Lega, prove “di fede” sempre più europeiste

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Qualche rondine leghista sul cielo di Bruxelles sembra annunciare la primavera

Molto si è scritto nelle ultime ore sulla svolta europeista di Matteo Salvini e della Lega. Merita, però, essere segnalato che le parole del “capitano” sono state rapidamente seguite, in certi casi persino anticipate, dall’anima europeista dei rappresentanti del suo partito a Bruxelles (che, al di là di certe sparate individuali, chi scrive ha avuto modo di riscontare anche in passato in diversi europarlamentari leghisti, ndr). Soprattutto da parte di quelli provenienti dall’anima leghista del nord produttivo. Da sempre regioni che hanno l’Europa nel loro Dna.

Leghisti apprezzati a Bruxelles

Mi riferisco ai rappresentanti della Lega seri e apprezzati anche dagli avversari politici, come ad esempio Anna Bonfrisco, Paolo Borchia e e Giannatonio Da Re. Che salvano l’onore della Lega anche a Bruxelles, nonostante lo schiamazzo di alcuni che, a volte spacciando teorie economiche un tanto al chilo, solo fino a qualche giorno fa inneggiavano all’uscita dall’euro, se non addirittura all’Italexit.

Proprio Giannantonio Da Re, che assieme ad altri ha anticipato a Bruxelles il pensiero neo-europeista del Salvini che sostiene Mario Draghi – dietro al quale secondo molti, ci sono teste pensanti di Giorgetti e Zaia – seppure senza troppo clamore, ha saputo coinvolgere la commissaria europea per l’Innovazione, la Ricerca, Cultura, Istruzione e Gioventù, Mariya Gabriel, alla cerimonia di Apertura dei Campionati Mondiali di Sci a Cortina d’Ampezzo. La perla della Dolomiti e di quel Veneto produttivo e a trazione leghista, che per molti aspetti si distingue da alcuni arroganti politicanti leghisti dall’accento romano.

Le parole della Gabriel

La commissaria europea ha infatti partecipato con un significativo videomessaggio in inglese concluso, però, con un “in bocca al lupo” tutto italiano, alla cerimonia di apertura dei Campionati.

«Sono davvero molto contento che abbia accolto positivamente la mia proposta di coinvolgerla, in qualità di rappresentante del Parlamento europeo, alla 46a edizione dei Campionati che si svolge in Veneto e che vede la partecipazione di 70 nazioni che si sfideranno per 13 titoli mondiali e che sarà trasmessa su scala mondiale», ha dichiarato De Re.

«Questo evento presta particolare attenzione a temi chiave legati allo sport come i valori umani, l’educazione e la gioventù, attraverso una cooperazione locale ed europea e, considerato l’importante impegno profuso dal commissario Gabriel nella promozione dello sport e dei suoi valori, a nome della Regione Veneto e della Provincia di Belluno, ho ritenuto opportuno invitarla a presenziare alla cerimonia, ovviamente secondo le modalità che la pandemia impone. Lo sport e la gioventù hanno particolarmente sofferto a causa del Covid e la partecipazione del commissario ha rappresentato un importante messaggio di vicinanza e impegno della Commissione europea nel sostenere e promuovere lo sport anche in questo periodo difficile», ha aggiunto l’europarlamentare, già segretario regionale della Lega nel Veneto e sindaco di Vittorio Veneto, considerato molto vicino al governatore Luca Zaia.

La risposta “all’alleato Meuthen”

Sempre Da Re, con il ruvido tono leghista, ma nella versione europeista ormai sdoganata da Salvini, e che suona come musica alle orecchie dei tanti veri patrioti italiani ed europei che vivono a Bruxelles, quando gli si chiede dell’attacco via social del vicepresidente del gruppo Id (di cui fa parte anche la Lega), Joerg Meuthen, di Alternative fuer Deutschland, alle politiche attuate da Mario Draghi quando era presidente della Bce, risponde: «Quando i tedeschi andranno fuori dalle scatole, porteremo le giostre e faremo la festa in piazza».

All’europarlamentare, i nazionalisti tedeschi, che sono una spina nel fianco non solo della cancelliera Merkel, ma anche della presidente della Commissione europea von der Leyen, non piacciono affatto: «Mia madre era partigiana» – ha detto – «non combattente ma con funzioni di collegamento. Prima questi se ne vanno, meglio è». E rilancia, «non lo dico da adesso, ma da quando sono arrivato in Europa: l’ho scritto anche al presidente David Sassoli».

Chissà che questo non sia un inizio

Si dice che una rondine non faccia primavera. Ma dopo l’inedita felpa Ue indossata da Salvini comincia a vedersi più di una rondine leghista nel cielo, oggi nevoso, di Bruxelles. E questo, seppure nella prudente attesa di ulteriori prove concrete, non può che essere un segno di moderato ottimismo e speranza. Per l’arrivo della primavera per il governo a trazione Draghi e, soprattutto, per l’Italia e l’Europa. I cui destini, per chi scrive e nonostante le tante sciocchezze che si ascoltano da alcuni, sono intimamente legati.

 

Alessandro Butticé

Foto © Eurocomunicazione, Commissione europea, Facebook

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Da sempre Patriota italiano ed europeo. Padre di quattro giovani e nonno di quattro giovanissimi europei. Continuo a battermi perché possano vivere nell’Europa unita dei padri fondatori. Giornalista dall'età giovanile, poi Ufficiale della Guardia di Finanza e dirigente della Commissione Europea, alternando periodicamente la comunicazione istituzionale all’attività operativa, mi trovo ora nel terzo tempo della mia vita. E voglio viverlo facendo tesoro del pensiero di Mário De Andrade in “Il tempo prezioso delle persone mature”. Soprattutto facendo, dicendo e scrivendo quello che mi piace e quando mi piace. In tutta indipendenza. Giornalismo, attività associative e volontariato sono le mie uniche attività. Almeno per il momento.

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