Acqua: un diritto umano da tutelare

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Acqua

Secondo le Nazioni Unite 2,2 miliardi di persone nel Mondo vivono senza acqua potabile e nel 2050 potrebbero esaurirsi le riserve idriche per metà della popolazione globale

 

I dati particolarmente allarmanti emergono dal Rapporto pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua indetta dall’Onu, che si celebra oggi 22 marzo. Da sempre l’acqua è fonte di vita e di prosperità. Laghi, fiumi, sorgenti superficiali e sotterranee sono fondamentali per la vita in generale e lo sviluppo umano. Gli sprechi, gli abusi e livelli di inquinamento a volte distruttivi di questa risorsa fondamentale dimostrano quanto grave sia stata la disattenzione per la natura.

Laghi e fiumi

Solo alcuni esempi di ciò che non deve più accadere e che dobbiamo assolutamente prevenire e riparare: uno dei più grandi laghi del Mondo, il mare di Aral, è “ridotto in fin di vita” da inquinamenti vari e dalla riduzione di circa il 90% della sua dimensione originaria per deviazione dei suoi immissari con conseguenze dannose per l’equilibrio biologico di tutta la Regione. Per motivi analoghi è in pericolo anche il lago Bajkal, una delle più grandi riserve di acqua dolce del Pianeta. Un esempio da ricordare per quanto riguarda invece l’inquinamento dei fiumi è costituito dall’epidemia di colera che colpì Lima, Capitale del Perù, negli anni novanta e che minacciò di espandersi in tutta l’America Latina, l’acqua responsabile di questo flagello veniva dal fiume Rimac e toccava livelli di inquinamento impressionanti.

Anche in Cina si stanno verificando forti livelli di contaminazione idrica causati dalla nuova industrializzazione per combattere i quali il Governo si sta impegnando in un grandioso progetto di salvaguardia. L’industrializzazione non gestita eticamente produce dieci e distrugge mille; le industrie che hanno bisogno di usare solventi chimici possiedono un’enorme potenza inquinante, basti pensare che un litro di solvente disperso nell’acqua ne può inquinare dieci milioni di litri.

I tipi di alterazioni di cui soffrono moltissimi fiumi in tutto il Mondo sono determinati da milioni di tonnellate di sostanze riversate ogni anno nelle loro acque come sale, nitrati, solfati, pesticidi e agenti chimici vari, solventi compresi. Per questi fiumi è necessario un impegno di risanamento che porti a positivi risultati come quelli ottenuti nel lago di Ginevra dove ora vivono e si riproducono i salmoni. Inquinamento chimico, industriale, disastri ecologici in serie come quelli provocati dal trasporto del petrolio sono troppo frequenti e devono essere evitati e prevenuti.

Oceani di plastica

Nella maggior parte dei casi è possibile recuperare un equilibrio ecologico ma a costi altissimi. Ogni giorno 2 milioni di tonnellate di rifiuti sono riversati nei corsi d’acqua e, in gran parte dei Paesi in via di sviluppo, fino al 70% delle acque reflue industriali viene smaltita, senza trattamenti, direttamente nel mare e nei fiumi. Il Mondo sta così andando incontro a un rapido esaurimento delle riserve idriche che, a fronte del costante aumento della popolazione e del conseguente generale aumento dei consumi, rischia di provocare, entro la metà di questo secolo, ripetute crisi idricoalimentari e una sempre più vasta espansione della desertificazione.

L’inquinamento delle acque del Pianeta rappresenta insomma un problema gravissimo e deve necessariamente comportare un impegno prioritario per tutti e in particolare per le amministrazioni pubbliche a tutti i livelli. Tra l’altro, come noto, la plastica in generale e le microplastiche in particolare stanno diventando un pericoloso fattore per la salute animale e umana.

Anche i mari e gli oceani soffrono sempre più dell’inquinamento tanto che molte specie marine sono a rischio di estinzione. A causa di un’indiscriminata pesca intensiva, l’80% Acquadelle riserve di pesce è sfruttato fino a raggiungere o superare il livello massimo di sostenibilità. Esistono più di 400 “zone morte”, che coprono una superficie pari a 250 mila chilometri quadrati, dove la maggior parte degli organismi marini non riesce più a sopravvivere. Negli Oceani si sono formate delle enormi isole di rifiuti plastici con una superficie stimata in 16milioni di chilometri quadrati, circa 40 volte la superficie dell’Italia.

Interventi delle Nazioni Unite

La situazione è talmente grave che a livello internazionale è stato creato un organismo di studio indipendente, voluto da enti pubblici e privati e da associazioni ambientaliste, denominato “Global Ocean Commission” che si è insediato nel febbraio 2013 fornendo indicazioni utili sottoposte all’attenzione delle Nazioni Unite, per invertire lo stato di degrado in cui versano gli oceani e fermare la corsa allo sfruttamento indiscriminato delle loro risorse naturali. Finalmente, dopo anni di negoziati, il 5 marzo 2023 si è giunti a un accordo all’Onu sulla “protezione dell’alto mare” cioè del 30% degli oceani e della loro biodiversità (per alto mare si intendono le acque oltre le 200 miglia marine dalle coste). L’accordo però dovrebbe entrare in vigore solo dopo la ratifica da parte di almeno 60 Paesi.

Water Conflict

Alla piaga dell’inquinamento e dello sperpero di risorse idriche si aggiunge il problema altrettanto grave della carenza idrica in altre parti del Pianeta, problema al quale bisogna pure dare un’urgente soluzione. Non è possibile che 2,5 miliardi di persone (di cui uno di bambini) non dispongano di adeguati servizi igienico sanitari. Secondo l’Oms, ogni 15 secondi un bambino muore per malattie connesse alla qualità idrica: si tratta di un milione e mezzo di morti l’anno. In generale, la mancanza di acqua potabile ogni anno causa più vittime di qualsiasi forma di violenza, incluse le guerre. Anche questa è una situazione insostenibile che può e deve essere affrontata e risolta in modo pacifico e democratico, prima cioè che si scatenino corse per l’accaparramento dell’acqua potabile e per il controllo della stessa con rischio concreto di conflitti.

Gravi tensioni sono già in atto in tutto il Pianeta con circa 40 focolai di guerra in particolare tra Paesi attraversati da grandi fiumi quali Nilo, Senegal, Brahmaputra, Eufrate, Gange, Giordano, Indo, Mekong, Saluen, Tigri, Colorado e altri. La situazione è seria. Si stima che a livello mondiale siano in corso oltre 300 casi diwater conflict” legati alla gestione delle risorse idriche.

Acqua diritto umano fondamentale

È da tener presente che l’Onu con la risoluzione dell’Assemblea generale del 28 Luglio 2010 ha dichiarato per la prima volta che “Il diritto all’acqua è diritto umano fondamentale”, quindi deve essere a disposizione di tutti come l’aria che respiriamo. Ma chi sarà mai in grado di far rispettare veramente questo fondamentale diritto evitando i tanti conflitti fratricidi? Per invertire questa pericolosa tendenza è necessario effettuare in tutti i Paesi energiche campagne di educazione al rispetto, alla salvaguardia e al risparmio di questo bene prezioso. E poi sotto l’egida dell’Onu si potrebbero attuare politiche per la ricerca di nuove sorgenti, il risparmio coordinato in tutto il Pianeta, la lotta ai monopoli. Ma per rendere veramente efficace l’implementazione del diritto fondamentale all’acqua occorre una collaborazione internazionale e l’applicazione di regole a valenza mondiale che solo organismi sovranazionali democratici possono garantire.

 

Orazio Parisotto

Foto © United Nation – Andrea Forlani – everyeye.it – SSWM – Globalist – UN/Eskinder Debebe

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Orazio Parisotto
Studioso di scienze umane e dei diritti fondamentali, è fondatore e presidente di Unipax, Ngo associata all’UN/Dgc Department of Global Communications delle Nazioni Unite e all’ASviS, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile - Agenda 2030 dell’Onu. Già consigliere-administrateur al Parlamento europeo è autore di numerosi saggi e pubblicazioni sull’Ue, i diritti dell’uomo e la pace. Su questi temi ha realizzato progetti educativi multimediali su piattaforme digitali (web giornali radio, web tv e strumenti didattici in e-learning), in collaborazione con l’Unione europea e ha promosso il “Progetto pilota di Educazione Civica per un Nuovo Umanesimo” per le scuole superiori. Scrive come editorialista su varie testate specializzate in relazioni internazionali e ha un Blog su geopolitica e diritti umani. È coordinatore del Comitato Promotore del Progetto United Peacers - The World Community for a New Humanism ed è membro del Comitato Scientifico dell'Università della Pace dell'Onu

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