Blacksad di Juanjo Guarnido al Paff!, Pordenone e l’arte di sorprendere

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Blacksad

Una prestigiosa mostra che ha l’obiettivo di trasmettere la libertà che abbiamo perso durante i due anni di pandemia

Il PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli accoglie la nuova esposizione di Juanjo Guarnido, aperta dall’8 aprile al 10 luglio 2022 presso la villa di Palazzo Galvani in viale Dante 33. L’evento è realizzato in collaborazione con 9eme Art Références di Parigi, il cui sodalizio continua dopo i successi della mostra di Milton Caniff e i Maestri Marvel & DC. Presenti alla conferenza stampa, l’autore Juanjo Guarnido (online), il responsabile di Galerie Du 9eme Art, Parigi Bernard Mahe (online), il direttore artistico di PAFF! Giulio De Vita, l’assessore alla Cultura della Regione Friuli-Venezia Giulia Tiziana Gibelli e l’assessore alla Cultura del Comune di Pordenone Alberto Parigi. 

La libertà individuale, così come quella collettiva, viene spesso data per scontata. Durante la pandemia e il conseguente lockdown, siamo stati privati della libertà di socializzare, di partecipare a eventi, di produrre e di comunicare cultura.

La cultura, come sottolinea l’assessore del Comune di Pordenone, è il pane per la nostra anima, per il nostro desiderio di crescita e arricchimento spirituale e sociale.

Questa mostra prestigiosa si pone quindi l’obiettivo di trasmettere la libertà, incarnata proprio dalla ripartenza delle attività culturali. «L’arte del fumetto, l’arte del racconto attraverso le immagini, è il modo migliore di rilanciare parte della nostra cultura», racconta l’assessore Gibelli.

Il PAFF! si trova inoltre in uno splendido contesto: il Parco Galvani, recentemente rinnovato, è una struttura stabile e un luogo simbolo della vita della città di Pordenone e, grazie alla mostra di Juanjo Guarnido, esce dai confini locali e nazionali arrivando in ogni angolo del Mondo.

La mostra

130 tavole e illustrazioni occupano ben 700m2 della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato: tra esse, le opere originali e sontuose di Blacksad del rinomato artista spagnolo, che si ricollegano al genere letterario sviluppato soprattutto da Raymond Chandler.

L’atmosfera allestita e ricca di quadri, istallazioni, gigantografie è sicuramente suggestiva, capace di regalare un’esperienza emozionante e di multilivello.

Al centro della mostra c’è proprio John Blacksad, un detective dalle sembianze di un gatto antropomorfo, protagonista della serie noir ambientata nell’America degli anni Cinquanta. Gli episodi di questa storia cupa ma appassionante si distinguono per la loro abilità di saper trasmettere perfettamente la varietà espressiva, i gesti e il linguaggio del corpo dei personaggi, le cui specie riflette persino la loro personalità e ruolo nella storia. Le vicende toccano inoltre temi complessi e comuni in quegli anni, quali la segregazione razziale e la caccia alle streghe durante gli anni della Guerra Fredda.

Ma non solo Blacksad. Dopo i successi di Streghette (Dargaud), dell’album Nelle Indie perigliose, e dello speciale What’s News (Rizzoli), diffuso da Europe Comics in occasione del ventennale di Blacksad, l’autore torna in Italia e lo fa nella mostra più grande mai realizzata in Italia a lui dedicata. Difatti, l’esposizione friulana non ospita solo il noto gatto antropomorfo. Sono esposte opere tratte anche da Sorcelleries, Voyageur, E poi non resta niente e Nelle Indie perigliose. Il valore degli originali si stima si aggiri a decine di migliaia di euro, fino a raggiungere i 100.000 euro. Dalle prime composizioni iniziate un ventennio fa alle tavole finali, la mostra permette di scoprire l’universo affascinante di un grande autore contemporaneo.

Durante la conferenza stampa, a cui partecipavano diverse testate, Juanjo Guarnido si è reso disponibile a rispondere a qualche domanda, che proponiamo di seguito nell’intervista.

Negli anni Novanta hai lavorato ad alcuni film Disney, aggiungendo poi i “funny animals” nel fumetto francese, facendoli diventare personaggi drammatici. Qual è la differenza tra lavorare in un progetto animato e uno a fumetti?

Blacksad«È difficile da dire perché il primo legame che viene in mente tra fumetto e animazione è proprio il disegno. Sapevo controllare parte del linguaggio del fumetto perché avevo già lavorato su storyboard e layout in passato, ma ci sono moltissime differenze tra le due espressioni artistiche: il fumetto è cartaceo ed è il pubblico che ne controlla la narrazione. Ci sono aspetti che si possono fondere, il linguaggio del fumetto può essere cinematografico, in parte, però è sempre difficile fare delle equivalenze».

Blacksad è celebre per le sue scene dense di cromatismi. Si può dire che utilizzi il colore proprio come nel cinema si usa la musica?

«È una riflessione molto interessante. È qualcosa su cui mi sono sempre interrogato. L’aspetto sonoro può dare un tono speciale alla narrazione. Ci ho sempre pensato, però per certi versi non ne sono stato cosciente finché non ho letto Alla Ricerca dell’Augello del Tempo di Serge Le Tendre e Régis Loisel. Nel fumetto c’era una scena con un’ambientazione nella giungla: dapprima, l’ambiente era molto umido, poi, all’improvviso, si passava in un deserto, arido e secco, con dei personaggi a cavallo di animali che morivano di sete».

«Questo contrasto tra colori e ambientazioni era una cosa talmente espressiva che mi fece riflettere sull’importanza del colore. A tal proposito, uno dei più bei complimenti che ho ricevuto nella mia vita è stato quando lo sceneggiatore dei Puffi, Yvan Delporte, venne a visitare una mostra a Bruxelles ai tempi del secondo albo di Blacksad e mi disse: “vedendo la neve ho sentito il freddo e vedendo il fuoco ho sentito il calore”».

Il noir è un genere che si associa al bianco e nero, alle ombre e alla luce. Blacksad invece è ricco di sequenze di colore. Vi è mai venuta la tentazione di realizzare una storia in bianco e nero?

«In realtà il primo Blacksad, realizzato circa vent’anni fa, era stato concepito e disegnato da Canales, lo sceneggiatore, in bianco e nero. Io ho poi ripreso il disegno proponendo di inserire una palette di grigi, che per certi versi è simile al bianco e nero, pur dando un tono di colore, e, in determinate sequenze, dei colori brillanti. Nonostante le difficoltà di una volta per un autore sconosciuto di vendere un albo più lungo e colorato sul mercato francese, avevo voglia di lavorare a un progetto con l’acquerello».

Che tipo di empatia riesci ad avere con i tuoi personaggi? È spettatore delle loro avventure o vive i loro sentimenti ed emozioni?

«Provo moltissima empatia con i miei personaggi. Molto spesso mi sorprendo a pensare a Blacksad come a una persona realmente in vita. Se lo disegno male mi rattristo, se lo disegno bene sono contento. È un personaggio umano con cui è facile entrare in empatia. Mi capita anche con altri, ma non così tanto come con Blacksad».

Sono passati più di vent’anni dal primo Blacksad. Visivamente parlando, come è cambiato il tuo approccio? C’è il tentativo di modificare qualche elemento o si tratta di consolidare quello che già avete creato?

«È una cosa che gli sceneggiatori fanno spesso: cambiare durante la vita dei loro personaggi. Anche Blacksad è cambiato molto. C’è sempre una trasformazione. Ogni fumetto, come le varie fasi delle correnti artistiche, ha una fase arcaica, classica, decadente, manieristica. Io spero di essere nel mio periodo classico, ovvero di maturità».

«Riguardo l’aspetto visivo del fumetto, all’inizio sapevo cosa volevo ma mi mancava l’esperienza nel concretizzare il disegno sulla tavola rispetto a quello che avevo in testa. Negli anni il disegno è diventato più sintetico, per riuscire a comunicare il più possibile al lettore».

«Ora John Blacksad ha una fisionomia più umana. O meglio, è un ibrido migliore, a metà tra l’animale e l’umano, con un tocco italiano. Il viso di Blacksad è ispirato a quello di Marlon Brando, di cui avevo studiato la fisionomia, guardandone le foto e i vari dettagli. Per me è sempre stato una fonte d’ispirazione molto importante».

 

Cecilia Sandroni e Martina Centomo

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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