AgriTalks Brasile-Italia per la sostenibilità agrozootecnica

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AgriTalks

Unire le esperienze del settore agricolo per produrre di più nel rispetto delle risorse naturali

L’ambasciata del Brasile ha, il 26 maggio, ospitato nella Sala Palestrina di Palazzo Pamphilj il primo “AgriTalks” organizzato in collaborazione con l’Agenzia di promozione degli investimenti brasiliana (Apex). Erano presenti i delegati dei maggiori enti di ricerca brasiliani e aziende agrizootecniche brasiliane, oltre che della FAO, di Confagricoltura, Coldiretti, CREA e del MIPAAF. Sono stati discussi i piani dei ricercatori e delle aziende per la nuova agricoltura a basse emissioni del Brasile.

Premettendo che «I nostri due Paesi portano con loro nel dna la passione per il settore agroalimentare e per l’ambiente» in apertura dell’evento l’ambasciatore in Italia Helio Ramos ha ricordato che «il Brasile è il terzo esportatore alimentare del Pianeta. È anche il Paese con la più grande biodiversità sulla Terra». In 50 anni, grazie a degli investimenti tecnologici innovativi, il Brasile è passato da importatore a esportatore di prodotti alimentari.

Le grandi potenzialità del Brasile

Celso Moretti, presidente dell’ente brasiliano di ricerca agrozootecnica (Embrapa) ha ribadito «Il Brasile oggi alimenta poco più del 10% della popolazione mondiale, oltre 800 milioni di persone, ed esporta in più di 200 Paesi, grazie a investimenti in tecnologia, scienza e tropicalizzazione delle coltivazioni».

Da 30 anni il Brasile lavora alla tropicalizzazione della produzione dei cereali che sono tipici del clima temperato. Il cui approvvigionamento è ora al centro della attenzioni di tutti a causa della guerra, che coinvolge due fra i maggiori esportatori al Mondo. «L’ottica» ha affermato Moretti, «è diventare grandi produttori ed esportatori in cinque o dieci anni».

Fernando Camargo, sottosegretario per l’Innovazione e lo sviluppo sostenibile del ministero brasiliano dell’Agricoltura, Zootecnica e Approvvigionamento, ha confermato l’intenzione del Brasile di contribuire alla sicurezza alimentare del Pianeta nel rispetto dei biomi e della biodiversità. E proprio per la tutela dell’ambiente si è rivolto all’Europa «affinché ci aiuti a preservare i nostri biomi, in particolare la biodiversità della foresta amazzonica».

Il Brasile ha una vocazione naturale per l’agrobusiness

Fare agricoltura in un clima tropicale non era un compito facile, ma oggi il Brasile esporta in circa 200 Paesi e alimenta oltre 800 milioni di cittadini del Mondo. La produzione agricola brasiliana, ha spiegato Fernando Camargo, «è aumentata del 400% dal ’76 al 2020, grazie a scienza e innovazione».

Le strategie combinate per una politica agronomica

Durante Agritalks sono state analizzate le strategie brasiliane per una politica agronomica che interrompa il disboscamento dell’ecosistema amazzonico. Sono state valutate le prospettive per un’agricoltura, a basse emissioni di carbonio, concentrata sull’utilizzo delle aree non boschive del Paese.

Il Brasile mira a divenire il maggiore esportatore mondiale di grano

Il Brasile ha un’estensione pari a circa 28 volte quella dell’Italia. Nutre oggi quasi il 10% della popolazione globale (soprattutto esportando verso Paesi a basso e bassissimo reddito) e si è posto come obiettivo quello di ampliare la propria produzione agricola per diventare uno dei maggiori esportatori di grano a livello mondiale. Senza intaccare la foresta amazzonica.

«Attualmente stiamo tropicalizzando anche il grano, cercando di portarlo nella Regione centrale del Brasile. Nel corso dei prossimi 5 o 10 anni il Paese può trasformarsi nel maggior esportatore al Mondo» ha aggiunto il presidente dell’Embrapa, Celso Moretti. Confermando che il Brasile «può raddoppiare la propria area di produzione senza tagliare un solo albero del bioma amazzonico». Bensì attingendo ai circa 90 milioni di ettari di pascolo degradato del Paese.

La collaborazione tecnico-scientifica

AgriTalks I dibattiti con gli esperti delle controparti italiane hanno evidenziato come le particolari condizioni climatiche del bioma dell’entroterra brasiliano consentano fino a 3 raccolti l’anno. La coordinazione scientifica e di mercato tra Europa e Brasile, aumentando solo del 50% la superficie coltivata, permetterebbe un incremento del 400% della produzione agricola brasiliana.

La stessa collaborazione scientifica ed economica tra Italia e Brasile potrebbe portare a un aumento della produzione di cereali nel Paese sudamericano. Le condizioni di vita dei contadini brasiliani migliorerebbero e si favorirebbe l’arrivo in Europa di cereali a prezzi contenuti.

Alessandra Pesce, direttrice del CREA, evocando le chiare direttrici comuni della ricerca scientifica ha sottolineato l’utilità reciproca per Italia e Brasile di uno sviluppo cooperativo dei piani del Paese sudamericano.

Il tema della produzione di carne bovina

L’allevamento brasiliano è attualmente molto criticato perché causa del disboscamento finalizzato a ottenere pascoli “a basso costo”.
Si è discusso anche di questo all’Agritalks ed è stato ricordato che tutte le nuove industrie dell’allevamento brasiliano collaborano ora attivamente alla salvaguardia del territorio. Inoltre hanno avviato un processo di sostenibilità insieme agli enti governativi.
Sono inclusi in questo processo il ricorso a tecnologie di ultima generazione per la gestione di capi di bestiame e pascoli. Nonché piani per compensare le emissioni di CO2 derivanti dall’allevamento tramite un sistema integrato di piantumazione e riforestazione attiva.

«Il Brasile, oltre ad avere un parco industriale importante, è fiero di essere una potenza agroambientale, detenendo un mix energetico tra i più rinnovabili al Mondo (il più rinnovabile tra i grandi Paesi). E avendo il 66% del suo territorio coperto da vegetazione native», ha dichiarato a Nonsoloambiente Felipe Neves Caetano Ribeiro, capo dell’ufficio Agribusiness dell’ambasciata.

Un esempio per l’Europa

Agritalks ha avuto il pregio di evidenziare come la sostenibilità richieda anche la partecipazione della scienza oltre alla collaborazione tra Stati, portatori di differenti esperienze nei loro territori. «La sostenibilità non può mai essere strumentalizzata come pretesto per il protezionismo commerciale. Deve essere vista sotto un’ottica positiva, propositiva e risolutiva. Questa è l’ottica brasiliana e che credo sia molto utile, per esempio, all’Europa» ha concluso Ribeiro.

 

Rossella Vezzosi

Foto © ItaliaChiamaItalia, Agricoltura Moderna

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