L’importanza della vaccinazione alla base della salute degli europei

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Editoriale per l’Italia in occasione della Giornata mondiale della polio 2018 di Vytenis Andriukaitis, commissario per la Sanità e la sicurezza alimentare

Il 24 ottobre si celebra la Giornata mondiale della polio e vogliamo rendere merito al lavoro di migliaia di operatori sanitari, ricercatori e altri esperti impegnati nell’eradicazione di questa malattia. Grazie ai vaccini i bambini dell’Unione europea non muoiono più di questa orribile malattia né sono colpiti dalle gravi disabilità permanenti che può provocare.

Sebbene la fiducia nei vaccini sia fondamentale per mantenere alta la copertura, da due nuovi studi pubblicati dalla Commissione emergono tendenze preoccupanti: la fiducia nelle vaccinazioni è in calo e tra gli Stati membri persiste una mancanza di coordinamento in materia. Rispetto ad altre regioni del mondo, in Europa si registra una minore fiducia nella sicurezza dei vaccini.

Tra le principali questioni da affrontare vi sono la lotta alla disinformazione e la mancanza di consapevolezza della popolazione in merito ai rischi connessi alle malattie prevenibili con i vaccini. Questa situazione è dovuta in parte anche al crescente influsso di diversi gruppi anti-vaccini che diffondono informazioni fuorvianti su Internet o in contesti politici. Di fronte a tale influsso dovremmo stare in guardia. I dati mostrano anche che, in generale, gli adulti più giovani hanno meno fiducia nella sicurezza e nell’importanza dei vaccini rispetto ai gruppi più anziani.

In Italia la maggioranza degli intervistati ha espresso fiducia nei vaccini. Il 92% concorda sull’importanza di vaccinare i bambini, rispetto al 90% della media dell’Ue. L’85% degli intervistati italiani ritiene inoltre che i vaccini siano sicuri, rispetto all’82% degli europei. Il 90% crede che i vaccini siano efficaci, anche questa una percentuale leggermente superiore alla media europea (87%).

Tuttavia solo il 68% degli Italiani ritiene che sia importante vaccinarsi contro l’influenza (il 62% in Europa). Una percentuale leggermente più alta degli intervistati, il 73%, crede che il vaccino antinfluenzale sia sicuro (la media dell’Unione europea è del 68%).

Un’altra preoccupazione riguarda la riluttanza nei confronti dei vaccini tra alcuni operatori sanitari, perché proprio loro devono essere il nostro punto di forza nel ripristino della fiducia nei programmi di immunizzazione. In Italia vi è la probabilità che il 97% dei medici raccomandi il vaccino antinfluenzale ai pazienti e che l’87% lo raccomandi alle donne incinte.  Inoltre, solo il 49% delle persone di più di 65 anni è vaccinato contro l’influenza stagionale, percentuale ben al di sotto dell’obiettivo dell’Ue del 75%.

Nessun Paese dell’Unione europea, compresa l’Italia, può permettersi di dormire sugli allori e dare la vaccinazione per scontata. Inoltre, in un periodo in cui viaggiare da un Paese all’altro, sia per motivi professionali che di svago, non è mai stato così facile, dobbiamo ricordarci che le malattie infettive prevenibili con i vaccini non si fermano alle frontiere nazionali. Bassi livelli di immunizzazione in uno Stato membro mettono a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini di tutta l’Unione. Un’azione comune a livello dell’Ue rappresenta quindi un valore aggiunto per tutti noi. Tra le principali questioni da affrontare vi sono la lotta alla disinformazione e la mancanza di consapevolezza della popolazione in merito ai rischi connessi alle malattie prevenibili con i vaccini.

Questi studi recenti sottolineano la necessità di un’azione dell’Unione europea, come descritto nell’iniziativa sulle malattie prevenibili con i vaccini che ho presentato nell’aprile 2018. Dobbiamo unire le forze per aumentare la copertura vaccinale e garantire che tutti nell’Ue abbiano accesso ai vaccini, colmando così le disuguaglianze e le carenze nell’immunizzazione.

Per rafforzare l’azione a livello nazionale vogliamo inoltre dare vita a unacoalizione per la vaccinazioneche riunisca associazioni europee di operatori sanitari e studenti e si impegni a fornire al pubblico informazioni accurate, sfatare i miti e scambiare le migliori pratiche.

Esistono prove inconfutabili dei vantaggi e dell’efficacia dei vaccini, fondate su statistiche e dati che non lasciano spazio all’interpretazione: ad esempio, relativamente agli attuali focolai di morbillo in Europa, in 13.753 casi di morbillo di cui è noto lo stato di vaccinazione l’87% è risultato non vaccinato, l’8% è risultato vaccinato con una sola dose di vaccino contro il morbillo e il 2% è risultato vaccinato con un numero indeterminato di dosi.

Da medico posso affermare che la vaccinazione è davvero uno dei più grandi successi della sanità pubblica del nostro tempo e lo strumento più efficace sotto il profilo dei costi che abbiamo a disposizione. La vaccinazione è anche una forma di solidarietà attraverso la quale i molti proteggono i pochi e i sani proteggono i più vulnerabili. I vaccini hanno contribuito all’eradicazione o al calo significativo di varie malattie infettive nell’Ue.

Vorrei cogliere questa opportunità per esortarvi a vaccinarvi contro l’influenza stagionale per proteggere voi stessi, i vostri cari e le persone intorno a voi. Insieme, con un semplice gesto, possiamo fare in modo che l’Europa resti il luogo più sano in cui vivere.

Per garantire la salute di tutti gli europei chiedo ai ministri della Salute dell’Unione europea di intensificare quanto prima gli sforzi di coordinamento europeo e di adottare la raccomandazione del Consiglio.

 

Vytenis Andriukaitis

Foto © European Union

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