

Alessandra Caputo

Foto © A24 Distribution, LLC

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Alessandra Caputo
Classe 78, giornalista pubblicista, laureata in Lettere Moderne, scrittrice, mamma orgogliosa. Ha scritto di cronaca, spettacolo e cultura in quotidiani, riviste settimanali, mensili e sul web. Per diversi anni si è dedicata al settore viaggi e turismo dove la sua creatività si è integrata alla descrizione della realtà. Oltre al turismo oggi si dedica anche al settore cinematografico e agli amati libri. Appassionata della vita, della lettura, dell’arte e della cucina, senza seguire un ordine preciso delle cose ama ritagliare un piccolo spazio per tutto.

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