Sogin, le associazioni in Basilicata ne lamentano la poca trasparenza

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Sogin

Il grido di allarme degli ambientalisti e quel video imbarazzante per l’azienda, dove il dirigente Ivo Velletrani esclama: “È un bordello qua”

Il reportage sulla Sogin, la società deputata allo smantellamento degli impianti nucleari e alla costruzione del Deposito Unico Nazionale per i rifiuti nucleari, ci porta nella bellissima Basilicata che ospita nel suo territorio undici aree protette, di cui due parchi nazionali. Terra che è stata il set di diverse pellicole, la prima fu girata da Carlo Lizzani, nel 1949, con un documentario dal titolo “Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato”, dedicato alla questione meridionale. Oggi chissà come avrebbe intitolato lo stesso regista un suo eventuale lavoro, in difesa dei cittadini lucani, descrivendo un’altra questione, quella di Rotondella (MT), dove all’interno del centro di ricerche Trisaia dell’ENEA, si trova l’impianto ITREC (Impianto di Trattamento e Rifabbricazione Elementi di Combustibile) di proprietà della Sogin.

Le associazioni criticano la mancanza di informazioni

Dal 2003 quest’ultima gestisce il sito con lo scopo di realizzarne il decommissioning, a quanto pare previsto per il 2036, il tutto dovrebbe avvenire nella totale trasparenza e nel continuo confronto con le istituzioni e le associazioni di cittadini sul territorio. Purtroppo parrebbe non essere andata in questo modo, a lamentarne l’approccio e la mancanza di informazioni utili, su quanto si stia eseguendo come attività, sono le associazioni ambientaliste presenti sul territorio: Medici per l’Ambiente, Cova Contro e Mediterraneo NO Triv. Queste, di buona lena, spinti dall’amore per la loro terra, si sono dedicate ad approfondire dati e circostanze per poter comprendere e far scuotere la coscienza dell’opinione pubblica su cosa stesse accadendo nella loro zona.

La politica difenda il territorio e i suoi cittadini

Tutto questo non per puro piacere di ostacolare o per una posizione precostituita, ma solo con uno scopo, quello che percorrerebbe l’animo di chiunque di noi, cercare di avere delle rassicurazioni che tutto sia davvero sotto controllo, sia per la salute che per l’impatto ambientale. Come condannare questi cittadini per tutto questo, sono gli stessi alla quale la politica, locale e nazionale, ammicca quando cerca il consenso e alla quale adesso loro chiedono, a gran voce, di non essere lasciati soli. Chiedono semplicemente una cosa: sapere. I politici e i parlamentari eletti su quel territorio, e non solo, non possono e non devono abbandonarli, la celeberrima frase citata da Manfredi, nel film “In nome del Papa Re”, dovrebbe fungere loro da insegnamento: “Quando un esercito è in borghese, è un esercito di popolo, e cor popolo, ce se sbatte sempre er grugno”.

Il report di Legambiente sul sito di Rotondella

Poi le elezioni si sa arrivano e i cittadini non dimenticano quello che è stato fatto o non fatto, una questione di memoria e consequenzialità. Proprio per rinfrescare la memoria a qualcuno è bene ricordare che nel sito di Rotondella, come sostenuto anche nel nuovo report di Legambiente: “È stata accertata una grave ed illecita attività di scarico a mare dell’acqua contaminata, che non veniva in alcun modo trattata”. La situazione non era e non è delle migliori, ad incancrenire gli animi si è poi aggiunto anche il comportamento di taluni dirigenti della Sogin, che dinnanzi alla legittima richiesta di chiarimenti, avanzata dai cittadini lucani tramite alcune associazioni, sembrerebbero aver avuto un atteggiamento poco professionale. È auspicabile che simili condotte non rappresentino il fare di tutta l’azienda, anche perché non chiarire non fa altro che far aumentare i dubbi già persistenti e con i dubbi non si vive più.

Quel video sconcertante

La dimostrazione di quanto sopra citato è contenuto in un video, alquanto imbarazzante, pubblicato dall’associazione Cova Contro di Giorgio Santoriello. Le riprese sono state girate e mandate in onda da Jonica TV, qualche tempo fa, impersonando una sorta di moderno Carlo Lizzani che racconta quanto stava avvenendo in Basilicata, questa volta ai giorni nostri. Le immagini riportano quanto accaduto durante un confronto pubblico tra un rappresentante di una di queste associazioni, Medici per l’Ambiente, il dott. Gian Paolo Farina (medico) e una delegazione della Sogin, rappresentata da un suo direttore, il dott. Ivo Velletrani. Vedendo tali immagini sono presto spiegate le perplessità che angosciano gli abitanti del posto, invece, ancora oggi quello che non si spiega è come in Sogin non si siano posti il problema di quell’episodio. Mistero.

La memoria corta

Un direttore di una azienda partecipata dallo Stato che dovrebbe essere esaustivo nel dare dati e risposte ai cittadini, soprattutto trattandosi di una materia delicata quale il nucleare, appare infastidito e senza argomentazioni soddisfacenti. Se non fossero le immagini a parlare, sarebbe da non crederci. Eppure l’azienda era dalla parte dei medici, al punto tale da realizzare e diffondere un video che recitava queste parole: “Per questo a voi medici, infermieri e operatori socio sanitari che combattete questa guerra in prima linea, vogliamo fare arrivare la nostra vicinanza e il nostro incoraggiamento”. Forse il dott. Ivo Velletrani non ha avuto il tempo di vederlo o, forse, i medici come il dott. Farina vanno bene solo fin quando si limitano a curare le malattie e non quando parlano del pericolo di malattie gravi.

La presenza di veleni nel territorio

Al medico, rappresentante dell’associazione ambientalista che, a buon diritto, chiede conto su dei livelli di contaminazione del suolo non vengono date delucidazioni appropriate, si fa finta di non capire e quando in parte sono date, vengono cercate sfogliando frettolosamente dei fogli. Al peggio non c’è mai fine e lo si raggiunge quando nell’incalzare del documentato dott. Farina, con dati alla mano, elencando i vari tipi di veleni riscontrati come vanadio, berillio, tallio, cobalto, cadmio che contaminano i terreni di quella zona, il dott. Velletrani della Sogin appare incredulo, disceso chissà da quale pianeta. Eppure il dott. Farina quei dati li ha sulle carte, nelle sue mani, ne cita persino la fonte, ma il suo interlocutore non pare averne alcuna conoscenza.

La risposta del dirigente al telefono che dice tutto

Lo stesso ricevendo una telefonata, convinto di non essere ascoltato, per descrivere l’andamento della riunione esclama: “È un bordello qua”! Il culmine lo si raggiunge quando l’esponente dell’associazione fa riferimento alla “Buca alta attività”. La faccia del Velletrani e del suo collega sono da immortalare, l’espressività dei volti dice tutto, il panico totale. Insomma una vera e propria débâcle per i due malcapitati Sogin, che certo non hanno fatto fare una bella figura all’azienda, basta guardare la ripresa per rendersi conto di quanto accaduto. In tutta questa serie di insicurezze alle domande poste dal dotto dott. Gian Paolo Farina, di Medici per l’Ambiente, una cosa sicura però c’è, il dott. Ivo Velletrani nel frattempo ha fatto carriera.

E intanto il dirigente del caso fa carriera

Oltre a conservare l’incarico di direttore del Regolatorio, come riportato dall’organigramma aziendale aggiornato al 25 febbraio 2021, è divenuto anche direttore Autorizzazioni e Istituzionale. Scelte aziendali attuate dall’attuale amministratore delegato, ing. Emanuele Fontani, adesso vallo a spiegare ai cittadini lucani di cercare di nutrire ancora fiducia nella Sogin, soprattutto dopo la figura non edificante fatta dal Velletrani in quell’occasione. Vallo a spiegare anche a tutti quei cittadini dove sorgono i siti da smantellare o dove dovrebbe sorgere il Deposito Nazionale Unico, che chi si interfaccerà con loro è proprio il direttore di quel video.

Il modus operandi

Per far capire meglio il modus operandi, è utile far riferimento ad una lettera, inviata dal direttore Velletrani della Sogin, in risposta ad una nota del sindaco del Comune di Rotondella e di cui era stato posto a conoscenza anche l’assessore regionale Ambiente e Energia. Il contenuto della missiva esprime la volontà, compatibilmente all’emergenza del Covid-19, di un incontro per informare lo stato di avanzamento dei lavori del sito, sia con la popolazione o tramite un tavolo della trasparenza in Regione. Risultato? Le associazioni in questione non hanno saputo più nulla e si sono poste delle domande.

Le denunce alla Procura di Matera

Augurandoci che il dott. Ivo Velletrani, nel frangente, non abbia avuto problemi con la memoria gliele porgiamo noi. Velletrani che fine ha fatto la sua proposta di vedersi ogni sei mesi per un aggiornamento della situazione? Secondo lei il tavolo della trasparenza a cosa serve, è solo uno slogan, una frase ad effetto di cui riempirsi la bocca o, per uscire dall’equivoco una volta per tutte, un semplice tavolo di cristallo? Le associazioni ambientaliste non demordono, vogliono sapere, vogliono chiarezza. Proprio per questo motivo l’avvocato Giovanna Bellizzi, dell’associazione Mediterraneo No Triv, ha presentato due denunce alla Procura di Matera. Una riguardante la perdita di sostanze cancerogene in falda, di ciò che resta, dell’ex impianto Magnox, l’altra denuncia per la perdita di percolato durante i lavori, effettuati dalla Sogin, di rimozione del monolite radioattivo dell’impianto Itrec di Rotondella. La storia non finisce qui.

 

Alessandro Cicero

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Alessandro Cicero
Alessandro Cicero è nato in Africa settentrionale, da genitori italiani di origine siciliana, si è trasferito da piccolo nella città di Salerno, oggi vive a Roma, svolge la sua attività tra la capitale e Londra. Scrive su alcune testate giornalistiche nazionali e su un organo di informazione europeo ed internazionale incentrato su tematiche politiche, economiche, industriali e su argomenti sociali e del lavoro inerenti il Parlamento Europeo e i rapporti con gli Stati membri ed esteri. È, inoltre, impegnato nella cura di rapporti istituzionali internazionali e di interfaccia con i media, creando campagne di stampa e cura dell’immagine istituzionale. Ha maturato esperienze nell’ambito del public relations, relations intelligence, crisis management e strategie digitali, corporate communication & public affair. È stato impegnato nello sviluppo e nella cura della comunicazione e delle relazioni esterne, anche in campagne di comunicazione elettorali internazionali. È stato consulente per l’elezione a Presidente della Repubblica di un importante Stato africano conseguendo la nomina, nell’ambito di quella specifica coalizione, di Consigliere per le Pubbliche Relazioni, Relazioni Istituzionali, Commerciali, Economiche per la Comunicazione in Italia e presso le Istituzioni Europee a Bruxelles. Ha fondato e diretto, come direttore editoriale, un settimanale nazionale sia cartaceo che online, ha scritto su alcune testate nazionali ed europee, ha partecipato come commentatore in alcune trasmissioni televisive come RaiNews24, Uno Mattina Rai, Rai Radio 1, Rai 2, intervistato su TG1 economia Rai. Tra le varie esperienze è stato osservatore per le elezioni presidenziali in Ucraina, nelle quali fu eletto Viktor Yushchenko e alcuni anni prima osservatore e corrispondente per le elezioni presidenziali in Albania, che portarono all’elezione di Sali Ram Berisha. Ha operato nel settore mass media, editoria e comunicazione in joint venture con la tedesco-romena Roumanainvest, il primo gruppo televisivo privato in Romania. Ha svolto incarichi nell’ambito del settore Ambiente ed Energia È stato cofirmatario, assieme all’amministratore delegato dell’Enel dell’epoca, Alfonso Limbruno e al Direttore Generale, Claudio Poggi, del Contratto Nazionale di Lavoro del Settore Elettrico nell’ambito delle relazioni industriali. Come editorialista e appassionato della materia, ha scritto e rilasciato anche interviste su organi nazionali d’informazione su temi di energia, ambiente, industria e riorganizzazione aziendale e di settori industriali, in particolare su aziende come ENI, Enel e Sogin.

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