Ucraina, scontri con polizia per fisco e restrizioni

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Mentre tutto il Mondo si preoccupa per la crisi con la Russia, gli imprenditori si sono riuniti a Kiev per protestare contro la nuova legge sull’istituzione dei registratori di cassa

Sono giorni che tutti gli occhi del Pianeta sono puntati sul confine tra Russia e Ucraina in attesa che da Mosca parta l’ordine di invadere l’ex Paese satellite. Ci si preoccupa per i venti di guerra che soffiano da Mosca. Anche sui portali di Eurocomunicazione (eurocomunicazione.com e eurocomunicazione.eu) e sui quattro social (FacebookYouTube, Twitter e Instagram) lo abbiamo fatto. Poi al nostro ritorno a Kiev ciò che troviamo è tutt’altro.

Registratori di cassa, scatta la protesta davanti al Parlamento

Gli imprenditori ucraini hanno marciato per le strade centrali della capitale per chiedere l’adozione di un disegno di legge per semplificare l’utilizzo dei registratori di cassa fiscali in vigore dal 1° gennaio. Diverse sono state le colluttazioni con la polizia, perché l’intento della manifestazione era entrare nel palazzo del Parlamento accendendo fumogeni e utilizzando gas lacrimogeni. Sono ben 63 gli arrestati

Diverse persone sono finite a terra, altre sono state portate via per motivi di sicurezza. Inoltre le forze dell’ordine hanno fermato brutalmente i partecipanti più attivi all’azione. Gli organizzatori hanno comunque ripetuto le proteste anche oggi, mercoledì 26 gennaio, dalle 9 di mattina davanti al Parlamento.

Ulteriori sviluppi della situazione

Il responsabile della politica fiscale Daniil Hetmantsev ha comunicato che le sanzioni per la mancata osservanza dei dispositivi in oggetto sono ridotte fino al 1° marzo 2022 del 10%, mentre da allora saranno applicate le multe. In pratica le imprese che avranno i registratori fiscali, ma non così come previsto dalla nuova legge, entro il 1° marzo 2022 saranno sì sanzionate in caso di violazione della normativa ma nella misura del 10% di quello che è stabilito dalla legge. Chi non lo avrà installato, invece, avrà la sanzione piena. L’installazione del registro fiscale è obbligatorio, non ci sarà un altro rinvio.

Gli imprenditori, contrari, hanno fatto sapere che non interromperanno le loro proteste fino a quando il Governo non emetterà un decreto fiscale che soddisferà le loro richieste. Va precisato che la commissione per la delega fiscale deve ancora studiare la fattibilità dell’introduzione del registro cassa nei prossimi giorni.

 

 

Berlino invia 5.000 elmetti

A Kiev la giornata già era iniziata con l’indignazione per l’annuncio della Germania dell’invio di 5.000 elmetti in Ucraina. Per il sindaco della capitale Vitali Klitschko «si tratta di una barzelletta», mentre l’ambasciatore in Germania apprezza formalmente il gesto, ma lo liquida come «simbolico, una goccia nel mare». Nelle complicate trattative in corso con la Russia, in cui Berlino viene accusata da più fronti di mantenere una linea troppo cauta, s’inaspriscono i toni sulla questione del rifornimento di armi e attrezzature militari.

Il cancelliere Olaf Scholz ha ribadito ancora ieri, alla presenza di Emmanuel Macron, di non poter cedere sulla questione: «Non esportiamo armi letali». La Germania non si tirerà indietro, però, sul piano dell’addestramento. Oggi la ministra della Difesa, Christine Lambrecht, ha annunciato con un certo orgoglio la decisione di inviare i 5.000 elmetti per le forze militari ucraine. «Un segnale chiaro che stiamo dalla loro parte», ha affermato. Un’apertura minima però, che l’Ucraina non ha affatto preso bene. «Dalla Germania ci aspettiamo una svolta a 180 gradi», ha spiegato il diplomatico Andrij Melnyk, «un vero cambio di paradigma».

E a rincarare la dose, con la Bild, ci ha pensato Klitschko, che è tornato all’attacco: «Il comportamento del Governo tedesco mi lascia davvero senza parole. La ministra della Difesa, evidentemente, non ha capito che noi abbiamo a che fare con un esercito russo perfettamente armato, che potrebbe iniziare in qualsiasi momento un’ulteriore invasione dell’Ucraina. Cinquemila elmetti sono una barzelletta assoluta. Cosa vuole mandare ancora la Germania per sostenerci? Cuscini?».

 

Diana Tomiczek

Foto © Segodnja (СЕГОДНЯ), Cnn, Vorwärts,

Video © Eurocomunicazione

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Diana Tomiczek
Diana Tomiczek a Kiev è titolare di un negozio di abbigliamento, conosce tutte le problematiche di ordine fiscale e amministrative relative al commercio. Trascorre molti periodi in Italia per acquistare vestiti e per ammirare le bellezze della Penisola. Collabora con diverse aziende come consulente d’immagine e di marketing. Osservatrice attenta dei fenomeni sociali, riporta le sue riflessioni su diversi blog molto seguiti sia in Italia che in Ucraina

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