Steinmeier-bis come Mattarella, «Con Nato e Ue»

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Steinmeier

«Siamo nel bel mezzo di un rischio di una guerra in Europa orientale ed è la Russia ad esserne responsabile», ha sottolineato Steinmeier rivolgendosi direttamente al capo del Cremlino

La Germania del post-Merkel, come l’Italia, sceglie la continuità per la presidenza della Repubblica e rielegge, con una maggioranza bulgara, FrankWalter Steinmeier, che rimarrà dunque a Castello Bellevue, residenza del capo dello Stato tedesco. L’esponente dei socialdemocratici (Spd) ed ex ministro degli Esteri (2 volte), sulla scia di Sergio Mattarella, ha ricevuto infatti la conferma per il secondo mandato con 1.045 voti favorevoli sui 1.437 espressi. E nel suo discorso di insediamento Steinmeier si è soffermato a lungo sulla crisi ucraina, usando toni durissimi nei confronti di Mosca.

Le parole del presidente tedesco riconfermato

«Siamo nel bel mezzo di un rischio di una guerra in Europa orientale ed è la Russia ad esserne responsabile», ha sottolineato Steinmeier rivolgendosi direttamente al capo del Cremlino: «Rivolgo un appello al presidente Putin. Sciolga il cappio attorno al collo dell’Ucraina, cerchi insieme a noi una via per preservare la pace in Europa». Il messaggio del presidente tedesco, nelle cancellerie europee, non è passato inosservato. L’allineamento della Germania di Olaf Scholz ad una dura risposta occidentale in caso di invasione dell’Ucraina è uno dei fattori su cui l’opinione pubblica europea e americana ha nutrito maggiori dubbi. A pesare c’è anche il Nord Stream 2, il gasdotto che unirà proprio Russia e Germania e che potrebbe finire nelle sanzioni che l’Ue metterà in campo in caso di escalation militare.

I problemi causati dal suo mentore

A mettere ulteriormente in imbarazzo Berlino ci aveva pensato poi proprio chi negli anni Novanta scoprì il giovane Steinmeier, portandolo nel suo Governo come capo dell’ufficio prima della Bassa Sassonia e poi della Bundeskanzleramt: Gerhard Schröder. L’ex cancelliere, infatti, è stato candidato per il consiglio di vigilanza del colosso russo Gazprom ed è pagato da tempo da Mosca per la sua attività di lobbista. Non solo. Nei giorni scorsi più volte Schröder si è espresso a favore della Russia sul dossier ucraino. Nel suo discorso, tuttavia, Steinmeier ha voluto chiarire una volta per tutta il posizionamento della Germania. «La Germania fa parte della Nato e dell’Unione europea. Senza di loro, noi tedeschi oggi non vivremmo in unità e libertà. Senza alcuna ambiguità, riconosciamo il nostro impegno per l’alleanza», sono state le sue parole.

Tante le similitudini (e i punti di vista comuni) con Mattarella

Giurista, evangelico, originario del Nord Reno-Vestfalia, sessantasei anni, Steinmeier si è distinto negli anni per il suo europeismo e antipopulismo, stringendo un forte sodalizio con il suo omologo italiano Mattarella. Nel 2018, mentre l’Ue e la Germania assistevano con crescente timore ai primi mesi del governo giallo-verde, il serrato dialogo tra Steinmeier e Mattarella fu tra i fattori chiave per tranquillizzare Berlino sul posizionamento europeista e atlantista dell’Italia. «La sua rielezione è per me ragione di gioia e soddisfazione profonde ed è un sicuro riferimento di unità in tempi segnati da disagi e incertezze», è stato il messaggio inviato da Sergio Mattarella all’amico tedesco.

Ad avvicinarli ancora di più, ora, c’è anche il comune destino del secondo mandato alla presidenza della Repubblica, peraltro espressamente previsto dalla Costituzione tedesca. Solo che, a differenza dell’Italia, per confermare Steinmeier ai 1.472 grandi elettori tedeschi (i parlamentari del Bundestag e altrettanti membri inviati dai Laender e scelti nella società civile) è bastata mezz’ora. I tre partiti di governo – Socialdemocratici, Verdi e Liberali – avevano già annunciato il loro sì, affiancati anche dai conservatori della Cdu e della Csu. E Steinmeier, che nel 2010 balzò alle cronache per aver donato il proprio rene alla moglie malata, gode anche del favore dell’85% dei tedeschi.

I competitor di “bandiera” e i grandi elettori

Gli altri tre candidati hanno ottenuto rispettivamente: 140 voti Max Otte, presentato dall’ultradestra dell’Afd, 96 Gerhard Trabert, presentato dalla Linke e 58 l’astrofisca Stefanie Gebauer, presentata dai Freie Waehler, i cosiddetti “liberi elettori”. Le astensioni sono state 86, solo 12 i voti dichiarati non validi. L’Assemblea federale ha il compito esclusivo di eleggere ogni cinque anni il nuovo capo dello Stato ed è composta dai 736 deputati del Bundestag e da altrettanti grandi elettori inviati dai 16 Parlamenti dei Laender (si arriva così al numero complessivo di 1.472).

Tra loro anche Angela Merkel, alla quale, prima del voto, l’Assemblea federale ha tributato un lunghissimo applauso. Oltre ai deputati del Bundestag, tra i grandi elettori scelti dai Laender per comporre l’Assemblea federale vi erano anche il virologo Christian Drosten, l’astronauta Alexander Gerst, l’allenatore della nazionale tedesca Hansi Flick, il calciatore Leon Goretzka e la co-fondatrice della BioNTech, Ozlem Tureci.

Si è trattato di un’elezione diversa da tutte quelle del passato: per la prima volta, a causa delle misure relative al Covid l’Assemblea federale non si è riunita nell’Aula plenaria del Reichstag, bensì negli spazi dell’edificio accanto, il PaulLoebeHaus, che consta di cinque diversi piani, in modo da garantire le distanze minime. Tutti i delegati erano tenuti ad esibire un tampone antiCovid negativo. Steinmeier è il quinto presidente federale nella storia tedesca del dopoguerra a candidarsi per un secondo mandato, ed è il primo socialdemocratico ad essere confermato capo dello Stato: i suoi predecessori Johannes Rau e Gustav Heinemann non si erano ricandidati.

 

Klivia Böhm

Foto © WDR, Wikipedia, Quirinale, Bild

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