La Bce crede nella ripresa economica europea, mantiene invariati i tassi di interesse mentre l’euro si rafforza. Resta ancora debole l’inflazione
Da Francoforte il presidente della Bce Mario Draghi argomenta le recenti decisioni della Banca centrale europea, senza risparmiare critiche alle strategie di Donald Trump riguardo i dazi sull’import di acciaio e alluminio. Qualsiasi azione unilaterale sul commercio estero risulta, a suo avviso, pericolosa. Tali questioni, secondo Draghi, andrebbero affrontate in un contesto multilaterale. Affermazioni che testimoniano un clima di tensione fra Stati Uniti e Ue. Preoccupano in particolare le relazioni internazionali. Se Trump colpisce i propri alleati, si chiede Draghi, quali sono i nemici?
Trump ha firmato la legge sui dazi, usando toni stentorei riguardo la protezione dei lavoratori americani e della sicurezza nazionale. Temporanee eccezioni il Canada e il Messico, in attesa della revisione del trattato che regola il mercato unico nordamericano. Evidentemente il Presidente Usa vuole usare l’argomento dazi come strumento di pressione al tavolo negoziale.
Dure e unanimi le reazioni alla mossa di Trump, in particolare da Pechino e Londra, che parla di una maniera sbagliata di approcciare il problema. La politica dei dazi appare infatti obsoleta e non rispondente alle sfide del mondo globalizzato.
Tornando all’Europa, nello specifico la Bce ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse. La ripresa economica è solida, persino superiore alle attese, mentre l’euro si rafforza. L’impostazione maggiormente ottimistica del comunicato diffuso dalla Bce, nel quale ogni riferimento all’eventualità del verificarsi di condizioni meno favorevoli è stato eliminato, delinea le coordinate di un panorama più rassicurante.
Non mancano comunque le ombre. Draghi ha evidenziato come l’inflazione resti debole, mentre i prezzi devono mostrare ancora segnali convincenti di una consolidata tendenza al rialzo.
Riguardo la situazione politica italiana, Draghi si è limitato a riferire come le reazioni al risultato delle elezioni siano state sinora limitate. Naturalmente una protratta instabilità istituzionale potrebbe minare la fiducia degli investitori, con conseguenze negative sull’economia.
Ultima affermazione di Draghi, scontata ma non peregrina in un’Europa dove proliferano i populismi e l’euroscetticismo, riguardo appunto l’irreversibilità dell’euro. A ribadire come qualsiasi messa in discussione della moneta unica appaia dannosa e irrazionale.
Riccardo Cenci
Foto © European Union