Odissea nella Grecia moderna. In presa diretta

0
573

Da circa un decennio la crisi nel Paese ellenico è incessante, avanza lentamente come se fosse un carro armato. Fanno da traino turismo e cultura

La crisi dei rifugiati sta mettendo a dura prova un’economia già in affanno come quella greca e sta mettendo a repentaglio la capacità del Paese di far fronte a un flusso di rifugiati che non mostra alcun segno di rallentamento. Non si contano più i migranti, sparsi in tutta la Grecia; fino a 5.000 persone giungono ogni giorno in Grecia dalla Turchia via mare. I centri di accoglienza della capitale sono saturi e la gente dorme all’addiaccio compreso l’ex aeroporto in disuso della città. Sebbene manchino adeguati servizi igienico sanitari e gli spazi riservati alle donne, il governo sta ora pensando di utilizzare per l’accoglienza vecchi stadi sportivi. Si pensa anche all’utilizzo di alcune ex basi militari. Ma anche in diversi quartieri di Atene la situazione dei profughi è fuori controllo. Infatti le vie principali della città sono presidiate dall’esercito e si accede ai quartieri solo con il documento d’identità che indica la residenza.

Il turismo

cambio della guardia al milite ignotoSi inizia ovviamente dall’Acropoli e il Partenone. Visitare l’Acropoli e il Partenone, la sua monumentalità e le sue perfette proporzioni, è sempre impressionante. Spettacolare, poi, la vista sulle colline di Atene, con i suoi tre monti circostanti e la sterminata macchiata di verde qua e la. Inoltre, nello storico quartiere di Plaka, alle pendici dell’Acropoli, sono numerosi (e molto animati) i ristoranti e i bar tipici, sempre pieni di turisti, a qualsiasi ora. Molto animata anche piazza Monastiraki, i suoi ristoranti tradizionali e i suoi ottimi souvlaki. Sulla centrale piazza Syntagma, quella del Parlamento, la tomba del milite ignoto è protetta dai famosi euzoni in fustanella (vedi foto di lato), la guardia d’onore dal gonnellino pieghettato dove ogni giorno turisti di tutto il mondo assistono allo scenico cambio della guardia.

La crisi

ex aereoportoLa situazione della Grecia è così disperata che per molte persone è difficile che ci sia una via di ritorno alla normalità. Da sette anni a questa parte la Grecia sta subendo un tracollo orribile. I negozi continuano a chiudere, le bollette delle utenze domestiche sono alle stelle; tante che non si paga a consumo ma in base alle metrature dell’immobile. A raccontare queste sciagure è Eleonora a cui, dopo aver venduto un appartamento per far studiare il figlio e sopravvivere, hanno staccato il gas. «Ma anche l’elettricità non scherza: per gennaio e febbraio pago 1.200,00 euro visto che ho cento metri di casa. Ma non è colpa mia se prima lavoravamo io e mio marito. Adesso lui si è trasferito a Londra con un’altra e io qui a fare la fame visto che la banca dove lavoravo ha chiuso e quindi sono in mezzo ad una strada. Abito a Kolonaki ma non mi interessa, non riesco a fare la spesa mi aiutano le mie amiche tutto questo è mortificante; mio figlio cerca di aiutarmi ma con lavori saltuari riesce appena a pagarsi l’abbonamento dei mezzi pubblici e la ricarica del cellulare».

L’urlo di Panos

Panos marinaioPanos invece ha perso tutto, anche il cellulare. Questo omone che parla tre lingue, è nato a Creta e dopo il diploma e il servizio militare “obbligatorio” (come sottolinea) è rimasto ad Atene. «A 20 anni mi imbarco su un mercantile, il sogno della mia vita; ho girato tutti e cinque i continenti, avevo casa a Pireus e vivevo una vita decorosa. Ma sette anni fa le cose iniziarono a cambiare; prima il taglio dello stipendio e dopo un anno licenziato! Dopo aver passato vent’anni in mare, scendere a terra per me è stata la fine» – Panos aggiunge – «avere un’esperienza marina ventennale non serve a nulla: adesso sulle navi ci sono indiani e pakistani che lavorano per 300 euro al mese e noi marinai greci disoccupati. Ho 46 anni, ho perso lavoro, casa e famiglia… Resta solo qualche collega di lavoro che mi offre ogni tanto il divano e qualche doccia; il resto della giornata lo passo in piazza Monastiraki a vendere qualche suppellettile ai turisti e guadagnare qualche spicciolo».

La cultura

militari agli angoli delle stradeKostas è un 59enne che si è diplomato in pianoforte e chitarra al conservatorio di Atene e dopo il diploma con la sua chitarra ha girato i teatri di tutto il mondo da Buenos Aires a Mosca; ha inciso diversi dischi. Con la crisi diversi gruppi e compagnie musicali si sono sciolte così i suoi ingaggi sono man mano diminuiti fino alla precarietà assoluta. Adesso scrive qualche pezzo per tenersi allenato e suona in qualche locale jazz, ma giusto per le spese… La musica in Grecia è finita in tutti i sensi, si vive alla giornata, aspettando tempi migliori.

Il teatro

A tener in vita l’arte tra mille sacrifici c’è Anna Tzakou, una regista che propone un spettacolo itinerante che rappresenta la guerra civile greca. La incontriamo durante uno dei suoi spettacoli e cerchiamo di raccontarlo. Si tratta di una rievocazione in loco del raduno organizzato da EAM (Fronte Nazionale di Liberazione) il 3 dicembre a 1944, durante il quale i gendarmi hanno aperto il fuoco e ucciso manifestanti disarmati. Il giorno specifico divenne l’inizio degli eventi di dicembre (Dekemvriana), che in seguito sono stati considerati il preludio della guerra civile greca (1946-1949).spettacolo teatrale itinerante Attraverso una sequenza di undici stazioni / azioni, artisti e pubblico si muovono all’interno del paesaggio urbano come un unico corpo. La performance Anaparastasi (rappresentazione), spiega la regista, è dedicata a tutti i testimoni di eventi collettivi traumatici che si svolgono in tutto il mondo di oggi. Anaparastasi fa parte di un  progetto più ampio chiamato Geopoetics, una sorta di performance collettiva. I suoi membri provengono da diverse discipline artistiche come il teatro, performance art, musica, poesia e architettura. Il progetto Geopoetics è stato ideato e avviato dalla regista teatrale e ricercatrice Anna Tzakou e dal 2012 ha messo a punto performance negli ambienti rurali e urbani della Grecia (Egina e le isole Nisyros, Atene) e in Europa (Repubblica Ceca, Inghilterra e Francia).

 

Antonio Vanzillotta

Foto © Antonio Vanzillotta

Articolo precedenteCaso Xylella, la Cge avvia il procedimento accelerato
Articolo successivoL’Ue rafforza i diritti dei minori nei procedimenti penali
Antonio Vanzillotta
Giornalista pubblicista, laureato in lettere indirizzo cinema e teatro, appassionato di tematiche socio-politiche ha iniziato all’agenzia stampa Adn-kronos di Milano. Dopo una breve collaborazione con la facoltà di scienze politiche, si è trasferito in Liguria per continuare la sua attività giornalistica presso testate cartacee e on-line. Attualmente nel capoluogo lombardo si occupa di viaggi e terzo settore con il prezioso ausilio della sua macchina fotografica.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui