Il premier italiano Giuseppe Conte non nasconde la soddisfazione per i «grandi i progressi» al vertice dei 27 capi di Stato e di Governo, «impensabili fino a poche settimane fa»
Il Recovery Fund non solo sarà istituito ma è anche “necessario e urgente“. Su tempi, ammontare e modalità di finanziamento, però, il Consiglio europeo di questo pomeriggio non ha fornito indicazioni. Toccherà alla Commissione entro il prossimo 6 maggio presentare una proposta che entri nel dettaglio e che ne spieghi meccanismi e funzionamento. Di certo, il fondo per la ripresa con titoli comuni dovrà essere di “ampiezza adeguata“. Un’operazione che per la presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen vale per i capitali mobilitati «non miliardi ma migliaia di miliardi».
Il premier italiano Giuseppe Conte non nasconde la soddisfazione per i «grandi i progressi» al vertice dei 27 capi di Stato e di Governo, «impensabili fino a poche settimane fa». «Tutti hanno riconosciuto», dice, «la necessità di introdurre uno strumento innovativo, da varare urgentemente, per assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno». Il nodo da sciogliere, tuttavia, resta quello delle modalità di finanziamento del Recovery Fund. Angela Merkel ammette che non c’è accordo tra i leader europei tra l’opzione dei “prestiti” e quella dei “sussidi“.
Le prossime settimane saranno cruciali. Oggi il Consiglio europeo ha dato il via libera all’attivazione entro giugno dei prestiti derivanti dalle linee di credito del Mes, del fondo Sure per il sostegno al lavoro e di quello messo a disposizione dalla Bei per le piccole e medie imprese. In tutto 540 miliardi di euro. La parola adesso passa alla Commissione. La von der Leyen ritiene indispensabile agganciare il Recovery Fund al bilancio pluriennale 2021 -2027, prevedendo un fondo ad hoc da sostenere con l’emissione di obbligazioni comuni. Ma come dare risorse agli Stati, con prestiti o finanziamenti a fondo perduto? La presidente dell’esecutivo assicura che ci sarà «un giusto equilibrio tra sovvenzioni e prestiti». Ma anche in presenza di una nuova strutturazione del bilancio con un evidente ampliamento rimane irrisolto il problema di un accesso rapido alle risorse, possibilmente già dal 2020. Il Fmi parla per quest’anno di un calo medio del Pil nella zona euro del 7,5%. La presidente della Bce, Christine Lagarde, avverte che la contrazione potrebbe essere addirittura del 15% e dice: «Le misure per la ripresa devono essere rapide, risolute e flessibili. Non tutti i Paesi sono in grado di agire nel modo necessario».
Annamaria Graziano
Foto © Consiglio europeo