Operazione Mincemeat, la storia protagonista al cinema

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Mincemeat

Il regista John Madden porta sul grande schermo alcune pagine della storia mondiale

Quando la storia ha scritto pagine talmente importanti da non essere dimenticate torna prepotentemente anche nelle menti di registi di un certo calibro. Come John Madden che ha firmato L’arma dell’ingannoOperazione Mincemeat, al cinema da giovedì 12 maggio distribuito da Warner Bros. Pictures.

La storia

Con la speranza di cambiare il corso della Seconda Guerra Mondiale, e salvare decine di migliaia di vite, due ufficiali dell’intelligence studiano un piano per spezzare la morsa letale di Hitler sull’Europa servendosi delle capacità del più improbabile degli agenti segreti, ovvero un uomo morto. È il 1943 e il piano degli alleati consiste in un assalto in Sicilia ma si trovano di fronte a un dilemma: come proteggere una massiccia forza d’invasione da un potenziale massacro.

Protagonisti sono due straordinari agenti dell’intelligence, Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen), che danno vita a una geniale quanto improbabile strategia di disinformazione della guerra. È una straordinaria storia vera di un’idea che sperava di cambiare il corso della guerra, mettendo in conto rischi enormi, sfidando ogni logica e mostrando una prova di coraggio incredibile.

La visione di un piano

L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, film tratto dall’omonimo bestseller di Ben Macintyre, è una storia talmente originale e particolare da sembrare assurda. Eppure non rappresenta altro che eventi di vita vissuta che hanno dimostrato un punto di svolta della Seconda Guerra Mondiale, modificando il futuro dell’Europa.

Mincemeat

La tecnica del raggiro ha provato a sfidare una convinzione e il regista John Madden ci ha regalato un film coinvolgente, scritto da Michelle Ashford con protagonisti Colin Firth, Matthew Macfadyen, Kelly Macdonald, Penelope Wilton e Johnny Flynn. «La storia è l’assoluta protagonista», evidenzia Ashford.

Un episodio davvero così poco credibile che ha rappresentato un momento cruciale del conflitto mondiale. L’idea era di convincere i tedeschi che il nero era bianco e il bianco era nero.

L’evoluzione di un’idea

«Operation Mincemeat ha cambiato il corso della guerra. Se gli alleati non fossero stati in grado di irrompere in Europa sarebbero stati distrutti. A quell’epoca, l’Europa era pesantemente difesa dai tedeschi, se i britannici non avessero avuto successo con l’Operazione Mincemeat ci sarebbe stato un terrificante bagno di sangue. Senza quella brillante orchestrazione, non avrebbero mai vinto quella guerra», sostiene Ashford.

«I britannici decisero che l’inganno dovesse avere per protagonista il corpo di un morto, dandogli una falsa identità che lo rendesse una persona diversa. Lo vestirono con un’uniforme militare facendolo sembrare un corriere morto durante un incidente aereo, in volo sul Mar Mediterraneo», aggiunge Macintyre.

Mincemeat

L’idea dei britannici consisteva nel far galleggiare il corpo al largo delle coste della neutrale Spagna, sicuri che non sarebbe passato inosservato e avrebbero riportato false informazioni direttamente a Hitler a Berlino.

«I britannici unirono al corpo una valigetta diplomatica contenente documenti falsi, in cui era indicato che l’enorme armata degli Alleati stava per invadere l’Europa, dalla Grecia e non dalla Sicilia», prosegue Macintyre.

L’ispirazione che arriva da un romanzo

L’idea arrivò da Ian Fleming che divenne poi il celebre scrittore dei fortunati romanzi di James Bond. «La trama ebbe origine da una finzione scenica, in origine venne ideata in un romanzo di Basil Thompson. Era l’assistente dell’ammiraglio Godfrey, capo della Naval Intelligence durante la guerra e che in seguito divenne modello di M nelle storie di James Bond. Fleming propose l’idea del romanzo di Thompson a Godfrey. Ecco come quest’idea ebbe inizio interamente da una finzione, presa in prestito da un romanzo», conclude Macintyre.

Mincemeat

L’incredibilità dell’operazione è ciò che rende la storia affascinante tanto da attrarre il regista. «È una storia pazzesca e alquanto improbabile e come regista l’ho trovata irresistibile».

Emozioni e silenzio

Il film è avvincente e attira lo spettatore sotto più punti di vista. Ciò che colpisce è l’aspetto umano e le emozioni che le immagini sono in grado di suscitare. Sì, perché ci troviamo a essere testimoni silenziosi e inermi della genialità di persone che provarono a prendersi gioco dei tedeschi, in un momento cruciale della guerra. Correre un notevole rischio per la salvezza.

L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat è un film di guerra molto originale, concentrato non sugli eroi in prima linea ma su figure nell’ombra.

«È una storia sulla nobiltà degli eroi anonimi. Persone che fantasticavano di essere guerrieri al fronte, capirono che il loro posto era dietro le quinte e che potevano svolgere il loro dovere in maniera diversa. Le persone dovrebbero domandarsi Cosa posso fare per salvare il mondo? Questo è ciò che quelle persone hanno fatto», spiega Ashford. L’interesse qui non era finire in prima pagina ma la gratificazione più grande era lavorare dietro le quinte.

La cura dei dettagli in film di questo tipo è di notevole importanza per rendere assolutamente convincente l’evocazione di una Londra del 1943. Tutto merito anche dello scenografo JP Kelly.

«Non è una storia sulla guerra con cui abbiamo familiarità. Questa è una storia sull’effetto dell’immaginazione. Si tratta dell’uso che si può fare con essa. Conosciamo tutti le storie della Seconda Guerra Mondiale, fatta di bombe, armi, proiettili, eserciti e tattiche. Ma questa è una storia su cosa sia capace di fare l’immaginazione in tempo di guerra. Si tratta di come usare l’inganno, il falso, la truffa, la contraffazione. questo è ciò che lo rende affascinante», sottolinea Macintyre.

 

Alessandra Caputo

Foto © See-Saw Films

 

 

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Alessandra Caputo
Classe 78, giornalista pubblicista, laureata in Lettere Moderne, scrittrice, mamma orgogliosa. Ha scritto di cronaca, spettacolo e cultura in quotidiani, riviste settimanali, mensili e sul web. Per diversi anni si è dedicata al settore viaggi e turismo dove la sua creatività si è integrata alla descrizione della realtà. Oltre al turismo oggi si dedica anche al settore cinematografico e agli amati libri. Appassionata della vita, della lettura, dell’arte e della cucina, senza seguire un ordine preciso delle cose ama ritagliare un piccolo spazio per tutto.

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