Roma raccoglie e unisce le maestranze del Made in Italy per rielaborare l’iconica Baguette ideata da Silvia Venturini Fendi
La Maison della moda Fendi, ha da poco concluso l’esposizione dedicata alla manifattura italiana. La mostra è stata aperta al pubblico dal 1° novembre e doveva terminare quello stesso mese; tuttavia, dato il successo è stata prorogata fino al 9 gennaio. La cornice della manifestazione non poteva che essere il quartier generale di Fendi al Palazzo Civiltà Romana. Infatti, l’edificio realizzato storicamente per l’Expo del 1942 (mai svoltosi a causa della II guerra mondiale) è concesso dal 2013 in affitto alla società di alta moda fino a tutto il 2028.
Hand In Hand
Con il progetto “Hand in hand”, Fendi ha riunito sotto lo stesso vessillo un gruppo variegato di atelier e laboratori indipendenti. La loro missione è stata interpretare la celebre Baguette, dando sfogo a tutta la loro pratica e creatività per trasformare la tradizionale borsa, in pezzo d’arte unico e originale. Il nome del progetto è simbolico e racchiude un profondo significato. Infatti, rappresenta l’incontro delle mani di questi artisti della manodopera con quelle degli artigiani Fendi. Un’unione che ha dato vita a una collaborazione in cui si ricorre ad antiche tecniche tradizionali di profondo valore.
Una cooperazione, che abbatte le differenze regionali per mettere in luce lo stile e il design italiano. Stile che da sempre distingue il Belpaese in Europa e nel Mondo. Al di là della creazione di prodotti, un fattore chiave è lo stabilirsi di una rete di relazioni umane. Un elemento fondamentale per preservare, trasmettere la maestria e la creatività in tutto il Paese. I risultati sono stati diversi e straordinari, si parte dalla stravaganza dei metalli e delle pietre preziose, alla complessità del mosaico, la purezza del ricamo in cotone e la precisione della filigrana.
La struttura della mostra
L’allestimento dell’esposizione risalta all’occhio ed è un connubio tra l’esperienza digitale e fisica. Nella progettazione si è tenuto conto di una narrazione che integri il contesto culturale storico, insieme all’illustrazione dei processi artigianali che hanno portato alla realizzazione del prodotto. L’area dell’installazione è costituita da una sala lunga 30 metri, composta da tavoli neri al centro dei quali sono esposti i prodotti. I tavoli oltre alla funzione di sostegno, sono dotati di schermi multimediali, attraverso i quali sono proiettate le varie fasi della lavorazione delle borse.
Nei vari documentari si raccontano i 20 processi, che hanno portato alla rielaborazione della borsa Baguette secondo la tradizione manifatturiera di ogni Regione. Il contributo dei video è fondamentale perché proprio grazie a essi si riesce a portare lo spettatore in un viaggio attraverso i laboratori degli artigiani di tutto il Paese. L’intero ambiente è pervaso da schermi led, che dal pavimento al soffitto si riflettono su quelli di marmo del palazzo espositivo. Luci e schermi che proiettano visioni di pazienza e abilità, di maestri che applicano tecniche antiche e rivelano i segreti della loro arte.
James Sekitoleko
Foto © James Sekitoleko
Video © Eurocomunicazione