Olanda, le dimissioni del governo Rutte in attesa del 17 marzo

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Olanda

Assunzione di responsabilità o abile mossa politica in vista del quarto mandato?

Presunti colpevoli

Olanda. L’accusa di frode, non documentata, diretta a 26.000 famiglie che avevano usufruito dei sussidi per l’assistenza all’infanzia tra il 2013 e il 2019, ha risollevato tra l’altro l’accusa di razzismo al premier di centrodestra Mark Rutte, esponente del Partito popolare per la libertà e la democrazia – VVD. Da oltre 10 anni – e tre legislature – al governo dei Paesi Bassi, recentemente con una coalizione formata dal D66, social-liberale, dal Christian Democratic Appeal – CDA (che in italiano suona come Appello Cristiano Democratico) di stampo conservatore e dal Christian Union di matrice green, Rutte ha anticipato le dimissioni prima della ratifica della mozione di sfiducia da parte dell’opposizione.

La meta è il 17 marzo

E seppur abbia detto che «con questa decisione, il governo vuole rendere giustizia a tutti quei genitori che hanno subito un torto senza precedenti», sono in molti a guardare al gesto come una straordinaria occasione politica. Dimettersi non significa infatti abbandonare la nave, gli offre bensì la possibilità di traghettare il Paese alle elezioni del 17 marzo prossimo con maggiore agio in qualità di custode supervisore del governo provvisorio.

Violazione dello stato di diritto

Protest

Il rapporto parlamentare che ha scatenato la crisi, che lo stesso premier ha etichettato come equo e pungente, ha descritto il non proprio irreprensibile modus agendi di un buon numero di alti funzionari dell’ufficio delle imposte olandese, rei di aver tentato – o portato a termine – il recupero moroso degli assegni familiari precedentemente concessi a numerosi genitori. Accanto a loro, altrettanto tacciati di condotta impropria, secondo l’inchiesta vi erano ministri, giudici e membri del Parlamento: tutti condannati a restituire i beni tolti.

Profilazione etnica

Delle 26.000 famiglie accusate infondatamente di aver preteso in modo fraudolento un assegno per i figli, 11.000 hanno subito una indagine fiscale ritenuta di stampo razzista.  Genitori con cognome non autoctono e doppia cittadinanza sono difatti stati oggetto di una sorta di profilazione etnica – ad opera dell’ufficio delle imposte – che ha indignato la parte dell’opinione pubblica già in allerta contro quel razzismo sistemico caratteristico dei Paesi Bassi.

Il fallimento dell’intero sistema politico

Il re Willem-Alexander d’Olanda ha accolto le dimissioni del capo di governo e dei ministri, responsabili – per stessa ammissione di Rutte – per quanto accaduto in questo mandato e nel precedente. Lodewijk Asscher, già vice di Rutte e al ministero degli Affari sociali e dell’occupazione nella seconda legislatura, lascerà anche il ruolo di leader del Partito del lavoro – PvdA. La decisione di dare le dimissioni come squadra, infine, è stata votata all’unanimità dal consiglio dei ministri, che ha voluto così dare un messaggio forte al proprio elettorato.

Pericolosa perdita di credibilità dell’amministrazione

Il governo di Rutte non è infatti nuovo a crisi e, benché ad oggi sia ancora in testa ai sondaggi, potrebbe incontrare più di una difficoltà a formare una solida coalizione. Geert Wilders, leader sovranista ed euroscettico olandese che nel 2012 abbandonò i negoziati sulle misure di austerità facendo crollare Rutte, sembra nuovamente il nemico più agguerrito nello sbarrargli la strada verso il quarto mandato.

Statista impegnato contro la pandemia

Politico di larga esperienza, Mark Rutte – leader morale dei Paesi frugali (Austria, Svezia, Danimarca e appunto Olanda), che l’estate scorsa invocavano limiti e condizioni precise all’aiuto dell’Europa a nazioni quali l’Italia e la Spagna, richiamate a lavorare per avviare una stagione di maggiore competitività e anche resilienza – insomma a non sedersi sugli allori – ha tenuto solidamente in mano la nazione in questo anno drammatico. Neppure i suoi detrattori possono negarne le abilità di statista. Non è certo casuale il suo richiamo al tema della pandemia ancora tutta da domare fatto accanto alla dichiarazione di «non aver avuto alcun coinvolgimento diretto nella vicenda» dei sussidi.

Domande irrisolte

Amsterdam

Ciò benché migliaia di famiglie abbiano dovuto rimborsare decine di migliaia di euro per i fondi ricevuti, senza alcuna prova di colpevolezza e nessuna possibilità di dimostrare la propria innocenza. Il deputato del CDA, Pieter Omtzigt, si domanda come sarà possibile sistemare le cose per questi genitori, alcuni dei quali sono stati sfrattati dalle loro case, hanno divorziato e perso il lavoro a seguito della richiesta di rimborso delle sovvenzioni.

Le comunità straniere sono state colpite duramente

In una intervista rilasciata a DutchNews.nl Pieter Omtzigt afferma che, se è vero che “le agenzie fiscali hanno infranto quattro o cinque leggi“, occorre ricordare anche che “i buchi nella legge significavano che, se commettevi un piccolo errore l’agenzia delle tasse diceva che dovevi rimborsare tutto”. Va oltre: “una interpretazione della legge che non era la legge?”. E aggiunge che, per la sua esperienza, non è difficile sbagliare: “i moduli sono molto difficili da compilare. [Se sbagli] non significa che hai cercato di frodare il sistema, ma devi comunque rimborsare il sussidio dell’intero anno”.

Avendo ancora negli occhi le duemila persone riunite domenica ad Amsterdam, capitale della fiorita Olanda, in una manifestazione di protesta contro le misure in atto per frenare la diffusione del Covid-19 (non autorizzata a causa della preoccupazione per la salute della collettività) – ad oggi le persone risultate positive al virus sono 917.308, e i morti hanno raggiunto il numero di 13.065 – restiamo in attesa di sapere se l’Olanda avrà un quarto governo Rutte, che sia populista o di coalizione, o un politico emergente pronto a inaugurare una stagione nuova.

 

Chiara Francesca Caraffa

Foto © Samule Giglio, Markus-Spiske, Red-Morley-Hewitt

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Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

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