Rapporti Ue-Svizzera: sbloccati tutti i dossier

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Riparte il negoziato, schiarita sulle relazioni tra l’Unione europea e la Confederazione elvetica. Incontro a Bruxelles tra Juncker e la Leuthard. Restano alcuni contrasti ma si tratta

I negoziati tra Unione europea e la Svizzera, che erano stati bloccati da Bruxelles nei confronti di Berna dopo il referendum del 9 febbraio 2014 che aveva imposto quote agli ingressi dei lavoratori stranieri, sono stati sbloccati ieri dopo un incontro tra il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e la presidente della Confederazione elvetica, Doris Leuthard. Nella giornata di oggi, tecnicamente, ciò vuol dire che riprenderanno le trattative per definire i rapporti, come ha commentato Juncker.

In visita a Bruxelles, la consigliera federale Leuthard ha specificato che la nuova legge, che tiene conto del risultato del referendum e impone il principio della “preferenza per i lavoratori locali” entrerà in vigore il primo gennaio 2018. Juncker ha osservato che la formulazione rispetta il principio della libertà di circolazione e ha invitato a «non mescolare» i negoziati della Ue con la Svizzera con quelli per la Brexit, perché la Confederazione «fa parte del mercato unico» mentre il Regno Unito «punta ad un accordo di libero scambio».

Doris Leuthard

La Svizzera ha accettato che riparta la trattativa su quelli che ha definito «i pomi della discordia», in particolare il cosiddetto “accordo quadro interistituzionale” che implica l’accettazione da parte della Svizzera della giurisdizione della Corte di Giustizia europea e quello sulle regole per gli aiuti di Stato.

Per il momento non vi sono tuttavia progressi tangibili per quanto riguarda il dossier elettrico: Berna e Bruxelles discutono dal 2007 in vista di un accordo bilaterale sull’elettricità, ma l’Ue è disposta a concludere le trattative se le discussioni sull’accordo quadro istituzionale avranno buon esito.

Va ricordato che l’accordo quadro deve consentire di regolare le relazioni tra la Svizzera e l’Unione europea. Mira a garantire che la legislazione elvetica corrisponda a quella dell’Ue, quando si è in presenza di un accordo bilaterale che autorizza l’accesso della Svizzera al mercato interno europeo. È il caso, appunto, dell’accordo sull’elettricità.

Jean-Claude Juncker

Nella conferenza stampa comune, dopo mesi in cui l’opinione pubblica svizzera ha accusato la Ue di non tenere in conto ilrangodella Confederazione (con Leuthard che ha sottolineato come la Svizzera sia il terzo partner commerciale della Ue, che ne ricava un surplus di 21 miliardi di euro l’anno) Juncker ha sottolineato che «non ci sono diktat» e ha annunciato che per verificare lo sviluppo del negoziato, ci saranno due nuovi faccia a a faccia in estate e in occasione di una visita in Svizzera «a fine autunno» per verificare gli sviluppi nella prospettiva di un «accordo generale su tutti i punti» da concludere «nei prossimi mesi e anni».

Juncker ha anche sottolineato che l’atteggiamento della Ue è «rispettoso» della Svizzera. «Non facciamo ricatti alla Confederazione né a nessun altro» ha risposto ad una specifica domanda, mentre Leuthard da una parte ha osservato che «qualche Stato membro non riconosce l’importanza della Svizzera» ma ha assicurato che se ci saranno gli attesi progressi positivi nei negoziati «è interesse della Svizzera» sbloccare il contributo da un miliardo di euro ai fondi per la coesione europei.

 

Lena Huber

Foto © European Union

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