Il rapporto tra il re danese Harald I e il Bluetooth

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Bluetooth

Una storia che risale al X secolo con la nascita della odierna Scandinavia fatta di amore, combattimenti e tradimenti

C’è un re, Harald I, la cui storia risale al X secolo, chiamato anche l’unificatore delle terre scandinave. Certamente, per la storia del Nord Europa, è un re importante. Ma, anche se indirettamente, acquisterà la sua importanza quasi mille anni dopo avendo dato, il nome a un’invenzione che usiamo tutti i giorni quando siamo in auto, il Bluetooth.

Esposto in questi termini, l’accostamento con la moderna tecnologia ha qualcosa di assurdo. Eppure meno di quanto possa apparire.

Andiamo con ordine

La nostra storia comincia cica nel 900 dell’era cristiana, secondo altre fonti nell’850, in quella che diverrà, tempo dopo, l’odierna Danimarca. Dunque, quando nacque il principe Harald I, in seguito padre dell’odierna penisola scandinava.

Educato a corte ai rigidi valori guerrieri, il suo animo venne mitigato dalla madre, la regina Thyra, attraverso la conoscenza del cristianesimo di cui il giovane Harald I venne ben presto conquistato. E, una volta diventato re, avviò molti restauri e nuovi edifici di chiese e monasteri, ma, cosa più importante, avviò una politica di evangelizzazione nelle terre scandinave.

Sulle mura di un monumento innalzato dallo stesso re per commemorare i suoi genitori, è ancora visibile leggere una scritta in alfabeto runico, “Harald il re fece costruire questi monumenti a Gorm. Suo padre e Thyre sua madre, Harald che vinse tutta la Danimarca e la Norvegia e convertì i danesi al Cristianesimo».

Un impegno missionario che gli valse circa sei secoli dopo, nel 1612, il riconoscimento della Chiesa tanto da dedicargli una festa liturgica per il primo di novembre.

La grande conquista della Scandinavia

Oltre l’impegno missionario, lo sguardo del re era rivolto anche a ingrandire il suo regno, riunificando le varie etnie scandinave in una sola realtà nazionale. Si trattava anche dell’unica possibilità per tenere a bada i bellicosi vicini tedeschi, sempre pronti a conquistare il suo regno.

Non fu certo un compito facile, ma iniziando dalla sua Danimarca, allora costituita solamente dalla penisola dello Jutland, arrivò prima in Norvegia per poi passare in Svezia e in ultimo anche in parte nel sud dell’Inghilterra, terra già appartenuta a sua madre.

La spinta a unificare queste terre, però, fu dovuta, almeno si racconta, anche a una questione d’amore.

Harald aveva sentito parlare della bellezza della principessa Gyda figlia di Erikc, re di un piccolo regno nel sud della odierna Norvegia e non esitò a volerla conquistare.

La storia d’amore

La ragazza rispose alla sua ambasciata che non lo avrebbe sposato se prima non avesse conquistato le terre scandinave e fatto nascere così un nuovo grande regno. La scommessa, accettata da Harald, avviò, come abbiamo visto, la conquista di vaste terre e il raggiungimento di un grande regno. Finalmente poteva sposare la giovane Gyda, arricchendo in seguito il matrimonio con cinque figli. Ma il re non si fermò qui.

Dopo la morte della giovane moglie si consolò con altre donne, morte anch’esse precocemente, ma che gli lasciarono in tutto ben ventitré figli. Purtroppo, invece di creargli gioia alla fine dei suoi anni, entrarono in conflitto con lui per questioni di eredità.

Questo lo condurrà alla morte per la congiura di un suo figlio, ma la sua fine porterà in breve anche alla fine della dinastia degli Harald.

Fin qui il lettore si domanderà: cosa c’entra tutta questa storia con Bluetooth? È presto detto.

Nascita di un marchio famoso

BluetoothLa denominazione di questa applicazione fu scelta dal suo inventore, lo svedese Ericsson, che volle dargli il nome del re Harald, simbolo dell’unificazione di popoli più disparati, proprio come la sua invenzione. Un sistema che facilitava l’incontro con milioni di persone grazie ai cellulari che potevano comunicare con i computer.

Ma come si arriva al nome curioso di dente blu in inglese?

Re Harald, tra i tanti, aveva anche il soprannome curioso di dente blu composto dall’unione delle due parole danesi blå, cioè blu, e tand, dente tradotto poi in sassone, con la conquista dell’Inghilterra, in Bluetooth. Ma non è finita qui.

Il suo marchio è alquanto strano perché non ha un senso prettamente grafico. Infatti, la sua composizione è formata, rimanendo nella cultura scandinava, da lettere runiche, l’alfabeto dei popoli nordici. L’origine va ricercata nella “Bstilizzata che in realtà è l’unione di due rune nordiche (Hagall) e (Berkanan), corrispondenti alle nostre H e B e corrispettive alle iniziali del re scandinavo.

Quando allora saliamo in macchina e inseriamo il Bluetooth pensiamo anche a tutta la storia che c’è dietro questo marchio, fatta di re e principesse, di guerre e di tradimenti, insieme alla nascita della futura Scandinavia. Insomma, non è cosa da poco sapere cosa c’è dietro un marchio famoso.

 

Antonello Cannarozzo

Foto © Skuola, UnitalianoinIslanda, Ultimavoce

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Antonello Cannarozzo
Giornalista professionista dal 1982. Nasce come consulente pubblicitario, in seguito entra nella redazione del quotidiano Il Popolo, dove diviene vaticanista ed in seguito redattore capo. Dal 1995 è libero professionista e collabora con diverse testate su argomenti di carattere sociale. In questi anni si occupa anche di pubbliche relazioni e di uffici stampa. La sua passione rimane, però, la storia e in particolar modo quella meno conosciuta e curiosa. Attualmente, è nella direzione del giornale on line Italiani.net, rivolto ai nostri connazionali in America Latina, e collabora con Wall street international magazine con articoli di storia.

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