Niente multe per i due Paesi iberici che non hanno rispettato i parametri del Patto di Stabilità. Fissati nuovi target di bilancio. Ma sono a rischio i fondi strutturali 2017-2018
Nessuna sanzione per Spagna e Portogallo. Il Consiglio Ue ha infatti seguito la proposta avanzata lo scorso 27 luglio dalla Commissione e ha deciso di non penalizzare con una multa i due Paesi iberici che non hanno rispettato i parametri previsti dal Patto di stabilità e crescita. Decisione tutt’altro che inaspettata, visto che, sin dall’inizio il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis si era speso in questa direzione dichiarando apertamente che la Stabilità andava applicata «con buon senso».
Dunque, sebbene i due Paesi non siano riusciti a scendere sotto la soglia prevista del 3,0% per loro non vi sarà alcuna sanzione. Se si fosse deciso di seguire rigidamente le norme europee, Spagna e Portogallo avrebbero dovuto pagare una multa equivalente allo 0,2% del proprio Pil. Di fatto, sarebbe stata la prima sanzione pecuniaria da quando è stato siglato il Patto di Stabilità.
In questi mesi, oltre a Dombrovskis, anche diversi Stati membri si sono pronunciati sulla questione, spingendo verso una minor rigidità. In prima fila, Francia e Italia: quest’ultima dovrà presentare a novembre le proprie stime, che dopo la Brexit sono state ridefinite al ribasso.
Di certo la decisione di non sanzionare Spagna e Portogallo si inserisce anche nel particolare contesto politico che si trova a vivere attualmente l’Unione europea: i movimenti euroscettici fanno sentire con più forza la propria voce, cavalcando spesso l’onda dell’eccessiva rigidità delle norme imposte dall’Ue. In questa prospettiva la scelta del Consiglio sembra voler mostrare come l’Unione sappia applicare le proprie norme con elasticità. La decisione non è tuttavia piaciuta agli Stati del Nord Europa che si sono mostrati in disaccordo con «l’ennesima violazione delle regole».
Ora Spagna e Portogallo dovranno impegnarsi per rispettare i nuovi target di bilancio fissati dalla Commissione e approvati dal Consiglio: per il Portogallo l’obiettivo è riportare il deficit sotto il 3% entro quest’anno, mentre la Spagna dovrà raggiungere questo risultato entro il 2018. Entro metà ottobre i Paesi dovranno inoltre presentare delle misure che la Commissione possa ritenere «efficaci».
A rischio, i fondi strutturali previsti per i due Paesi per il 2017 e 2018, che potrebbero essere tagliati o addirittura sospesi.
Valentina Ferraro
Foto © European Union