Gli anticorpi contro le Foibe sono il Dna dell’Unione europea

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Foibe

Ma il negazionismo Anpi dei 97 Finanzieri infoibati a Basovizza é una vergogna

Il 10 febbraio si vuole conservare e rinnovare la memoria delle vittime delle Foibe. Dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Cioè della più complessa vicenda del confine orientale. Come vecchio Finanziere, non posso non porgere un commosso ricordo e omaggio a tutte le vittime. In modo particolare ai fratelli di giubba, che come me hanno indossato le Fiamme Gialle. E che con quelle stesse Fiamme Gialle sono state infoibati a Basovizza.

97 Finanzieri infoibati a Basovizza

Il primo maggio 1945, l’esercito popolare jugoslavo del Maresciallo Tito assumeva il controllo di Trieste. Rendendosi responsabile, come nel resto di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, dell’eccidio di tante persone. Tra queste, 97 militari della Guardia di Finanza. In servizio nella Caserma di via Campo Marzio, furono indotti con l’inganno a consegnare le armi. Quindi catturati e trucidati nelle Foibe del Carso triestino il 3 maggio. L’episodio è considerato uno degli avvenimenti bellici più dolorosi nella storia del della Guardia di Finanza. Per numero di militari coinvolti e per modalità di esecuzione. A Basovizza c’è un cippo dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (ANFIe del Comando della Guardia di Finanza di Trieste che ne ricorda il sacrificio.

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Il ruolo dell’Unione europea

Sono un patriota europeo, oltre che italiano. Devo quindi ricordare che è grazie all’Unione europea che il confine orientale è oggi zona di pace.  Ma anche di democrazia e libertà da ambo le parti. Lungo quel confine io sono cresciuto. E lo conosco quindi bene. Dove fino a pochi anni fa c’era il muro di Gorizia – misconosciuto a tanti come la tragedia delle Foibe – oggi i bambini corrono liberamente in bicicletta. Da una parte all’altra del vecchio confine. Che attraversano senza neppure accorgersene.

Perché Italia e Slovenia fanno parte di una stessa Patria comune, l’Unione europea. Creata per dire “mai più” a quelle tragedie in Europa. Nel ricordo e al prezzo anche di quei martiri che oggi commemoriamo. Come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della celebrazione de “Il Giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo giulianodalmata“, che si è svolta ieri nell’Aula dei Gruppi parlamentari a Montecitorio.

Il monito europeista del presidente della Repubblica

«Le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate sono iscritti con segno indelebile nella storia della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze», ha dichiarato Mattarella, rinnovando ai familiari delle vittime delle Foibe, ai sopravvissuti, agli esuli e ai loro discendenti il senso forte della solidarietà e della fraternità di tutti gli italiani. «I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista», ha precisato il presidente della Repubblica, sottolineando come le sofferenze patite non possano essere negate. E che «Il futuro è affidato alla capacità di evitare che il dolore si trasformi in risentimento e questo in odio, tale da impedire alle nuove generazioni di ricostruire una convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione».

Italia e Slovenia oggi unite nella Patria Unione europea

Risentimento e odio che l’Unione europea è stata capace di domare. E Mattarella ha voluto ringraziare il presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor. Per l’incontro e le iniziative del luglio scorso, in occasione della firma del protocollo d’intesa per la restituzione del Narodni Dom alla minoranza linguistica slovena in Italia. Ricordando come da questi valori, che sono nel codice genetico dell’Ue, oltre che nelle costituzioni italiana e slovena, discendano «progetti altamente apprezzabili come la scelta di fare di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, capitale della cultura europea 2025. Atti di alto significato simbolico che dimostrano una volta di più come l’integrazione di italiani, sloveni e croati nell’Unione europea abbia aperto alle nostre nazioni orizzonti di solidarietà, amicizia, collaborazione e sviluppo. Il passato non si cancella. Ma è doveroso assicurare ai giovani di queste terre il diritto a un avvenire comune di pace e di prosperità».

Il negazionismo dell’Anpi di Brescia dei 97 Finanzieri infoibati

Queste parole di altissimo profilo del capo dello Stato stridono con alcune dichiarazioni lette ieri sulla stampa e sui social. Da parte di frange estremiste. In un momento in cui Italia ed Europa stanno lottando contro nemici comuni come la pandemia e la crisi economica. E per questo avremmo più di tutto bisogno di coesione, unità e tolleranza.

Ad esempio, Il Giornale riporta la notizia che l’Anpi di Brescia centro (attraverso l’account Twitter @ANPIBsCarmine) avrebbe postato una serie di tweet in odore di negazionismo. E pubblica la foto di un tweet ove si legge un testo inquietante. “#Basovizza non é tecnicamente una foiba, ma un pozzo minerario abbandonato. Non ci sono prove documentali certe che vi sia siano avvenute esecuzioni o vi siano state sepolte vittime delle epurazioni“.

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Scioccato da questa affermazione ho cercato il Tweet, ma non l’ho trovato. Vorrei quindi augurarmi che non sia mai esistito. Anche se dubito che Il Giornale abbia potuto commettere un atto di falsità così grave. Voglio sperare allora che chi l’ha postato si sia vergognato per averlo fatto e lo abbia rimosso. Provando rimorso non solo per aver oltraggiato la memoria dei 97 finanzieri infoibati a Basovizza, ma anche per avere offeso l’immagine e l’onorabilità della stessa Guardia di Finanza. Che da sempre li piange e li celebra come suoi Caduti ed eroi.

I Partigiani del Colonnello Malgeri oltraggiati dai presunti nipotini al caviale

I veri Partigiani, quelli cioè senza le mani macchiate di sangue, appartenenti a diverse idee politiche e fedi. Molti di loro  portavano le stellette delle regie forze armate. Come ad esempio i finanzieri del Colonnello Malgeri che, conservando l’uniforme grigio-verde, hanno liberato Milano. I veri Partigiani hanno anche offerto la vita per liberare il Paese dal nazi-fascismo. Sono quindi certo che proverebbero orrore per gli assassini di gente inerme nelle Foibe, compiuti dai macellai con le stelle rosse di Tito. Ma proverebbero anche sconcerto per la carica ideologica di molti loro sedicenti nipotinial caviale“. Presunti seguaci che oggi non si capisce davvero in nome di chi parlino e chi rappresentino davvero. Non certo della Storia. Intendo quella con la “s” maiuscola.

Tengono davvero alla difesa di libertà e democrazia?

A questi signori, mi viene voglia di chiedere se mirino davvero al bene delle nostre due Patrie. L’Italia e l’Unione europea. Che i nostri nonni con le mani linde di sangue innocente ci hanno consegnato libere e democratiche. E che spetta a noi mantenere lontane dagli spettri che hanno pervaso l’Europa nel secolo scorso. Consegnandole libere e democratiche ai nostri nipoti.

Resistenza contro fascismo e comunismo 2.0

Se  davvero tengono al bene delle nostre Patrie, libere e democratiche, si impegnino seriamente nella vigilanza contro ogni reale rischio di dittatura. Sia esso di matrice fascista, comunista, o di qualunque altro tipo. Compreso quello del “sistema” confessato da Luca Palamara nel libro intervista di Alessandro Sallusti. Che mi auguro abbiano letto. E che non ne siano complici. Ma soprattutto che, se volessero fare qualcosa di davvero utile alle libertà del nostro Paese, sostenessero una urgente riforma della Giustizia. A tutela di ogni forma di “fascismo o comunismo“. Compreso quello 2.0 delsistema“.

Vedi anche l’altro nostro articolo su eurocomunicazione.eu

 

Alessandro Butticé

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Da sempre Patriota italiano ed europeo. Padre di quattro giovani e nonno di quattro giovanissimi europei. Continuo a battermi perché possano vivere nell’Europa unita dei padri fondatori. Giornalista dall'età giovanile, poi Ufficiale della Guardia di Finanza e dirigente della Commissione Europea, alternando periodicamente la comunicazione istituzionale all’attività operativa, mi trovo ora nel terzo tempo della mia vita. E voglio viverlo facendo tesoro del pensiero di Mário De Andrade in “Il tempo prezioso delle persone mature”. Soprattutto facendo, dicendo e scrivendo quello che mi piace e quando mi piace. In tutta indipendenza. Giornalismo, attività associative e volontariato sono le mie uniche attività. Almeno per il momento.

1 commento

  1. Il sottoscritto Lgt.c.a. Luigi Noviello SI CONGRATULA VERSO GLI OPERATORI TUTTI CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DELL’EVENTO.
    F.to Lgt.c.a. Luigi Noviello Presidente Uscente la Sezione A.N.F.I. in Bitonto (BA).

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