La guerra in Ucraina attraverso le immagini

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Nei primi trenta giorni di invasione, migliaia di morti fra i soldati della Russia e dell’Ucraina e milioni di profughi in fuga verso i Paesi dell’Unione europea

Ci sono fotografie entrate oramai nelle memoria collettiva e nei Musei come vere e proprie opere d’arte. Ricordate il miliziano caduto con il fucile scagliato contro il nemico nella guerra civile spagnola scattata da Robert Capa nel 1936? Le immagini del ghetto di Varsavia con uomini donne bambini e anziani con le braccia alzate portati nei campi di sterminio? La foto del bambino con le braccia alzate e il fucile del soldato nazista puntato nel ghetto di Varsavia? Quella della bambina che fugge dopo un bombardamento aereo al napalm a pochi chilometri da Saigon nel 1972? Le immagini che testimoniano i massacri di Vukovar, Sebrenica, Sarajevo nella guerra dell’ex Jugoslavia? E numerose altre nelle guerre disseminate nel Mondo. Che al momento sono 59!

Vale anche per il fronte russo-ucraino

Per giungere alla guerra dichiarata da Putin all’Ucraina scoppiata il 24 febbraio, con lo spettro della bomba atomica.

Le foto che arrivano dalle città bombardate e distrutte dall’esercito russo sono di fotoreporter che hanno nell’obiettivo i volti piangenti di bambini, di donne protese alla salvezza dei figli, di vecchi increduli di fronte a tanto orrore, di corpi disseminati nelle strade. In questa strana guerra, che il capo di Mosca ha chiamato “operazione militare speciale”, stiamo assistendo al coraggio di numerosi fotografi giunti da ogni parte per portare nel Mondo il volto della guerra che Papa Francesco all’Angelus di domenica 20 marzo ha definito «un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c’è giustificazione per questo. Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché s’impegnino davvero a far cessare questa guerra ripugnante».

Il dramma di tante donne e bambini in fuga

La guerra è giunta al primo mese di combattimenti con l’esodo di oltre 4 milioni di ucraini verso i Paesi dell’Europa occidentale. Sono 925 i civili uccisi in questi primi trenta giorni. La solidarietà umana dimostrata dall’Europa verso gli ucraini in fuga non ha riscontro nella storia delle guerre, con una citazione di merito per la Polonia che ha accolto oltre 2 milioni di profughi. Questo modo di reagire è fondamentale e indispensabile, perché «rigenera il tessuto umano e sociale, in presenza di una ferita così grave e così grande come quella causata dalla guerra» ha dichiarato nei suoi numerosi interventi Papa Francesco.

Abbiamo imparato a conoscere le città di Karkiv, Melitopol, Cherson, Mariupol per le ondate di combattimenti nelle città. Ma quella che assurge a simbolo del martirio, della città sulla quale si è abbattuta la furia di Vladimir Putin, è Mariupol, la “città di Maria”, città portuale sul mare d’Azov con l’80% delle infrastrutture distrutte. Che va ad aggiungersi alle altre città martiri come Guernica, Coventry, Grozny, Aleppo.

L’estremo atto del Pontefice

Papa Francesco, che sta spendendo tutte le sue energie e quelle della Chiesa per arrivare alla pace in Ucraina, il 25 marzo, nella solennità dell’Annunciazione, ha consacrato l’umanità intera, e in particolare Russia e Ucraina, al cuore immacolato di Maria. «In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria. Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina».

La devastazione documentata dalle immagini

Le immagini che arrivano dalle città dell’Ucraina invasa dai russi mostrano il sangue, la morte dietro ogni angolo della strada e nei palazzi di stile sovietico, i corpi abbandonati nelle strade. “Alle fronde dei salici” di Salvatore Quasimodo ci viene in soccorso in un momento così drammatico della nostra vita: «E come potevamo noi cantare,/ con il piede straniero sopra il cuore,/ fra i morti abbandonati nelle piazze/ sull’erba dura di ghiaccio, al lamento/ d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero/ della madre che andava incontro al figlio/ crocifisso sul palo del telegrafo?/Alle fronde dei salici, per voto,/ anche le nostre cetre erano appese/ oscillavano lievi al triste vento».

 

 

Persone in fuga dai bombardamenti si rifugiano sotto un ponte distrutto a Irpin, città a circa 20 chilometri da Kiev, il 5 marzo 2022.

 

 

 

 

Una donna in attesa di un treno per lasciare Kiev

 

 

Bambina ucraina di 9 anni con caramella in bocca e nelle mani un fucile a doppia canna. L’immagine è stata scattata dal padre, Oleksii Kyrychenko, con il titolo postato su facebook “Young girl with candy”. «Si tratta del mio fucile, gliel’ho dato soltanto per l’immagine ed è scarico. L’ho fatto per richiamare l’attenzione sull’invasione» ha spiegato il padre.

 

Una famiglia ucraina in fuga da Irpin uccisa il 6 marzo da un colpo di mortaio.

 

 

 

Foto di Evgeniy Maloletka / (Ap/Lapresse)

 

 

Enzo Di Giacomo

Immagine in apertura: l’attacco all’ospedale di Mariupol il 9 marzo 2022. Il bombardamento russo ha colpito il reparto maternità e la donna incinta viene trasportata in un altro ospedale. Purtroppo la donna e il suo bambino sono morti.

Video © Eurocomunicazione

Foto © Emilio Morenatti / Ap-Lapresse; Emilio Morenatti / Associated press; Oleksii Kyrychenko Facebook / Lynsey Addario Free-lance / Gleb Garanich (Reuters/Contrasto) / Copertina dalla rivista Internazionale

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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