Obesità: priorità sociale, sanitaria, economica e clinica

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OBESITA'

Indispensabile affrontare l’obesità e trasformare la consapevolezza diffusa in un’azione globale efficace.

La Giornata mondiale dell’obesità inizia con una lettera aperta delle Istituzioni. Siglata dall’onorevole Roberto Pella e dalla senatrice Daniela Sbrollini, presidenti dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete – Ipod.

Completano la lunga lista di firme numerose società scientifiche e diverse organizzazioni.

In indirizzo troviamo i rappresentanti del Governo, del ministero della Salute, del Parlamento, così come i presidenti di Regione, i sindaci e le autorità sanitarie nazionali e locali.

Obiettivi della ricorrenza

«Prevenire l’aumento di peso e prevenire il riacquisto di peso sono impegni essenziali per centrare gli obiettivi dell’Oms e per garantire che il trattamento della malattia sia efficace. Per il #WorldObesityDay 2022 invitiamo il Governo, il Parlamento, le Regioni, i sindaci e le autorità sanitarie a dare priorità agli investimenti per la lotta all’obesità».

L’incontro presso il Senato della Repubblica organizzato ieri, 3 marzo 2022, in vista della Giornata mondiale dell’obesità fa sentire alta la voce della senatrice Sbrollini. «La lettera aperta inviata alle Istituzioni di interesse è volta a ottenere il riconoscimento governativo, clinico, sociale e sanitario dell’obesità come malattia cronica, così da inserire le prestazioni riguardanti l’obesità nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), creare una rete nazionale di cura per l’obesità e anche un Piano nazionale sull’obesità».

Agire azioni concrete nella lotta all’obesità

Il messaggio che si intende trasmettere è sostanzialmente uno, di grande impatto: riconoscere l’obesità una priorità sociale, sanitaria, economica e clinica. Unica via per arrestare il trend.

Se non trattati, l’obesità e il sovrappeso sono responsabili di un forte carico di malattia che provoca l’80% dei casi di diabete tipo 2, il 7-41% di alcuni tipi di tumore e il 35% della cardiopatia ischemica.

Essendo diretti verso l’uscita – si spera – dalla pandemia, almeno nella sua fase più spietata e aggressiva, non si può non menzionare che sia altrettanto conclamato scientificamente come l’eccesso di peso sia un fattore predittivo altamente significativo dello sviluppo di complicanze da Covid19. Ivi inclusa la necessità di ricovero, di terapia intensiva e di ventilazione meccanica.

I dati internazionali

  • 800 milioni di persone nel Mondo convivono con l’obesità;
  • le conseguenze mediche dell’obesità costeranno oltre 1 trilione di dollari entro il 2025;
  • le persone che vivono con l’obesità hanno il doppio delle probabilità di essere ricoverate in ospedale se risultate positive al Covid19;
  • si prevede che l’obesità infantile aumenterà del 60% nel prossimo decennio, raggiungendo i 250 milioni entro il 2030.

In Europa il 53% della popolazione è in sovrappeso, l’obesità è causa diretta di 340.000 mila morti ogni anno. Tuttavia la patologia, pur essendo associata allo sviluppo di numerose malattie croniche non trasmissibili, non è ancora riconosciuta come malattia cronica.

Rientra quindi tra le malattie che, se non affrontate, graveranno in termini di spesa medica per il trattamento delle molteplici malattie che ne derivano. Costi che avranno un pesante impatto, condizionandole, sulle generazioni future con conseguenze sul sistema sanitario.

I dati italiani

OBESITA'“Secondo i dati Istat, in Italia, circa il 46% delle persone sopra i 18 anni è in sovrappeso o con obesità” comunica Andrea Lenzi, presidente Open Italy e presidente del comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della vita della presidenza del Consiglio dei ministri.

In Italia il 10,4% delle persone soffre di obesità, causa di morte per 53.000 individui l’anno. In età pediatrica la situazione è ancora più preoccupante, come dimostrano i dati: 1/3 dei bambini sotto gli otto anni è in sovrappeso o obeso – percentuale superiore alla media europea – che colloca l’Italia al 4° posto in Europa dopo Cipro, Grecia e Spagna.

Il sovrappeso rappresenta il 9% della spesa sanitaria, cifra superiore alla media europea, pari al 6%. La produzione del mercato del lavoro è inferiore a causa del sovrappeso in misura equivalente a 571.000 lavoratori a tempo pieno all’anno: il sovrappeso riduce il PIL italiano del 2,8%.

Incide anche sull’aspettativa di vita: a causa del sovrappeso gli italiani vivono in media 2,7 anni in meno. L’obesità, insieme alle guerre e all’uso di droghe, controbilancia difatti negativamente il trend in aumento della speranza di vita globale.

Per coprire i costi legati alla malattia e alle sue conseguenze, ogni italiano paga 289 euro in più all’anno di tasse.

Dati che, sottolineano i presidenti dell’Intergruppo parlamentare obesità e diabete, debbono far riflettere e che necessitano l’adozione di misure stringenti. L’azione deve essere sinergica e rapida.

Rapidità e sinergia anche a livello politico

Azione richiamata dal tema della Giornata mondiale dell’obesità 2022: “Everybody Needs To Act”, è arrivato il momento di agire e fare un passo avanti nella lotta a questa malattia.

L’obesità è riconosciuta come malattia a livello parlamentare dal 2019, quando fu approvata la mozione presso la Camera dei deputati. E tuttavia non vi è ancora un numero sufficiente di centri per l’obesità che supportino efficacemente i cittadini.

Investire nella prevenzione, nella gestione e nel trattamento dell’obesità è – peraltro – un’azione economicamente vantaggiosa per i Governi e per i servizi sanitari.

Gli investimenti aiuteranno a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità per fermare l’aumento dell’obesità e ottenere una riduzione relativa del 25% della mortalità per malattie non trasmissibili.

Rafforzare i servizi assistenziali in tutte le Regioni

L’Italian health policy brief sottolinea che la migliore prospettiva per adeguare l’organizzazione dei servizi nella rete per la prevenzione e la terapia integrata dell’obesità è quella del paziente.

Forte l’esigenza di conciliare equità e sostenibilità delle cure, assicurando gli standard più evoluti e la personalizzazione degli interventi, rappresenta una sfida che può essere affrontata attraverso un approccio multidisciplinare e multiprofessionale che riguardi anche gli aspetti logistici e organizzativi. E cui si aggiunga la presa in carico globale del paziente con obesità. Ciò, naturalmente, dall’inizio del percorso di cura.

Approccio multidisciplinare

Il modello organizzativo proposto favorisce sistematicità e organicità delle relazioni tra aziende, strutture organizzative, professionisti e cittadini. Prevede la multidisciplinarietà e multi-professionalità degli interventi. Persegue la qualità degli interventi atti alla prevenzione e terapia e un approccio omogeneo per tutti i cittadini su uno standard condiviso a livello nazionale. Avendo come modello iniziale la rete veneta dell’obesità.

OBESITA'Le indicazioni che pervengono dalle Istituzioni nazionali, dalle Regioni, dalle società scientifiche e dalle associazioni dei pazienti convergono sulla necessità di avviare in ciascuna Regione una rete assistenziale per la prevenzione e cura dell’obesità, anche per i più giovani.

Lungo l’elenco degli obiettivi che, sommati, porteranno a realizzare quanto necessario perché l’obesità sia trattata al pari di altre patologie. Con un indubbio calo dei casi, grazie alla prevenzione, e miglioramento della qualità della vita delle persone che ne sono colpite.

Il primo passo deve essere il riconoscimento che l’obesità è una malattia, e non il frutto di cattive abitudini, che necessita di un adeguato supporto professionale.

Sono inoltre necessarie altre azioni e condizioni, che suddividiamo per area tematica.

Presa in carico

  • assicurare accesso universale ai servizi di monitoraggio e assistenza continua per persone con obesità, oltre a trattamenti farmaceutici e dispositivi medici che rispondano alle esigenze individuali;
  • offrire copertura sanitaria e/o assicurativa per i trattamenti;
  • inserire l’obesità nei Lea e promuovere percorsi assistenziali chiari;
  • disporre di team multidisciplinari a supporto del trattamento della malattia;
  • creare reti regionali di assistenza per la persona con obesità che coinvolgano centri specialistici per l’adulto e per il bambino, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta.

Interventi precoci

  • investire nella prevenzione primaria, secondaria e terziaria attraverso interventi precoci per migliorare il successo del trattamento e ridurre l’insorgenza di complicanze;
  • stilare in linee guida nazionali per la cura e la gestione di tutte le persone affette da sovrappeso e obesità, in particolare quelle appartenenti a popolazioni vulnerabili;
  • coinvolgere i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e l’assistenza territoriale.

Supporto globale alla persona malata

  • formare professionisti sanitari in grado di coinvolgere la persona malata e di evitare la stigmatizzazione del peso;
  • supportare dal punto di vista psicologico famiglie e persone con obesità;
  • garantire supporto personale, familiare, scolastico e lavorativo.

Obesità, malattia cronica

La rilevanza epidemiologica e clinica dell’obesità, oggi pienamente riconosciuta come una malattia cronica ad alto impatto sulla sopravvivenza e sullo stato di salute dell’individuo e della popolazione, impone la necessità di organizzare schemi e percorsi di trattamento in linea con il concetto di cronicità.

Giornata mondiale

Il World Obesity Day insiste oggi nel ricordare che l’esperienza di ogni persona che convive con l’obesità è unica.

OBESITA'Si tratta di una malattia complessa: va molto oltre il peso e la mancata adozione di corretti stili di vita e può avere un impatto drammatico sulla salute e sul benessere. Il pregiudizio sul peso, riferito alle ideologie negative associate a questa patologia, spesso porta allo stigma, determinante sociale chiave della salute.

Provare empatia nel linguaggio e nella comunicazione è fondamentale. Non per essere politicamente corretti per vezzo, ma per co-creare società migliori che sappiano sostenere coloro che attualmente convivono con l’obesità.

Superfluo ricordare che una migliore consapevolezza da parte di tutti dei propri diritti, doveri, ambiti di responsabilità e ruoli può rappresentare una innovazione importante.

Ed è condizione necessaria, ma non sufficiente, per sviluppare ambienti sicuri, sani e sostenibili.

 

Chiara Francesca Caraffa

Foto © StatusMarket, Fondazione Valter Longo, Quick Telecast

 

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Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

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