L’Europa deve ripartire da Altiero Spinelli

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L’uscita della Gran Bretagna esige la revisione dei trattati. Ora l’attenzione si sposta sulle elezioni in Spagna, e poi sulle prossime scadenze in Italia, Germania e Francia

Il voto e la conseguente prossima uscita del Regno Unito dall’Unione europea è un chiarissimo segnale che indica la disaffezione e il disorientamento di una parte dei cittadini rispetto ad istituzioni troppo complicate e spesso incomprensibili dall’opinione pubblica. Quando, tanto per fare un esempio, ci si preoccupa di far arrivare sulle nostre tavole zucchine che per essere giudicate tali devono avere una cerca lunghezza oppure la scelta della circonferenza delle vongole.

L’esito del referendum britannico, deve essere l’occasione per innescare una grande riflessione sul ruolo della struttura dell’Europa unita e sul concetto di integrazione come unica possibilità per il futuro del Vecchio Continente. E’ necessaria una ampia discussione istituzionale su come migliorare le istituzioni europee, una strada lunga e faticosa. Secondo quanto auspicato da Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo in Italia, in un suo comunicato, «l’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea dovrà essere rapidamente sottoscritto fra le parti adottando misure tecniche e legislative che implicano l’esclusione di un Paese membro dall’Unione, e l’uscita del Regno Unito esige la revisione dei trattati».

C’è quindi bisogno della riforma dell’Unione divenuta ora urgente e indispensabile. Il tempo degli allargamenti è fatalmente passato. E’ probabile che il Governo di Sua Maestà non potrà più presiedere il Consiglio Ue nel secondo semestre nel 2017 e non potrà più far parte con Estonia e Bulgaria della troika. Per quanto riguarda il Parlamento europeo gli eletti del Regno Unito dovranno essere esclusi da tutti gli incarichi, quali presidente e vicepresidente, questori, presidenti e vicepresidenti di commissione e delegazione, presidenti di gruppi politici, in occasione del rinnovo degli organi interni del Parlamento nel gennaio 2017.

Altiero Spinelli
Altiero Spinelli

Il voto britannico del 23 giugno rivela una Unione incapace di rispondere ai bisogni dei suoi cittadini e inconsapevole dei valori dello stato di diritto. Secondo Dastoli «la strada della riforma è quella indicata da Altiero Spinelli: una comunità di valori fondata sul modello federale, solidale e democratica. Ancora una volta» – continua il presidente del movimento federativo – «come è avvenuto nel 1980, spetta al Parlamento europeo l’iniziativa di scrivere un progetto di comunità da sottoporre direttamente al voto dei cittadini in occasione delle elezioni europee del 2019». Dopo Londra tutti guardano adesso alle elezioni di oggi, domenica 26 giugno, nella ingovernabile Spagna. E, con lo sguardo un po’ più a lungo nel tempo, all’esito del referendum costituzionale in Italia, ma soprattutto agli appuntamenti del prossimo anno in Francia e in Germania.

 

Giancarlo Cocco

Foto © European Union and Creative Commons (in apertura l’ingresso del Parlamento europeo dedicato ad Altiero Spinelli)

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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