Bicio Fabbri: L’uomo che guardava passare i camion

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Bicio Fabbri

In una graphic novel l’artista affronta il delicato tema della disabilità con toccante umanità e sensibilità poetica

Parafrasando il titolo di uno dei più riusciti romanzi di Simenon, con L’uomo che guardava passare i camion, Bicio Fabbri costruisce una toccante graphic novel sul tema della disabilità. Kees Popinga, protagonista dell’Uomo che guardava passare i treni, appare perfettamente inserito nella normalità borghese. Il licenziamento improvviso lo lascia senza punti di riferimento, in balia del destino. L’evento traumatico disgrega la sua individualità, trasformandolo in un criminale crudele. Agostino, protagonista dell’opera di Fabbri, sembra seguire il percorso inverso. La conquista del lavoro è una maniera per costruire un’individualità difficile, sofferta ma pregna di umanità. I due uomini si muovono in una società che, in maniera diversa, li imprigiona. Popinga cerca la libertà nelle azioni criminali, salvo poi trovarsi braccato come un animale selvaggio. Agostino cerca nel lavoro una normalità che gli è preclusa.

Biografia di un sognatore

Sin da bambino Bicio Fabbri coltiva una passione esclusiva per il fumetto, che legge e soprattutto pratica con sorprendente abilità. Il liceo artistico di Bologna affina la sua propensione verso il disegno. Da allora in poi presta il suo fantasioso talento a numerose riviste e giornali, rivelando sorprendenti qualità di umorista. Artista eclettico, Fabbri si dimostra in questo lavoro creatore di grande sensibilità poetica.

Bicio Fabbri e il cinema

Leggendo il libro di Fabbri non si può non pensare a un film di Nakache & Toledano del 2020 dal titolo The specials, nato dall’incontro con alcuni ragazzi autistici in un campo estivo. In entrambi i casi lo spunto iniziale deriva da un’esperienza personale. Il libro è infatti ispirato alla vita di un ragazzo diversamente abile con il quale l’autore ha realmente lavorato. Pur in ambiti espressivi del tutto diversi, troviamo la medesima leggerezza nel trattare tematiche di grande delicatezza, la stessa capacità di immergersi in un Mondo diverso eppure a noi vicino. Un solo esempio. Nel film Valentin indossa un casco che gli impedisce di farsi del male. Nel libro Giulia veste un analogo dispositivo di protezione, quasi fosse un’aliena proveniente da un altro Pianeta. Il casco è un simbolo, una difesa da sé stessi, ma anche un baluardo per tenere a distanza il mondo esterno. Tanto il libro quanto il film mirano infatti a smontare il pregiudizio che, solitamente, governa la mentalità degli uomini.

Le origini della disabilità

L’autore tiene molto ad individuare le radici del disagio. Per questo fornisce una spiegazione alle limitazioni di Agostino, così come a quelle di Giulia. Alla base di tutto c’è un trauma che sconvolge la normalità, oppure un atto di violenza subito che scompagina la mente. Eppure basta una piccolo gesto perché tutto torni al suo posto, svelando la poesia che si cela nel quotidiano.

Il segno di Bicio

Fabbri riesce a creare un Mondo proprio tramite un segno del tutto personale, in grado di seguire le acrobazie della mente. Le linee si distendono e si arruffano, a seconda se debbano descrivere il caotico svolgersi della vita cittadina, o i sogni che abitano l’anima di Agostino. Nell’apparente semplicità grafica, Bicio trova il modo di tradurre gli abissi dell’uomo, sempre troppo profondi perché si riesca a svelarli completamente. L’edizione a stampa, su carta pregiata a tiratura limitata, esalta il segno grafico di Bicio.

Agostino e l’amore

Agostino svolge con diligenza il proprio lavoro, pulisce i parchi con meticolosa scrupolosità. Guarda passare i camion, e questa attività lo proietta in un’altra dimensione, nella quale scorge l’ombra sfuggente della libertà. Ma la vera possibilità di sfuggire ai propri limiti risiede nell’amore. Il sentimento immaginato per Caterina è il suo riscatto. Quando questa scompare, anche il suo mondo crolla.

Catarsi

La vita di Agostino è tutta lì, racchiusa in piccoli gesti. Il significato della sua esistenza può allora risiedere nel salvataggio di un gattino che rischiava di essere schiacciato da un camion, nel suo eterno vagare in bicicletta, alla ricerca di qualcosa che forse non troverà mai anche se, come scrive Fabbri alla fine del volume “i folli e i saggi illuminati sono le persone più vicine a Dio…”.

 

Riccardo Cenci

Foto © Dei Merangoli Editore

Bicio Fabbri – L’uomo che guardava passare i camion – Dei Merangoli Editore – pg. 124 €28

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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