Nuovo terremoto nell’Italia centrale. Ue, pronta ad aiutare

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Per fortuna nessuna vittima, ma tanti crolli. A Norcia la chiesa di San Benedetto, patrono d’Europa, mezza distrutta. Renzi e Mattarella: ricostruiamo tutto, i soldi ci sono

Ancora paura nel centro Italia a causa di una violenta scossa di terremoto (6.5 scala Richter) e dello sciame sismico successivo. Per ora non si hanno notizie di vittime, e questo è un sollievo, ma lo stesso non si può dire del patrimonio culturale. In particolare, nel lungo elenco dei beni artistici finiti in macerie, sono le chiese a essere state colpite maggiormente. Una in particolare, un simbolo per l’Europa, la Basilica di San Benedetto a Norcia, il patrono d’Europa. E ora ci si attende dall’Unione europea un’attenzione ancora maggiore alle problematiche del Belpaese, viste le mancanze per i profughi e i migranti.

3Per il paese di San Benedetto, come succitato, una vera strage di chiese, nessuna è rimasta illesa: oltre alla Basilica, la cattedrale di Santa Maria, la chiesa di San Francesco, quelle di Santa Rita e di Sant’Agostino. Ma la storia di questa zona continua solo a ripetersi. Basti pensare al campanile, una delle meraviglie dell’Umbria per la sua altezza e i suoi ornamenti, elevato nel 1388 e poi ricostruito nella parte sommitale dopo il terremoto del 1703. Proprio nel corso del ‘700 la basilica di San Benedetto «cadde tre volte e per tre volte i monaci celestini che abitavano nell’attiguo monastero la ricostruirono». come ha raccontato all’Agenzia Ansa Romano Cordella, storico dell’arte, autore della più dettagliata guida di “Norcia e il suo territorio”.

2Proprio da qui si deve ripartire, dalla capacità tutta di queste terre di saper ricostruire, non abbandonarsi alla disperazione e alla paura. Un esempio per l’Italia intera, che in un colpo solo ritrova compattezza e senso di appartenenza. Insieme all’ovvio dolore c’è tanto sostegno e solidarietà, come spesso fa il Belpaese nei momenti più buii. Irrobustiti dalla promessa che si ricostruirà tutto, «com’era e dov’era». Guardando alle comunità piegate dal nuovo terremoto, più che ai lacci della burocrazia. Il premier Matteo Renzi lo dichiara subito con urgenza, cancella ogni impegno e da Palazzo Chigi racconta al Paese la «gravità impressionante del sisma», il peggiore dal terremoto dell’Irpinia. E anche l’opposizione, perfino quella più recalcitrante a lavorare insieme con le altre forze politiche come il MoVimento 5 Stelle, tramite Beppe Grillo, si dichiara d’accordo.

6«Ricostruiremo tutto» – promette il premier – «case, chiese ed esercizi commerciali. Sono territori meravigliosi. Non possiamo avere uno sguardo burocratico. Dobbiamo sistemare il ritorno alla vita di persone, storie, comunità. Pensare alla bellezza, al futuro. Norcia, Camerino: qui c’è un pezzo di identità italiana, l’anima di questo Paese. E quando l’anima è inquieta il Paese soffre». L’Europa si dice solidale, e Renzi dichiara pubblicamente di darlo «per scontato», tagliando corto sulle ultime polemiche, con la Commissione e/o con il premier ungherese Orban.

4Il commissario Ue per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianidis assicura nel pomeriggio che l’Ue è «pronta ad aiutare». Ma – perchè a Bruxelles un “ma” c’è sempre – non cela che si dovrà valutare: «Stiamo monitorando attentamente l’impatto del nuovo terremoto in Italia». Invece il primo ministro ha fretta e lo dice in maniera oltremodo spiccia. «Penso alla chiesa di San Benedetto, patrono d’Europa, crollata a Norcia. E oggi Europa significa ricostruire com’era tutto il territorio devastato dal terremoto e un pezzo d’identità italiana. (…) Non faremo nessun tipo di passo indietro, non faremo sconti di nessun genere (…) quello che serve lo prendiamo, abbiamo spazio per poterle prendere nel bilancio e non abbiamo nessun tipo di riguardo per le regole tecnocratiche che negherebbero l’idea stessa di identità del Paese e del territorio».

9Niente tende, si ricostruirà tutto, garantisce il capo del governo che per domani ha convocato il consiglio dei ministri straordinario. «Pensiamo di intervenire fin dalla fase emendativa nel decreto legge terremoto per un allargamento dell’area del cratere. Nessuno deve pensare di essere lasciato fuori. Non c’è un problema di risorse. Quello che servirà siamo impegnati a metterlo in campo. L’importante è che dolore profondo, stress, stanchezza, non si trasformino in rassegnazione per queste popolazioni». Per questo tanto il premier Renzi quanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella da Israele fanno appello all’unità.

8Il primo (come abbiamo visto l’ottiene) «fa appello alle forze politiche a evitare polemiche assurde e divisioni. Ora riconosciamo le priorità: un conto sono le divisioni tra i partiti, legittime e sale della democrazia, altra cosa sono le polemiche sul terremoto. Ora le forze politiche smettano di litigare e siano unite, c’è in ballo l’Italia». Il capo dello Stato fa un appello accorato assicurando «la ricostruzione del territorio. Occorre il contributo di tutti: di ogni territorio, di ogni parte, di ogni opinione perché a tanti concittadini in difficoltà venga garantito il diritto di poter vivere con tranquillità nelle proprie case».

 

Sophia Ballarin

Foto © CNN

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