Le origini dei pellegrinaggi irlandesi a Roma

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Pellegrinaggi

Le rappresentanze irlandesi in Italia lunedì hanno aperto le iniziative di San Patrizio con un evento online sui primi scambi culturali nati dalla comune religione cattolica

Lunedì 15 marzo, nel quadro degli eventi 2021 per la ricorrenza di San Patrizio (17 marzo) l’ambasciatore in Italia della Repubblica d’Irlanda, Colm Ó Floinn, e l’ambasciatore presso la Santa Sede, Derek Hannon, hanno invitato la comunità irlandese in Italia a seguire un incontro online sulla storia dei pellegrinaggi a Roma.

Studi effettuati

L’iniziativa delle rappresentanze irlandesi si è avvalsa degli studi di Mícheál Mac Craith. Il quale ha insegnato molti anni nel Department of Modern Irish della Università di Galway (Nui).

Mac Craith, francescano, ha vissuto sei anni presso il collegio di Sant’Isidoro a Roma. Attualmente vive a Killiney (sud di Dublino) e scrive di letteratura in lingua gaelica, di cultura del XVII secolo e della diaspora irlandese agli inizi della modernità.

Le critiche al pellegrinaggio

Colombano (540-615 d.C), partì dall’Irlanda per poi fondare sedi religiose nella Francia orientale – nel 590 Luxeuil Abbey, nella attuale Haute-Saône  – e in Italia (nel 614 l’Abbazia di San Colombano a Bobbio, in quella che è oggi la provincia di Piacenza). In quei tempi alcuni irlandesi criticavano l’eccessivo valore attribuito ai pellegrinaggi con il motto “much trouble, little profit“. Nella pratica, però, Roma nella seconda parte del IX secolo era diventata una meta prestigiosa. La parola gaelica roimh in origine indicava la sepoltura di un santo. Informazioni sui viaggi e un poema in gaelico irlandese si trovano già in un manoscritto appartenuto all’Abbazia di San Gallen in Svizzera – fondata da Saint Gall, contemporaneo di Colombano – e in una copia di una lettera di San Paolo, in greco con traduzioni in latino.

Roma

La Città Eterna esercitava una notevole attrazione, negli Annals of Inis Fallen (1095) si fa riferimento ai monaci irlandesi a Roma, però nell’XI secolo si mettevano in cammino anche esponenti dell’alta società. Il figlio di Brian Boru (re del Munster) Donnchadh Mac Briain nel 1063 andò in pellegrinaggio a Roma, dove morì nel 1064. Nel monastero di Santo Stefano, dove l’iscrizione in latino sulla pietra tombale si può tradurre: “nell’anno del Signore 1064, Donnchadh Mac Briain, re di Cashel in Thomond, figlio di Brian Boru re d’Irlanda, è stato lasciato a riposare in questa chiesa. Egli ha donato la corona reale come un pegno al supremo Pontefice.”

Precedente mondo gaelico

Nella storia Foras Feasa ar Éirinn, nota come Foundation of Knowledge on Ireland (1634) Seathrún Céitinn riporta leggende secondo le quali Donnchadh, a Roma, ebbe un figlio da una donna nobile. E da qui ipotizza una origine delle celebri famiglie dei Powers, degli Eustaces e dei Plunketts. In realtà già prima del suo viaggio Donnchadh aveva più di ottanta anni e a Roma visse fino alla sua morte nel monastero di Santo Stefano. Probabilmente lo storico irlandese Céitinn (1569-1644) ha cercato di collocare in un precedente mondo gaelico i “vecchi cattolici inglesi discendenti dei Normanni. Per distinguerli dai nuovi coloni inglesi protestanti (molto attuali all’epoca dello storico).

Presenza irlandese

PellegrinaggiNel Medioevo, i segni di presenza irlandese in Italia sono ancora sporadici. Dal Kildare, John Swayne nel 1399 andò a Roma e ci sono testimonianze che qui chiese al religioso Dietrich von Nieheim di creare un rifugio per religiosi provenienti dall’isola. L’unica cosa di cui si ha conferma è che nel 1418 von Neiheim lasciò i suoi averi alla chiesa di Santa Maria dell’Anima.

Ci sono poi periodi senza molti riscontri storici, si sa invece che proprio a Roma fu nominato tra gli altri il francescano Cornelius O’ Devany, vescovo di Down e di Conor (nel 1582 in Santa Maria dell’Anima) O’ Devany fu giustiziato in maniera molto cruenta al di fuori di Dublin Castle il primo febbraio del 1612, dopo una accusa di rivolta contro il dominio inglese con Hugh O’ Neill, il protagonista della sollevazione (assieme a Hugh O’ Donnell) sconfitto a Kinsale nel 1601, nonostante l’appoggio che la flotta spagnola diede agli indipendentisti.

I resti di Saint Patrick

Anche la corrispondenza tra l’ambiente ecclesiastico romano e quello dell’isola di smeraldo è rimasta fitta nel tempo, riguardando talvolta oggetti contesi di cui si riteneva che avessero valore religioso. I resti di Saint Patrick, di Brigid of Kildare e di Colmcille, furono spostati all’interno della cattedrale di Downpatrick nel 1186, ma alcuni reperti (uno di questi riguardava San Patrizio) sono stati in seguito portati nella chiesa di San Marco a Piazza Venezia, a Roma. Nel 1316 Edward Bruce saccheggiò la cattedrale di Downpatrick e una reliquia attraverso successivi passaggi arrivò fino al dottor Denvir (vescovo di Down and Conor) che nel 1856 aprì il reliquario ma con grande sorpresa lo trovò vuoto, per cui scrisse a Roma e ottenne la riconsegna in Irlanda di una parte della reliquia, che si trova ora nella chiesa di San Patrizio a Belfast.

 

Aldo Ciummo

Foto © Cammini d’Europa, TripAdvisor, Aleteia

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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