Jenny Saville, una delle più grandi pittrici viventi in mostra a Firenze

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Jenny Saville

«Una comunità di artiste e artisti che ha ritrovato il loro luogo naturale, il loro laboratorio, la loro fonte di ispirazione»

Il 29 settembre 2021 è stata inaugurata nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, la mostra Jenny Saville. Il progetto espositivo, promosso dal Comune di Firenze, organizzato da MUS.E e sostenuto da Gagosian, è ideato e curato da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, in collaborazione con alcuni dei maggiori musei della città: Museo di Palazzo Vecchio, Museo dell’Opera del Duomo, Museo degli Innocenti e Museo di Casa Buonarroti.

Firenze, città antica e moderna

In occasione dell’inaugurazione, il sindaco di Firenze, Dario Nardella ha sottolineato come: «In questi anni a Firenze abbiamo portato avanti il progetto scaturito da un sogno, rendere quanto mai attuale la bellissima frase di Giorgio Vasari, il padre di Palazzo Vecchio. “Firenze”, diceva Vasari, “è sempre stata grande quando è stata modernamente antica e anticamente moderna. In queste pochissime parole troviamo lo spirito del progetto che in questi sette anni ha animato le politiche culturali del nostro comune, della nostra città. E infatti non abbiamo mai smesso di investire sull’arte contemporanea».

«Abbiamo cercato di aprire le porte di Firenze ai più grandi interpreti del nostro tempo, ai più grandi artisti. Una comunità di artiste e artisti che ha ritrovato a Firenze il loro luogo naturale, il loro laboratorio, la loro fonte di ispirazione».

Un artista universale

Ecco quindi che Firenze ospita Jenny Saville, una delle più grandi artiste viventi. «Ci sono opere che rappresentano la propria epoca e poi ci sono opere che invece rispondo a domande universali senza tempo e senza spazio. Jenny, è un’artista universale» evidenzia Sergio Risaliti.

Jenny Saville nasce nel 1970 a Cambridge, in Inghilterra, frequenta la Glasgow School of Art dal 1988 al 1992 e trascorre un periodo all’Università di Cincinnati nel 1991. Attualmente vive e lavora a Oxford.

Considerata erede della cosiddettaScuola di Londra“, Saville è convinta che le potenzialità della pittura siano ancora da esplorare superando la distinzione tra astratto e figurativo. Così come quelle tra espressionismo e informale. Sempre alla ricerca della verità in pittura per mettere a nudo l’immanenza espressiva del corpo, l’artista lavora sul modello in studio e sulla fotografia. Per costruire le sue immagini, così potenti e abbaglianti, così travolgenti e impressionanti, raccoglie fotografie e ritagli da giornali e cataloghi, mescolando storia dell’arte e archeologia, immagini scientifiche e di cronaca, senza creare gerarchie o distinguo tra bellezza e abiezione, brutalità e venustà, tenerezza e crudeltà.

Al centro delle sue opere la forma umana

Jenny SavilleI suoi soggetti appartengono alla tradizione classica: volti, corpi nudi, gruppi di più figure, figure distese o in piedi, maternità e coppie di amanti presentati in pose che ricordano la statutaria etrusca. O modelli classici della tradizione rinascimentale e moderna, l’arte egizia o arcaica.

Questo incontro tra antico e contemporaneo consiste in un progetto “titanico”. Come lo definisce lo stesso Sergio Risaliti, mette in luce almeno cento tra dipinti e disegni degli anni ’90 e lavori realizzati appositamente per la mostra.

«La mostra di Jenny Saville» – precisa Nardella – «con questa fisicità prepotente esibita, con questa ricerca insistita della carnalità, questo studio mai banale, con la figura dell’uomo, con il corpo umano, le figure imbruttite, affaticate dalle avversità della vita, ecco questa mostra sembra creare una frattura con la potenza composta delle sculture e degli affreschi cinquecenteschi che ci circondano. È proprio in questo confronto, in questo dialogo sempre tesissimo tra presente e passato che prende corpo la nostra proposta di progetto culturale per la città».

Le chiavi della Città

A coronazione dell’evento, il sindaco di Firenze ha consegnato all’artista le Chiavi della Città e questo è stato il saluto di Jenny Saville: «Tutto è iniziato a Venezia quando ho incontrato Sergio Risaliti. Mi ha invitato a prendere un caffè e abbiamo parlato. Poi mi ha invitato a venire a Firenze. C’ero stata da giovane, con mio zio che era un artista e anche uno storico dell’arte. Fu grazie a lui che ebbi questa visione della grandezza dell’arte ma all’epoca non mi sarei mai immaginata di farne parte, di esprimermi attraverso il suo linguaggio».

«Voglio ringraziare tutti, perché l’esperienza che ho fatto a Firenze è stata bellissima proprio a livello di persone. Tutte quelle con le quali ho lavorato, anche quando eravamo ad appendere le opere nei musei, i tecnici, gli assistenti, mi hanno fatto ricordare di quanto gli italiani siano un grande popolo quando si parla di arte e cultura».

Le incertezze della grande artista

«Casa Buonarroti, devo dire, è per me la mia casa ideale, mi muove nell’anima e nel cuore perché di tutti luoghi è quello forse dove mi sono più sentita a mio agio. Ma dopo aver visitato Casa Buonarroti e iniziato il progetto, ogni volta che venivo a Firenze si aggiungeva un nuovo spazio. Un museo, un luogo dove poter esser presente con le mie opere. In quel momento ero estremamente felice, poi quando tornavo a casa nel mio studio, mi prendeva quasi la paura. Ce la farò? Ce la farò a stare accanto a questi grandissimi maestri?».

«Per me dialogare con Michelangelo è stata una cosa meravigliosa perché l’ho sempre considerato il più grande maestro dell’arte, capace di esprimere con le sue opere, l’arte al suo massimo. Devo dire che mi ha sempre intimorito, quindi questo mio accostarmi a lui è avvenuto anche con molto timore e umiltà. Adesso posso dire che se prima sentivo di avere Michelangelo un po’ dietro alle spalle, adesso fa parte di me».

 

Cecilia Sandroni

Foto © Jenny Saville, Gagosian

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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