Presepe artigianale, “La città di Napoli nel Mondo”

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Presepe

Raffigurata una “Napoletanità” rappresentativa di una cultura millenaria e del perdurare di tradizioni antiche risalenti “alla notte dei tempi”

Il presepe nasce da un inconscio desiderio dell’autore di esternare, tramite creatività, immaginazione, fantasia, emozioni e sentimenti correlati ad alcuni momenti significativi della sua vita. Il tutto plasmato da un profondissimo amore per la città di Napoli. Culla di antica tradizione presepiale sviluppata da grandi artisti e da semplici ma validissimi artigiani che hanno sempre rappresentato il calore e il colore della città attraverso scene di vita quotidiana. Analogamente, in questa rappresentazione l’autore ha inteso riproporre la “magica atmosfera napoletana” nella raffigurazione delle diverse località del Mondo.

Natività

La scena più significativa è quella della Natività costituita dalla Grotta con la Sacra Famiglia. In fondo si intravede la Casa di Maria, per la cui realizzazione l’autore si è ispirato alla Santa Casa di Loreto.

L’eterogeneità delle scene del presepe raffigurate intorno alla Grotta intende evidenziare come tutto il Mondo, aprendosi a una visione incantevole, sia coinvolto dal grande evento della Natività che Papa Francesco in una sua recente omelia ha definito “Brivido divino che scuote la storia”.

PresepeDalla rappresentazione della Natività si sviluppa, in maniera omogenea, il resto della costruzione presepiale attraverso la riproduzione fantasiosa e romantica di località di diversi Paesi visitati dall’autore.

Il filo conduttore che caratterizza l’intera opera è quello evocativo. Infatti la realizzazione classica della Natività riporta il Grande Evento attraverso il sogno del pastore Benino. Narrato dall’opera seicentesca “La cantata dei pastori”, questa ricostruzione delle scene del presepe rievoca, attraverso l’immaginazione e la fantasia dell’autore, piacevoli ricordi e sensazioni legate a esperienze personali.

Personaggi internazionali

Il presepe è intitolato “La città di Napoli nel Mondo” perché l’autore vuole visualizzare il concetto del sogno già espresso dall’opera seicentesca. Lo fa raffigurando una “Napoletanità” rappresentativa di una cultura millenaria e del perdurare di tradizioni antiche risalenti “alla notte dei tempi” (come appunto quella del presepe). Oltretutto, viene manifestata dall’autore attraverso un sogno proiettato questa volta in una dimensione internazionale, allo stesso tempo variegata ed eterogenea.

Ecco che, come d’incanto, i diversi personaggi tipici del presepe napoletano – ovvero, il pastore Benino (che, nella tradizione popolare napoletana, addormentatosi disteso sotto il pagliaio sogna il presepe), il cacciatore, il pescatore, la lavandaia, il vivaio, la zingara, i suonatori, i giocatori di carte e altri ancora –  sembrano trovare in un contesto internazionale una propria collocazione “naturale”. Ciascuno all’interno di una località del Mondo riprodotta idealmente dall’autore. Come se le leggende e le storie che si celano dietro a ciascuno si mescolassero fino a intrecciarsi con gli usi e i costumi dei popoli dei diversi Paesi.

Al contempo, ai personaggi tipici del presepe napoletano si affiancano quelli caratteristici appartenenti alle diverse realtà culturali locali raffigurate nel presepe.

Così, alla rappresentazione presepiale dei bevitori di vino dei “bàcari” e del gondoliere della laguna di Venezia si susseguono le scene (ciascuna collocata nel proprio specifico contesto ambientale) degli abitanti della Habana Vieja (con le sue peculiari case in rovina). E anche, del guardiano del faro della Galleana (sul lungomare dell’Avana), dei venditori del Pijaca Markale (il mercato cittadino bombardato durante l’assedio di Sarajevo). Del pescatore della baìa de Guanabara (sovrastata dall’eccentrico  Promontorio del Pan di Zucchero di Rio de Janeiro). E dei giovani ragazzi che si dilettano nel fresco pomeridiano di una giornata di luglio in compagna dei propri genitori al Central Park di New York.

Le origini di Napoli

PresepeLa città di Napoli viene evocata dalla presenza degli storici barcaioli di Santa Lucia che affollano il porto dell’omonimo Borgo marinaio. Questo è raffigurato con l’inconfondibile statua di San Gennaro che saluta i naviganti a cui si contrappone la singolare effigie della leggendaria Sirena Partenope. La quale, evocando un culto pagano, sembra voler ricordare a tutti i napoletani le antiche origini magnogreche della loro città. Sullo sfondo si intravede la luce accecante dei lapilli che fuoriescono dalla bocca di un maestoso Vesuvio. Sulle cui falde sostano incuranti alcuni passanti assorti nelle loro attività quotidiane.

Segue la raffigurazione dei giocatori d’azzardo. Nel 1600, durante il Governo dei Vicerè spagnoli nel Regno di Napoli, erano soliti darsi furtivamente appuntamento a ridosso dell’ex convento di Santa Maria di Donnaromita. Costruito esattamente laddove, durante l’antico insediamento greco, nascevano edifici di culto pagano.

Antico e moderno

Nel presepe è, quindi, ricorrente il tema ancestrale, della contrapposizione delnuovo Mondoalla culturadecadentedel paganesimo. La sua disfatta a beneficio del Cristianesimo, viene rappresentata dalle rovine del Tempio di Atena (che nell’antichità sovrastava l’altura di Punta Campanella, a Massa Lubrense). Nonché da un rovinoso Anfiteatro Flavio tra i cui ruderi si possono ancora intravedere i combattimenti dei gladiatori che si svolgevano in presenza dell’Imperatore. Di fronte all’entrata del Colosseo viene raffigurato l’Imperatore Costantino (il primo cristiano). Il quale, attraversando tripudiante l’omonimo Arco Romano (di ritorno dalla vincente battaglia di Ponte Milvio sull’Imperatore Massenzio) e lasciandosi alle spalle (in sella al proprio cavallo bianco) l’antico Anfiteatro sembra, appunto, voler salutare il trionfo del Cristianesimo sui riti pagani del “vecchio Mondo”.

I dettagli

Nell’ambito della rappresentazione presepiale è raffigurato (sempre in maniera alquanto fantasiosa) il pittoresco ascensore in ottone dell’epoca industriale denominato “Elevador de Santa Justa”. Il quale conduce, in un fresco pomeriggio di primavera, i propri passeggeri dal centro storico di Lisbona (la Baixa), alla zona alta della città. Invece la nota strada de “las Ramblas” di Barcellona è riprodotta brulicante di stravaganti e scanzonati artisti di strada e dalle eccentriche venditrici di fiori e di uccelli. In fondo i passanti si imbattono increduli nella Boqueria, l’originale mercato cittadino dai mille colori e dai mille profumi. Mentre all’altro estremo del viale passanti accaldati si rifrescano presso la leggendaria Fontana di Canaletes.

Il folcloristico mercato ortofrutticolo di ZagabriaDolac Market”, con la sua possente cancellata in ferro battuto e i vistosi ombrelloni di color rosso, si popola nel corso della mattinata. Protagoniste, le anziane contadine provenienti dall’entroterra della Croazia (“Komize”), raffigurate nell’atto di vendere i propri prodotti freschi. Facilmente distinguibile all’interno del mercato una tra le più caratteristiche fontane che abbelliscono le strade della città di Zagabria.

Invece la “Grand Place” di Bruxelles, sui cui svetta imponente il campanile gotico del palazzo del Municipio, è raffigurata nel bel mezzo della rappresentazione floreale dedicata all’Assunzione di Maria, in un’assolata giornata di agosto, con al centro il suo “tapis de fleurs”. Accanto alla piazza è il “mangiatore di pita” che domina la scena al centro della nota strada denominata “Rue des Pittas”. Mentre sullo sfondo si intravede la celebre statua bronzea del Manneken Pis.

Infine, le città storiche di Buda e Pest. Rappresentate visivamente separate dal noto Ponte delle Catene che sovrasta un Danubio dall’aspetto tenebroso, con le sue imbarcazioni fluviali. Tutto dominato dal pittoresco Castello di Buda e dalla monumentale cattedrale di Santo Stefano sullo sfondo.

Napoli in ogni luogo

Proprio in questa dimensione fantastica, quasi poetica, fatta di sogni e leggende, in cui “il nuovo” si intreccia magicamente con ”il vecchio” e si unisce immaginariamente con “il moderno”, che deve cogliersi il messaggio subliminale che l’autore ha inteso trasmettere con la propria rappresentazione presepiale. Ovvero quello di ricercarein ogni dovee in un contesto internazionale la tradizione popolare napoletana. Che, in maniera del tutto rispettosa, si fonde idealmente con la realtà culturale e con l’ambiente circostante in ogni “angolo del Mondo”.

 

 

Maurizio Maria Monti

Foto © Sara Mignogna
Video © Eurocomunicazione

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