La Francia frena sul trattato di libero scambio fra Ue e Stati Uniti

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Il governo italiano si dice invece favorevole, anche se gli Usa devono fare ulteriori passi in avanti in termini di garanzie e di apertura del loro mercato ai prodotti europei

«Non siamo per un libero scambio senza regole», queste le parole con le quali il presidente francese François Hollande pone il freno riguardo al cosiddetto Ttip, il trattato transatlantico che dovrebbe abbattere le frontiere commerciali fra Europa e Stati Uniti, liberalizzando gli scambi. Un percorso avviato nel 2013, che ora rischia di arenarsi di fronte alle sempre crescenti perplessità espresse dai singoli Stati.

In realtà si tratta di un’affermazione in linea con quanto già da tempo noto. L’ostilità crescente di Hollande potrebbe dipendere dalla scarsa popolarità che l’accordo sta assumendo agli occhi dell’opinione pubblica europea e francese in particolare, anche in vista delle consultazioni elettorali del 2017.

Timori crescenti si addensano sul Ttip come nubi minacciose. «Parigi ha fissato le proprie condizioni», ribadisce ancora il premier francese. Queste sono legate alle garanzie di reciprocità e trasparenza, in definitiva a tutelare coloro i quali temono tale accordo possa incrinare le loro già precarie condizioni di vita, in particolare gli agricoltori.

Il timore riguardo possibili ripercussioni economiche negative, insieme al pericolo di un abbassamento degli standard di sicurezza alimentare paventato dalle associazioni ambientaliste, prima fra tutte Greenpeace, parlano di una strada tutta in salita.

P0290510019602-91911Il presidente Barack Obama cerca di imprimere un’accelerarazione, mediante la firma di un accordo quadro prima della scadenza del suo mandato, considerando l’osilità aperta di Donald Trump e la posizione ancora non pienamente definita di Hillary Clinton, i due probabili candidati alla Casa Bianca. Eppure gli Stati Uniti dovranno concedere molto di più rispetto a quanto detto sinora, in termini di apertura del loro mercato ai prodotti europei, se vorranno riportare l’attenzione dei governanti su un accordo che, ai suoi inizi, era stato salutato come uno dei passi più importanti per il rilancio economico del Vecchio Continente.

La posizione italiana al riguardo è in parte diversa. Pieno sostegno all’accordo nel tempo più breve possibile, anche se una chiusura nel corso di quest’anno appare perlomeno improbabile. Un’apertura chiara, ma non priva di condizioni. Il nostro Paese non è disposto ad abdicare riguardo gli standard fitosanitari e di sicurezza alimentare. Inoltre il governo italiano concorda con la Francia riguardo la necessità di ottenere di più dagli Stati Uniti, in particolare sul tema dell’accesso da parte delle imprese europee agli appalti americani.

Se questi discorsi porteranno a un miglioramento degli accordi è presto per dirlo. L’orientamento negativo dell’opinione pubblica europea potrebbe portare all’adozione di politiche protezionistiche, e al definitivo eclissarsi di un trattato che, solo poco tempo fa, era visto con grande favore.

Riccardo Cenci

Immagini © European Union , 2015 / 2016

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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