Stato dell’Unione 2016: Juncker presenta le prossime sfide

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Populismo, disoccupazione e ineguaglianza sociale, ma anche crisi dei rifugiati, Brexit e lotta al terrorismo sono stati fra i temi di discussione con gli i eurodeputati

Poco meno di tre mesi dal referendum che il 23 giugno ha sancito la Brexit, l’Unione europea ha presentato i progetti e le prospettive per i prossimi anni, per bocca del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, oggi a Strasburgo, nell’ormai consueto dibattito sullo Stato dell’Unione che si tiene ogni anno. Introdotto dal presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che ha ricordato come, a due giorni dal vertice di Bratislava, siamo alla vigilia di cambiamenti fondamentali per l’Ue.

Juncker ha iniziato il suo discorso elencando le principali sfide che l’Unione europea si trova ad affrontare al giorno d’oggi: frammentazione, populismo, disoccupazione e ineguaglianza sociale. «Il populismo non risolve i problemi, ma li crea», ha sottolineato. Per quanto riguarda la Brexit, ha dichiarato che «pur rammaricandoci, rispettiamo la decisione presa dal Regno Unito, ma l’Ue in quanto tale non è a rischio. Saremmo felici di ricevere la richiesta che permetterebbe alla Brexit di essere quanto prima effettiva». E soprattutto le nuove relazioni con il Regno Unito non includeranno un accesso “à la carte” al mercato unico.JUNCKER, Jean-Claude (EC) Il presidente dell’esecutivo europeo ha poi citato altre sfide che l’Ue deve affrontare: rapida ratifica dell’accordo sul cambiamento climatico, ulteriori accordi di libero scambio con Paesi terzi, come il Ceta (Trattato tra Ue e Canada), protezione dei dati, lotta contro l’evasione fiscale, costruzione di un’Unione dei capitale, accesso a internet ad alta velocità e maggiori investimenti per la creazione di posti di lavoro. Ha inoltre annunciato che l’importo del Fondo europeo di investimento strategico sarà raddoppiato. Per quanto riguarda la crisi dei rifugiati Juncker ha dichiarato che «abbiamo iniziato a vedere solidarietà, ma bisogna fare di più». Ha proposto la creazione di un corpo europeo di solidarietà composto da volontari e di un nuovo piano di investimenti per l’Africa. Per la lotta al terrorismo, ha sottolineato la necessità di intensificare lo scambio di informazioni tra le autorità di polizia nazionali e proposto, tra l’altro, il rafforzamento di Europol. In conclusione, ha annunciato una proposta per un Fondo europeo per la difesa (da sempre osteggiato dai britannici, ndr).

WEBER, Manfred (EPP, DE)Subito dopo Juncker sono intervenuti i presidenti dei gruppi politici. Per il gruppo Ppe il tedesco Manfred Weber ha evidenziato che molti giovani europei che quest’estate hanno viaggiato attraverso l’Europa utilizzando il pass InterRail sono pro-Ue. «Per la gioventù europea, Europa significa un futuro migliore» ha dichiarato, aggiungendo che «la Turchia rappresenta un partner importante, ma non potrebbe diventare un membro dell’Unione europea a pieno titolo». Weber ha quindi concluso ricordando che «la gente in Europa non desidera un’Europa divisa, esige soluzioni».

PITTELLA, Gianni (S&D, IT)L’italiano Gianni Pittella, a nome del gruppo S&D, ha innanzitutto ringraziato Juncker per le risposte positive alle proposte del suo gruppo su crescita sostenibile, piano di investimenti, posti di lavoro e lotta contro l’evasione fiscale. Il discorso di Juncker è stato «consapevole e responsabile», ha proseguito Pittella, accogliendo la flessibilità e la mancanza di riferimenti all’austerità. Per quanto riguarda la Brexit il capogruppo S&D ha sottolineato la necessità per l’Unione europea di reagire, dopo che il primo ministro britannico Theresa May ha tenuto l’Unione europea “in scacco” per i tre mesi.

VERHOFSTADT, Guy (ALDE, BE)Il belga Guy Verhofstadt del gruppo Alde ha dichiarato che vi è una spaccatura generazionale in Europa, con i più giovani in favore e i più anziani tra gli scettici. «I populisti predicano un falso senso di sicurezza, con muri e recinzioni come soluzione di tutti i problemi, ma come si fa a tenere fuori dal vostro Paese il cambiamento climatico o i terroristi? Con le recinzioni o con le politiche europee?» ha chiesto, aggiungendo che «l’Europa è la cura per il cancro del nazionalismo» e che la Brexit rappresenta un’opportunità per l’Europa.

WEBER, Manfred (EPP, DE); SZAJER, Jozsef (EPP, HU); KALNIETE, Sandra (EPP, LV); GABRIEL, Mariya (EPP, BG); KAMALL, Syed (ECR, GB)Per il gruppo Ecr, il britannico Syed Kamall ha dichiarato che «”più Europa, più integrazione militare e più debiti” hanno separato i cittadini comunitari. Respingere le legittime preoccupazioni della gente, spingerà gli elettori verso forze politiche radicali». Perciò, suggerisce Kamall, «l’Ue potrebbe fare di meno, ma meglio […] per rispondere ai nuovi segnali, varare riforme significative che ci aiutino a competere e fornire opportunità per i nostri cittadini nel mondo globalizzato».

«Sono sempre i cittadini a essere gravati dai debiti», ha dichiarato il tedesco Gabriele Zimmer (Gue/Ngl). «Continuiamo a parlare di flessibilità e di posti di lavoro, ma come possono crederci i cittadini?». La priorità, per Zimmer, dovrebbe essere quella di garantire che i cittadini europei abbiano «posti di lavoro adeguati e luoghi adeguati per vivere». Soprattutto l’Unione europea, per il membro delle Sinistre Ue, deve essere più democratica.

HARMS, Rebecca (Greens/EFA, DE); IN 'T VELD, SOPHIA (ALDE, NL)La tedesca Rebecca Harms (Verdi) ha sottolineato che l’Ue è una risposta ai tempi incerti della globalizzazione e ha chiesto nuove azioni che potrebbero dare ai cittadini «rinnovata fiducia in un nuovo percorso comune europeo». Ha anche invocato un’Unione sul clima e una rapida ratifica dell’accordo sul clima di Parigi.

Il vincitore del referendum britannico, il leader del gruppo Efdd Nigel Farage, ha ribadito di essere ben contento del voto del Regno Unito per l’uscita dall’Unione europea. Ha poi predetto una rapida crescita dei partiti d’opposizione in Europa, affermando che «non potrete fermare i Paesi dell’Europa orientale che dicono no alla politica della Merkel sui rifugiati» e che ci potrebbero essere altri referendum in Europa.

LE PEN, Marine (ENF, FR)A seguire sullo stesso pensiero è intervenuta la francese Marine Le Pen (Non iscritti) per la quale il discorso di Jean-Claude Juncker è stato «insipido e errato», praticamente «un funerale dell’Ue». «La Brexit ha davvero sfatato un tabù, dimostrando che si può lasciare l’Ue e venirne fuori meglio» ha aggiunto la leader del Fronte Nazionale. Rispondendo a specifica domanda ha dichiarato che proporrà un referendum sulla “Frexit”, qualora fosse eletta presidente francese nel 2017.

«L’Unione europea si trova ad affrontare sfide senza precedenti, ma prima di tutto deve combattere l’incertezza» ha sottolineato Ivan Korčok, segretario di Stato del Ministero degli Affari esteri ed europei slovacco. Il Vertice di Bratislava del 16 settembre sarà «l’occasione per una discussione franca e aperta» in seguito al referendum del Regno Unito e «darà il via a un processo per trovare un terreno comune su migrazione, sicurezza interna ed esterna».

 

Sophia Ballarin

Foto © European Union 2016

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