Femminicidio, presentazione del libro di Marcello Pellegrini “Non sono tua”

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A Roma venerdì 2 Ottobre alle ore 17, Largo Gregorio VII, trenta casi di femminicidio in versi

«Ogni anno vengono mediamente uccise nel nostro Paese circa 150 donne. Benchè non sia poi così alta come in altri Paesi del mondo (America Latina), per noi che ancora sentiamo le coscienze sussultare di fronte a questi crimini, assumono al contrario la dimensione di un massacro, di un eccidio che ci lascia basiti e preoccupati». Questo l’esordio del libro di Marcello Pellegrini, psicoterapeuta cognitivo comportamentale.

«Più in generale, il femminicidio ha alla base una concezione misogina e patriarcale della donna, come proprietà e strumento, anzichè come persona libera di autodeterminarsi (…) In quasi tutti i versi, ho utilizzato la mia esperienza psicoterapeuta, per tentare di spiegare gli avvenimenti e i sentimenti vissuti dalle donne, questo spero, possa coinvolgere profondamente il lettore, come lo sono stato io», continua l’autore.

Marcello ha la passione della poesia da quando aveva tredici anni, infatti da allora che scrive poesie. Si è ispirato, come afferma, al grande Pablo Neruda, che ritiene sia il suo “maestro”. Quindi si ispira ai versi di Neruda quasi «imitandoli». Per anni ha portato con se il “Canto Generale” sempre del grande Pablo, consumando la copertina del libro, fino ad essere costretto a rilegarla di nuovo.

Il libro descrive una trentina di casi, ormai di dominio pubblico, e l’autore fa «raccontare dalle vittime» la loro sorte, con la modalità di Spoon River la cittadina descritta nel libro del 1943 da Edgar Lee Masters. Emblematica la storia di Federica Mangiapelo, una ragazza di 16 anni originaria di Alatri. Il padre era un venditore ambulante e la madre lavorava in una cooperativa sociale. Era una ragazza bella e intelligente, ma che non aveva molta voglia di studiare. La sua ambizione era quella di lavorare e mettersi i soldi per potersi sposare con Marco Di Mauro un ragazzo di 23 anni di Formello che faceva il cameriere. Il possesso del ragazzo,  confuso con l’amore spinge i ragazzi al litigio e spesso Marco «alzava pesantemente le mani». La morte di Federica arriva per annegamento da parte di Marco che spingendole il viso sott’acqua la soffoca. Il ragazzo torna a casa come se nulla fosse. Ci vorranno mesi e perizie per accertare i fatti. Il giovane è stato condannato a 14 anni di carcere.

La poesia di Marcello Pellegrini su Federica Mangiapelo (alcuni brani): «Freddo e umido in questo lago che sa di acqua stagnante. La pioggia lo condisce con un malsano odore. Ho freddo! Il mio corpo trema, ha brividi, vuole tepore…. Ho vissuto? Che sono sedici anni quando devi andare via, quando colori, risate, impegni e serietà sono stati appena la tua scuola di vita?». E ancora «Nella notte di Hallowen, dove per gioco si evoca il terrore, lui tentò l’ultimo possesso, poi pigiò il mio viso nell’acqua e si allontanò, mentre suoni e fiaccole annunciavano il culmine della festa! Il segreto della mia morte ora è un libro noto. L’unico tepore che sento è al calar della sera, quando il buio nasconde la stanza e mi coprono in pace con un lenzuolo!».

Altri casi riguardano Sara di Pietrantonio studentessa uccisa dal suo ex fidanzato che l’ha bruciata, una guardia giurata che “ritornò alla vita normale” in quanto tornò al lavoro per finire il suo turno di lavoro. Un collega la mattina dopo lo trovò che leggeva un libro.

 

Le parole di Sara Di Pietrantonio tramite Marcello Pellegrini: «Lui era premuroso e affabile quando mi incontrava. Voleva essere a posto e pulito, ci teneva che lo vivessi solare e trasparente come un vetro deterso e asciutto (…) Lui mi sembrava sincero e che semplificasse la vita, quella che a me appariva piena di impegni e ostacoli da superare (…) Ora sono qua che aspetto di essere rimossa. Il mio corpo, così elegante, snello, vitale, il mio viso di luce, i miei capelli color del sole sparsi dal vento. Prima soffocata, poi bruciata, calpestata e spostata per essere totalmente consumata. Dovevo essere sua o di nessuno. Solo così potevo andarmene».

Alla presentazione del libro parteciperanno le donne del Quartiere e del Coordinamento Assemblee Donne Consultori, nonchè operatrici del Consultorio di via Silveri, le quali leggeranno le poesie di Marcello. Un padre delle vittime di femminicidio ha assicurato che farà del tutto per essere presente all’evento. Il Laboratorio di Quartiere S.Pietro Cavalleggeri ha promosso l’iniziativa della presentazione del libro per creare spunto di riflessione sul problema e aumentare il grado di consapevolezza del rispetto delle donne e dell’altro in genere. Ritiene inoltre fondamentale il ruolo dei Consultori nel prevenire simili eventi, per aiutare le donne vittime di violenza che spesso si rivolgono alle operatrici del Consultorio, la psicologa, l’infermiera e tutto il personale.

Le parole che Marcello Pellegrini trova per far “parlare” le vittime suscitano o dovrebbero suscitare in ognuno di noi la consapevolezza che l’amore non è possesso dell’altra, ma rispetto delle sue decisioni e della sua autodeterminazione a vivere la vita che desidera. Un grazie all’autore per aver creato questa occasione condivisa con un intero Quartiere, che ha difeso il Consultorio considerando il grande valore che svolge.

 

Giorgio De Santis

Foto © Giorgio De Santis

Video © Eurocomunicazione

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