Solo per te, Paola

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Dria Paola

Presentato alla Galleria Arte Poli di Roma il libro di Giancarlo Cocco “Storia di Etra Pitteo in arte Dria Paola. La donna che ha dato la parola al cinema italiano”. Un’attrice troppo presto dimenticata

Dria Paola è stata l’attrice che ha dato la parola al cinema italiano con il primo film sonoro “La canzone dell’amore” nel 1930. Un’attrice talentuosa, Etra Pitteo, nel decennio aureo del cinema autarchico del Fascismo, negli anni Trenta del Novecento, gli anni del consenso a Benito Mussolini, gli anni che videro la conquista dell’Etiopia con la proclamazione dell’Impero e le “inique sanzioni”, la promulgazione delle leggi raziali nel 1938 e il lento scivolare verso la guerra a fianco della Germania di Adolf Hitler.

Un’attrice dal volto di luminosa bellezza, acqua e sapone che molti anni più tardi avrebbe visto sullo schermo meravigliose ragazze “povere ma belle”.

In quegli anni del cinema sonoro trionfante, Dria Paola rivaleggiava con Isa Pola, Mercedes Brignone, Assia Noris, Isa Miranda, Andreina Pagnani, Doris Duranti, Elsa De Giorgi, Luisa Ferida, Alida Valli. Elencare tutti i film sarebbe un inutile esercizio (presenti e ben descritti nel libro di Giancarlo Cocco). Ma è importante sottolineare che l’attrice in quegli anni ha recitato con gli attori più in voga e quelli che sarebbero diventati in seguito vere icone del cinema italiano: Elio Steiner, Camillo Pilotto, Mino Doro, Angelo Musco, Amedeo Nazzari, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Alberto Sordi.

Chi era Etra

Etra Pitteo, in arte Dria Paola, era nata a Rovigo nel 1909 e morta a Roma (dove è sepolta, cimitero Verano) nel novembre del 1993, nello stesso mese di nascita. Ha attraversato tutto il XX secolo, il “secolo breve” costellato di guerre, e per quanto lontana dalla celebrità di Greta Garbo, l’attrice di Rovigo sembra averne condiviso pochi film (una trentina) e, soprattutto, l’abbandono del mondo del cinema, irrevocabile, senza appello, per ritirarsi a vita privata ancor giovane a soli 33 anni! Basti pensare che l’ultimo filmLa pantera nera” interpretato insieme con Leda Gloria e Lauro Gazzolo (papà di Nando) è del 1942. Proprio come Greta Garbo, che abbandonò le scene di Hollywood nel 1941 a 39 anni dopo l’inatteso e clamoroso insuccesso del film “Non tradirmi con me”.

Una donna osannata, amata e desiderata dagli uomini in quell’alba del cinema sonoro. Eppure la sua riservatezza, l’educazione, l’amore incondizionato per la recitazione, il fatto di non essere abbastanza “diva”, ai margini dello star system per una precisa volontà, l’ha relegata negli anni dopo la fine della seconda guerra mondiale sino alla fine della vita nella stanza dell’oblio. Lei che conLa canzone dell’amore”, il film con la colonna sonora composta da Cesare Andrea Bixio, cantata da grandi interpreti italiani per tutto il decennio facendo sognare milioni di innamorati. «Solo per te, Lucia,/ va la canzone mia./ Come in un sogno di passion /tu sei l’eterna mia vision» recitava una strofa della canzone cantata negli anni dai più noti artisti del Mondo.

Una canzone

A proposito della quale, in una intervista, Dria Paola dichiarava che «Vivevo allora nell’ossessione di quel ritornellosolo per te Lucia che aveva accompagnato il nostro lavoro alla Cines. Giornate intere canticchiato dagli attori, fischiato dalle comparse, ruminato dagli attrezzisti, dalla radio, dai grammofoni, dai suonatori ambulanti, dalle pianole. Avevo l’impressione di essere diventata il bersaglio di una serenata universale, che tutto il Mondo si fosse innamorato di me».

Una canzone che insieme aParlami d’amore Mariùha contrassegnato il decennio canoro degli anni Trenta. Scritta nel 1932 da Ennio Neri (testo) e musicata anche questa da Cesare Andrea Bixio, fu cantata da Vittorio De Sica nel film “Gli uomini che mascalzoni” del regista Mario Camerini.

Il libro

Dria PaolaA farla uscire da quella stanza dell’oblio ci ha pensato il giornalista Giancarlo Cocco che ha scritto l’interessante e documentato libroStoria di Etra Pitteo in arte Dria Paola. La donna che ha dato la parola al cinema italiano».

Il libro è stato fortemente voluto dall’autore, il cui cugino Luigi Filippini aveva sposato nel 1945 Dria Paola, per celebrare e riportare in superfice il film cult “La canzone dell’amore” presentato al Supercinema di Roma la sera del 7 ottobre 1930. Prima della proiezione ci fu la Marcia Reale e una esibizione di Ettore Petrolini.

Un atto dovuto a una brava e attenta attrice, dettato non soltanto da un sacro fuoco parentale ma da un imperativo morale per restituire alle nuove generazioni di cinefili una figura non minore del cinema sonoro italiano degli anni Trenta del Novecento, al quale Dria Paola aveva offerto gli anni più belli della vita giovanile. Un po’ come “gli studi matti e disperatissimi” degli anni giovanili di Giacomo Leopardi.

Dria PaolaUn lavoro di paziente ricerca bibliografica, di ricordi personali da adolescente, di conversazioni con la madre (zia dell’attrice) per restituire alle nuove generazioni di cinefili una parte della storia del cinema italiano.

Bellezza e semplicità nella recitazione le sue armi migliori negli anni in cui svolse il ruolo di brava attrice. Riservatezza e profonda conoscenza delmondo di ieri, quello cinematografico, che ha guardato con attenzione sino alla fine della sua vita dalle stanze della sua casa romana in via Latina 49.

 

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Archivio Giancarlo Cocco e Luigi Sarallo, Eurocomunicazione
Video © Eurocomunicazione

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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