Livorno sede del mercato centrale piú grande d’Europa

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Città cosmopolita affascina per la sua storia, le sue gare remiere e la sua piccola Venezia

Il Mercato delle Vettovaglie, dalla parola latina vittüàglia che indica i prodotti necessari al nutrimento e alla sussistenza di una comunità di persone, è conosciuto come Mercato Centrale o Coperto e si trova sugli Scali Aurelio Saffi lungo il Fosso Reale di Livorno.

Il mercato, elemento di unione tra la città vecchia e quella nuova, è stato realizzato nel 1894 dall’architetto Angiolo Badaloni a seguito della crisi economica che colpì Livorno dopo la nazionalizzazione del mercato italiano, contestualmente all’Unità d’Italia. Il progetto ebbe, quindi, una finalità funzionale e simbolica. La città, che si sviluppò nei secoli come centro commerciale e cosmopolita, tramite la struttura del mercato, si aggiornò con le più grandi costruzioni mercantili europee.

La città, infatti, aveva vissuto momenti di forte crescita demografica che aveva reso i precedenti mercati inadatti. Il precedente mercato di piazza delle Erbe venne considerato un oltraggio alla pubblica decenza e un potenziale focolaio di infezioni. Serviva, quindi, un punto di rifornimento riparato dalle intemperie: venti, pioggia, luce diretta e calore del sole.

L’edificio, di forma rettangolare, ha una superficie complessiva di 4.800 mq e risulta suddiviso in tre grandi padiglioni. La Sala Centrale  è costituita da un ingresso principale sugli Scali Saffi e da quattro entrate laterali più piccole. Per tutta la sua lunghezza si trovano i magazzini, mentre sotto il piano del pavimento (nei sotterranei) esistono 92 cantine e celle frigorifere alle quali si accede da due ingressi con scala (rampa). Nel sottosuolo, agibile ai veicoli, sono poste le celle frigorifere.

L’impianto della copertura, modernissimo per l’epoca, deriva dai padiglioni delle allora più recenti esposizioni universali. Questo permette il diffondersi di un nuovo orgoglio cittadino e di un rinnovato senso di appartenenza al contesto urbano.

Gli spazi interni all’edificio sono collegati da due gallerie con volte a botte in stile neoclassico. Il complesso segna il passaggio tra il Neoclassicismo e l’Art Nouveau, caratterizzato dal binomio acciaio-vetro della luminosa copertura del mercato. Numerose capriate metalliche, dal disegno floreale, scandiscono la tettoia. Sopra l’ingresso principale del Salone del Pesce è visibile un dipinto commemorativo con le date della costruzione.

Nella parte alta del Salone Centrale vi sono delle travi reticolari metalliche decorate con disegni floreali. Sopra di esse le capriate, impreziosite da foglie stilizzate, scandiscono la tettoia posta a 35 metri d’altezza.

L’architetto Badaloni decorò il salone centrale con pilastri coronati da finestre a lunetta semi circolare e, più in alto, ariose aperture vetrate. L’esterno è invece caratterizzato, nella parte bassa e in quella alta, da due ordini di finestroni ad arco a tutto sesto disposti ritmicamente. Una sua imitazione più piccola, realizzata utilizzando le mappe progettuali dell’edificio livornese, è possibile trovarla addirittura nel cuore di Londra, nel famoso quartiere commerciale di Covent Garden.

Ancora oggi il Mercato è un punto di ritrovo in continua evoluzione per gli abitanti: non solo vendita di prodotti tradizionali, compresi alimenti kosher per la forte presenza della comunità ebraica, ma anche sede di manifestazioni oggi popolari come quelle dello Street Food. Oltre al tradizionale mercato mattutino, hanno luogo anche  eventi serali come degustazioni di vini locali, cooking show con i più celebri cuochi livornesi e cene a tema regionali. Non mancano anche eventi musicali dal vivo e attività culturali come spettacoli comici e presentazioni di libri.

Artisti come Gino Bramieri e Walter Chiari amavano far visita al mercato delle vettovaglie: il loro scopo era carpire le storie, le barzellette e le battute per utilizzarle poi come spunti e idee per i loro spettacoli. Passeggiando tra i vari quartieri della città non si può fare a meno di notare delle lunghe imbarcazioni a 10 remi con sedili fissi e timoniere. Si tratta dei gozzi, il simbolo indiscusso del Palio Marinaro di Livorno, che sono dipinti con i colori e con il nome del rione d’appartenenza protagonisti delle gare remiere della Città di Livorno (Giostra dell’antenna, Coppa Risi’atori, Coppa Barontini, Palio Marinaro).

Le gara sottolineano la preparazione degli atleti e la necessità di intesa fra vogatori e timoniere e si svolgono in una cornice di folla che sostiene con passione gli equipaggi in competizione.

I gozzi e le gozzette (imbarcazioni più piccole a 4 remi) sono l’emblema di un modo di navigare antico e tuttavia vitale, che resiste e rafforza il tratto culturale e di identità dei livornesi.

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Nel suggestivo scenario dei “fossi medicei”, caratteristici canali scavati a partire dal XVI secolo su iniziativa di Ferdinando I de’ Medici con scopo sia difensivo che commerciale, si presenta l’antico quartiere della “Venezia Nuova” , che rappresenta il vero centro storico della città toscana cogliendo immediatamente alcune somiglianze con la città veneta per i canali, le piazzette e i ponticelli che lo caratterizzano. Inoltre “Effetto Venezia“, la manifestazione che si svolge all’inizio del mese di agosto, ravviva ogni angolo di questo caratteristico quartiere, grazie ad animatori di strada, mostre e spettacoli.

Un’altra sosta è la Piazza della Repubblica, la piazza-ponte più larga d’ Europa che può accogliere oltre 20.000 persone e particolarmente interessanti sono anche le antiche fortificazioni come la Fortezza Vecchia (1521 – 1534) e la Fortezza Nuova (1590 – inizio 1600). Tra gli edifici religiosi di maggior pregio vi sono sicuramente la Cattedrale di San Francesco, Duomo di Livorno, la chiesa di Santa Caterina del 1720, a pianta ottagonale, caratterizzata da una grande cupola che custodisce all’interno un dipinto ad olio di Vasari e la chiesa di San Ferdinando che merita una visita anche solo per il gruppo scultoreo conservato presso l’altare. L’architettura tipica del Monumento dei quattro mori con Ferdinando I dei Medici che domina la Darsena Vecchia e l’Ottocentesca passeggiata a mare con la suggestiva terrazza Mascagni  rendono la città ancora più sorprendente e affascinante.

Non dimentichiamo però che il vero  protagonista della città e re indiscusso della tavola livornese è il Cacciucco, un piatto cucinato con diverse qualità di pesci, in genere polpi, seppie, cicale, scorfani e altre varietà di pesce cosiddettopovero”, messo a cucinare in tempi diversi in salsa di pomodoro e poi adagiato su fette di pane abbrustolito e agliato poste sul fondo del piatto. Ha senso considerarlo piatto tipico livornese nella misura in cui si riferisce al periodo storico in cui Livorno divenne una città cosmopolita con una popolazione composta da un cacciucco (miscuglio) di genti e di comunità diverse: ebraiche, armene, greche, levantine, tedesche, portoghesi, francesi, anglicane e olandesi.

 

Francesca Sirignani

Foto © Francesca Sirignani

 

Per informazioni: Associazione Guide Labroniche – Email: infolivornotour@gmail.com

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Francesca Sirignani
Giornalista pubblicista specializzata in tematiche turistiche ed europee. Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza – indirizzo transnazionale e, dopo aver ottenuto la seconda laurea in Studi Europei ed Internazionali, ha approfondito la conoscenza dell’inglese e del francese viaggiando e frequentando corsi linguistici all’estero. É il Direttore Responsabile della testata giornalistica on-line Follow Me Magazine ma collabora anche per “Montecarlo In”, "Weekly Magazine", “Area Wellness”, "Leisure & News International”, “Elaborare 4x4”,“Travel Quotidiano” e “Week – end Premium”. È docente al Master “Comunicazione per il settore enologico e il territorio” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e ha anche collaborato in diversi progetti europei e di Legislazione Turistica che le hanno permesso di accompagnare gruppi in molte destinazioni del mondo. È iscritta al GIST cioè al Gruppo Italiano Stampa Turistica. Appassionata per culture, tradizioni e paesaggi di altri popoli ha fotografato molti Paesi.

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