Draghi, attacca tutti. L’alba di un nuovo picconatore?

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Draghi

Dagli psicologi al “dittatore”, un premier senza peli sulla lingua. Forse un po’ troppo informale?

La conferenza stampa del premier Mario Draghi inizia alle 18:30 precise. E forse l’inizio è stato perso da molti italiani dato che eravamo abituati ai “mostruosi” ritardi dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Altra abissale diversità sta nel discorso introduttivo. Il “nuovo” premier non parla ai cittadini, o meglio lo fa solo attraverso le domande dei giornalisti presenti. Non spende parole per farci capire qual è il quadro generale del Belpaese. O più semplicemente per rassicurare, un minimo, i milioni di italiani che ormai sono disperati. Ma forse a rassicurare i cittadini doveva essere la presenza del nuovo coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli.

Vaccini

E subito si inizia a parlare di vaccini. Tasto dolente ormai da molti mesi. Ma il premier sembra fiducioso per quanto riguarda il quantitativo di dosi in possesso dell’Italia. «La disponibilità di vaccini non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbio sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti». Subito dopo la prima raccomandazione: «È venuto il momento di prendere decisioni sulle fasce di età per le vaccinazioni. Somministrare il vaccino AstraZeneca per chi abbia più di sessant’anni».

«La disponibilità di vaccini che abbiamo in aprile permette di vaccinare chi ha più di 80 anni, in tutte le Regioni, e in parte chi ne ha più di 70».

Ma il punto centrale, purtroppo, sono i decessi. «E per questa ragione è prioritario vaccinare quelli che hanno più età». E poi il messaggio alle Regioni: «Smettetela di vaccinare chi ha meno di sessant’anni (…) se riduciamo il rischio delle classi più esposte si riapre tutto con tranquillità». Il monito arriva anche per le fasce d’età under 60: «Con che coscienza i giovani saltano la lista e si fanno vaccinare mettendo a rischio chi ha più di 75 anni».

Attacco agli psicologi

Spicca, poi, il riferimento a una determinata categoria. Suscitando non poche polemiche e l’immediata risposta del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, David Lazzari. Il quale su Facebook scrive: “nessuno di noi ha chiesto di avere priorità, è stato il Governo a decidere le priorità vaccinali. In queste sono state incluse tutte le professioni sanitarie. Perché addirittura l’ultimo Decreto trasforma la facoltà in obbligo, esteso a tutti gli iscritti agli Ordini sanitari. Perché queste priorità e questi obblighi non sono determinati dal fine di proteggere i sanitari ma le persone, bambini e adulti, da loro seguiti”.

“E allora, signor presidente, le dico che non ci sono solo gli psicologi del Servizio sanitario nazionale. Ma ci sono le migliaia di psicologhe e psicologi che lavorano nella scuola per sostenere il disagio determinato da un anno di scuole chiuse”, scrive Lazzari. “Ci sono, signor presidente, le migliaia di di psicologhe e psicologi che lavorano con soggetti fragili, bambini diversamente abili, con problemi di sviluppo e con le loro famiglie. Quelli che lavorano con gli anziani, rsa, malati oncologici, persone con patologie croniche, nel fine vita”.

“Come li vogliamo considerare, signor presidente, queste decine di migliaia di professionisti della salute psicologica? Ma soprattutto, come vogliamo considerare i bambini, i giovani, le donne, gli uomini, gli anziani, che stanno aiutando e che non sono vaccinati o non possono esserlo? Persone che non meritano nessuna protezione? Le persone che in Italia, ogni giorno, hanno bisogno di un aiuto psicologico sono un popolo. Un popolo al quale sinora il Governo non ha dato risposte. Ora vogliamo dire che tutti quelli che chiedono aiuto ad uno psicologo non sono meritevoli di protezione?”, conclude Lazzari.

Riaperture

DraghiImmancabilmente arriva la domanda sull’incontro con Matteo Salvini ma anche con le Regioni. «Ho visto Salvini, ho visto i presidenti delle Regioni ma anche dei Comuni, e questa mattina ho visto anche Bersani. Tutti chiedono le riaperture. È normale farlo» – afferma Draghi – «La miglior forma di sostegno all’economia sono le riaperture. Sono consapevole del bisogno e della disperazione, delle manifestazioni che ci sono state. Capisco il senso di smarrimento e di alienazione che c’è in questa situazione. Quanto più procedono celermente le vaccinazioni, tanto più si potrà tornare a riaprire. Parlo delle categorie a rischio. Occorre il 10% delle categorie a rischio e meno sugli altri».

Il Governo sta lavorando molto per questo, e noi vogliamo anche credergli ma poi: «Non ho una data. Ci stiamo pensando, ma dipende dall’andamento dei contagi e dalle vaccinazioni». Insomma si torna sempre allo stesso punto. Non uscite e vaccinatevi ma come diciamo noi. Dalle manifestazioni che ci sono in questi giorni è chiaro che i lavoratori indipendenti non possano più aspettare. Tante sono le attività che sono state costrette a chiudere e tante lo saranno ancora. E la chiusura di tante partite Iva come influiranno sull’economia dello Stato? Diciamolo chiaramente, sono loro il maggior sostegno delle casse dello Stato. Ma di questo non si parla nella conferenza. Troppo scomodo?

Turismo

Sul turismo il capo del Governo parla di fiducia: «Non diamo per abbandonata la stagione turistica, tutt’altro. Penso a un piano di riapertura delle fiere e degli eventi: è il miglior messaggio di fiducia al Paese. Stiamo guardando al futuro delle prossime settimane». E poi mette in campo il nuovo commissario per l’Emergenza: «Ci sarà una direttiva di Figliuolo. E poi vedremo come inserire con i ministri il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra i parametri che si usano per autorizzare le riaperture. Pensate quant’è importante soprattutto per la riapertura delle scuole, soprattutto per quelle dei più grandi: uno dei criteri per chiudere era che tornavano a casa e contagiavano gli anziani, i nonni».

Scuole

Altra nota dolente sono proprio le scuole. Aperte, chiuse, 50%, dad, insomma il caos per gli studenti. E proprio legata alla dad una domanda legittima sulla connessione internet. Migliaia di studenti sono rimasti e rimangono indietro a causa proprio della scarsità di collegamento. Il premier, di nuovo, da una risposta futuristica ma di concreto nulla. «L’anno trascorso è stato di depressione: la digitalizzazione sarebbe stata la via per fare il possibile nella nostra vita. Questo divario digitale segue anche quello che c’è nel nostro Paese: penso alla dad che è meglio di niente, ma c’è un divario tra le varie parti d’Italia. Questa è una priorità del Governo: figura nelle missioni del Pnrr, è trasversale in molti progetti. Molti di questi non si possono fare senza questo passo in avanti nella Pubblica amministrazione. Il lavoro su questo punto è già cominciato».

Draghi con le donne

Ammirevole lo slancio del premier Draghi a sostegno della presidente della Commissione europea. «Non condivido assolutamente il comportamento di Erdogan verso la von der Leyen. Credo non sia stato un comportamento appropriato, mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione subita dalla von der Leyen». Il capo del Governo definisce il presidente turco come «un dittatore» e, ovviamente, dalla Turchia arriva subito la risposta.

Sul suo profilo Twitter il direttore della presidenza delle Comunicazioni turca, Fahrettin Altun scrive: “il premier nominato d’Italia ha superato i limiti e definito dittatore il nostro presidente, eletto con il 52% dei voti dal popolo turco. Parole che non trovano posto nella democrazia, pronunciate con uno stile da condannare. Se qualcuno cerca un dittatore allora guardi alla storia d’Italia”. Ma in realtà ad autogol risponde autogol, se così lo vogliamo chiamare quello di Draghi. Altun dovrebbe studiare come presero il potere i “dittatori” del centro Europa, fra cui prima di tutti proprio l’Italia…

 

 

Ginevra Larosa

Foto © Ginevra Larosa, Psy, VignaClara, Stefano Roffi

Video © Eurocomunicazione

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